5. La via del socialismo
La Cina ha comunismo e mercato, e orgoglio per entrambi. L’Italia non ha quasi più il comunismo, non ha ancora veramente il mercato e non ha né l’orgoglio di una cosa dalla quale sta cercando di uscire né l’entusiasmo per una cosa che sta cercando di creare.
Tommaso Padoa-Schioppa (2008).
La proprietà pubblica, come fondamento del sistema economico socialista, è una forza fondamentale dello stato per guidare e promuovere lo sviluppo economico e sociale e una garanzia importante per la realizzazione degli interessi fondamentali e la prosperità comune della maggioranza della popolazione ... L'economia proprietà stato ha conquistato un posto dominante nei principali settori che hanno una stretta attinenza con la salvaguardia economica del paese e i settori chiave, e ha appoggiato, guidato e portato con sé lo sviluppo di tutta l'economia sociale. L'influenza e la capacità il controllo delle aziende di stato andrà ulteriormente aumentata. L'economia di proprietà dello stato ha svolto un ruolo insostituibile nella modernizzazione socialista cinese.
Li Rongrong presidente della State-Owned Assets Supervision and Administration Commission of the State Council, 2003.
La ristrutturazione delle aziende di proprietà statale in Cina viene presentata in Occidente, come un’imponente iniziativa di privatizzazione e arretramento rispetto al socialismo. Sarebbe addirittura la “prova” del “fallimento” del socialismo non solo nell’URSS, “ma anche in Cina”. I critici, sia di sinistra che di destra, hanno sostenuto che l’obiettivo della riforma dell’economia era la privatizzazione delle imprese statali (SOE) mentre lo stato si sarebbe concentrato sulla gestione macroecnomica, sulla fornitura di servizi alle aziende, sulle infrastrutture. In realtà spesso si sostiene che ormai tutto si stia trasformando in capitalismo privato. Ma la realtà è diversa.
Kevin Lin dell'Università di Sidney sottolinea che quando si parla del miracolo cinese si finisce sempre col battere sul tasto della privatizzazione dell'economia che produce merci scadenti sotto la direzione delle multinazionali straniere. Si tralascia sempre il settore statale ignorando che "tale settore è venuto ad assumere un’importanza crescente, non solo per l’economia nazionale, ma anche per quella globale. Secondo l’equivalente cinese della lista delle cinquecento imprese di Fortune, un elenco compilato dalle organizzazioni rappresentative degli imprenditori cinesi – la Confederazione delle Aziende Cinesi (Zhongguo qiye lianhehui)e l’Associazione degli Imprenditori Cinesi (Zhongguo qiyejia lianhehui) – nel settembre del 2012 ben trecentodieci delle cinquecento aziende con maggior fatturato erano di proprietà dello Stato, un risultato che conferma un trend in corso già da diversi anni. E, di fronte a colossi del settore pubblico che, come le cinesi Sinopec e PetroChina, sono ormai tra le aziende più grandi al mondo, c’è poco da stupirsi se la rivista The Economist si è spinta al punto di descrivere paesi come Cina, Russia e Brasile alla stregua di ‘capitalisti di Stato’. Per molti aspetti, le autorità cinesi stanno semplicemente seguendo le impronte di altri paesi sviluppisti asiatici, ad esempio adottando politiche industriali finalizzate all’incoraggiamento di un settore statale strategico attraverso la creazione di conglomerati come le Keiretsu giapponesi o le Chaebol sud-coreane. Tuttavia – come è stato sottolineato dall’Economist – il caso cinese presenta almeno una peculiarità: l’inequivocabile proprietà statale di questi conglomerati industriali, sempre più simili a giganteschi animali mitologici. Ed è proprio questa ascesa del settore statale, seguita ad anni di drammatico declino, ciò che spesso sfugge agli osservatori esterni (Lin 2012).
La struttura economica della Cina si basa sul socialismo di mercato che è un sistema di economia mista, diversificata dal punto di vista della proprietà in cui il settore pubblico, ovvero le aziende di stato e quelle collettive, ha una posizione dominante. Il settore statale dell’economia (formato in generale da aziende di grandissime dimensioni) controlla i principali segmenti e campi chiave, che danno l’impronta al tipo di sviluppo. La proprietà privata rappresenta circa un terzo dell’intera economia.