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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

giovedì 23 ottobre 2014

6.1.1: Il collasso delle teorie del "China Collapse"

6. L'imminente crollo della Cina
6.1 Il mito del China Collapse


La fine dello stato cinese moderno è vicina. La Repubblica Popolare ha cinque anni, forse dieci, prima che cada. Questo libro racconta perché.
Gordon G. Chang 2001.The Coming Collapse of China

Le fastose olimpiadi di agosto saranno il canto del cigno del boom cinese.
Maurizio Blondet 2008

Provate a digitare le parole China, Crisis in Google. troverete più risultati di quanto non siano le vittime del comunismo secondo il Libro Nero. Puntualmente la Cina risponde con strafottenza mettendo a segno nuovi record!!!
Un guru di Wall Street recensisce "Il milli-miliardesimo libro che prevedere la caduta inevitabile dell'economia cinese direttamente dalla nostra scrivania. Gli argomenti contro l'economia cinese sono stati uno sport assai popolare per anni, ma erano costantemente sbagliati. Quando si pratica uno sport violento senza esclusione di colpi e non si vede mai il sangue allora la cosa non diventa noiosa? (Weimberg 2014) si chiede l'autore.

Le previsioni occidentali sull'economia cinese negli ultimi 30 anni sono state in gran parte sbagliate, in particolare quelle basate sulle teorie del "China collapse" ovvero il "crollo della Cina". Certamente la Cina ha rallentato almeno tre volte negli ultimi 33 anni. Gli studi di Simon Kuznets su decine di casi storici, dimostrano che una volta attuate tutte le condizioni dello sviluppo sopraggiunge uno stallo ma la Cina ha avuto negli ultimi tre decenni una crescita media del 9.7% l'anno. "Quale altro paese può dire lo stesso?" aggiunge Weimberg.

China Crisis - "Wishful Thinking" (1983). La crisi della Cina 

è una pia illusione. Come da titolo.


La Cina ha superato nell'ottobre del 2014 gli USA nel PIL a parità di capacità d'acquisto. Invece di accettare l'inevitabilità di questo sorpasso alcuni analisti cercano il modo migliore di vendere storie che predicono il collasso economico-politico della Cina. I classici del repertorio sono: la crescita è sbilanciata, le banche sono instabili, la valuta è sottovalutata, l'ambiente è troppo inquinato, non c' è abbastanza energia a disposizione, le forniture di materie prime non possono sostenere la crescita della Cina ecc. Prendiamo un esempio: la demografia non è favorevole. La politica del figlio unico porta alla scarsità di manodopera. Così nel novembre del 2006 la Cina doveva crollare per mancanza di manodopera e nel luglio del 2009, sopraggiunta la crisi, per eccesso di disoccupazione, dopodiché di nuovo per difetto di manodopera.


Un altro personaggio che ha previsto all'inizio del nuovo secolo il crollo per il 2008 per gli inesigibili debiti con le banche. "Nicholas R. Lardy, un profondo conoscitore della Cina presso la Brookings Institution, prevede che l’aumento del peso dei prestiti in sofferenza potrebbe rendere insolvente tutto il sistema bancario del paese nel 2008. Una crisi bancaria del genere porterebbe milioni di cinesi a ritirare dalle banche i soldi per sopravvivere facendosi poi prendere dal panico quando si renderanno conto che le banche saranno insolventi e sarà impossibile attingere ai loro depositi, cosa che porterà sicuramente a disordini di massa" (Kurlantzick 2001). Bum! Requiem fine del mondo!!! Stupisce in questo caso la precisione della data. Infatti nel 2008 ci fu un crollo delle banche....americane però.

"Il Governo dichiara che negli ultimi vent’anni la crescita economica annuale è stata tra il 7 e il 10%, ma, escludendo il settore delle esportazioni (pubblicizzato in modo spettacolare dalla Cina, ma che interessa solo il 20% del PIL), le cifre fornite non convincono. Thomas Rawski, un economista molto esperto dell’Università di Pittsburgh, sottolinea che negli ultimi cinque anni, il periodo in cui viene comunemente contrabbandata una improvvisa crescita, la Cina è stata afflitta dalla deflazione, da un aumento della disoccupazione ed è diminuito l’utilizzo di energia, elementi questi che normalmente vengono associati ad una crescita limitata, se non ad una vera recessione. Osservando i dati relativi al consumo energetico e ricavando i grafici del PIL per proprio conto, Rawski arriva alla conclusione che tra il 1998 ed il 2001 la Cina ha subito una crescita vicina al 4% invece del 7 - 10% dichiarato dal Governo, un buon risultato ma non di certo superiore a quello di altri paesi in via di sviluppo" (Kurlantzick 2001). Oddio ciò che non convince è che si era sempre supposto. non dico per le leggi dell'economia ma almeno per quelle della fisica, che per cadere o addirittura collassare la Cina avrebbe dovuto salire molto in alto. Ma se si ridimensiona tutto come se fosse il Bangladesh, viene a mancare una delle concause dell'ipotetico crollo: il fatto che fosse salito troppo rapidamente arrivando ai limiti dello sviluppo.

Chi siamo

Debunkers dei miti sulla Cina. Avversari della teoria del China Collapse e del Social Volcano, nemici dei China Bashers.