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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

martedì 15 novembre 2016

10.1: Duterte e il Pivot to China


10. Geopolitica e Via della seta
Rappresentazione coloniale dei "negri" filippini da parte degli americani



Tranne che durante gli anni sessanta, quando la guerra filippino-americana del 1899-1902 è stata definita come "il primo dei Vietnam" il milione e quattrocentomila filippini morti sono stati generalmente rappresentati sia come danni collaterali o come vittime di un’insurrezione contro l'autorità imperiale degli Stati Uniti.
Gore Vidal

La Cina dimostra sempre di più di essere il principale polo di attrazione antimperialista. Per questo motivo la potenza declinante degli Stati Uniti cerca di isolare la Cina e l’asse Mosca-Pechino. Il Pivot to Asia da una parte, e la stessa guerra in Siria che colpisce un paese dove sono collocate le uniche due basi militari all’estero della Russia, hanno il compito di intralciare la Via della Seta ossia la principale via commerciale della Cina. C’è una potenza in piena parabola discendente che sta ostacolando lo sviluppo mondiale portando kaos e disordine e ce n’è un’altra in ascesa pacifica che crea infrastrutture, lavoro e sviluppo ovunque. La guerra in Siria vede gli USA in serie difficoltà così come il Pivot to Asia che sta collezionando parecchi insuccessi. Quello più clamoroso è dovuto allo spostamento di campo delle Filippine, nucleo del perno sull’Asia, giacché il paese si trovava in pieno contenzioso con la Cina per la sovranità sul Mar Cinese Meridionale, altro tentativo di condizionare le rotte commerciali cinesi. Qui il Pivot to Asia si è trasformato in Pivot to China. Naturalmente è bastato che il nuovo presidente Duterte mettesse in discussione la sacra alleanza con i vecchi colonizzatori, gli USA appunto, perché si scatenasse l’Armata Nazista dei Diritto-umanisti con tanto di Sinistra Imperiale al seguito.
E allora vediamo da vicino chi sia Rodrigo Duterte che si è sempre dichiarato di sinistra nonché il primo Presidente Socialista delle Filippine. Il neo-presidente durante gli studi universitari militò nel movimento studentesco di sinistra Kabataang Makabayan, i Giovani Patrioti, fondato nel 1964 dove lavorò con i futuri dirigenti del Partito Comunista delle Filippine ed ebbe come professore José María Sison, leader del PCF.

sabato 22 ottobre 2016

3.2.2: Tu vo'fa' l'amerrekkano

3.2 Indipendentismo
Prima di leggere mandate a letto i minori!!!

Al Dio degli inglesi non credere mai (De Andrè).
 La vignetta dice: Lacchè gialli: "Oh, patria!" "Ricordiamo l'era coloniale con affetto!" Reazione: "Vaffanculo. Se tradite il vostro popolo, lo farete anche con noi tra qualche giorno, se vi prendo di nuovo!".
"È stato imbarazzante da guardare. "Long Hair" Leung Kwok-hung e Abraham Razack si sono dati battaglia per il microfono. Un giovane neo-eletto localista ha sventolato uno striscione di protesta come se stesse facendo uno spogliarello e usando quelle che sembravano parolacce per leggere il suo giuramento. Un altro ha pronunciato Cina come "Chee-na", una variazione sul termine dispregiativo Shina utilizzato dalle forze di occupazione giapponesi durante la seconda guerra mondiale.
Per coronare il tutto, la maggior parte dei legislatori pan-democratici hanno stracciato le loro schede elettorali per l'elezione del presidente del LegCo (Consiglio Legislativo) lanciando i pezzi in aria come coriandoli. Alcuni di noi avevano sperato che i giovani - i cosiddetti "soldati dell'ombrello" - avrebbero imparato ad agire come adulti dopo aver formato i loro partiti politici ed essere eletti nel Consiglio Legislativo. Come si è scoperto, entrare nella nuova legislatura assomigliava di più al primo giorno di scuola materna." Così esordiva un editoriale del South China Morning Post sulla seduta d'apertura del parlamentino di Hong Kong tenutasi a metà di ottobre. Insomma i ragazzini della rivolta degli ombrelli una volta arrivati in parlamento hanno davvero pisciato fuori dal vasetto.
I tre nuovi arrivati del campo localistica-indipendentista ​​nel parlamentino di Hong Kong (LegCo) - Edward Yiu, Yau Wai-ching e Sixtus Baggio Leung - hanno aggiunto un proprio giuramento alla versione ufficiale durante la cerimonia di insediamento di mercoledì 12 Ottobre.
Yau e Leung si sono  avvolti con un drappo con scritto  "Hong Kong non è la Cina"  quando hanno fatto il loro giuramento. Il giuramento è stato respinto dal segretario generale del LegCo.

mercoledì 21 settembre 2016

9.1: Il tramonto del Dalai Lama

3. Minoranze nazionali e indipendentismo
3.2 Indipendentismo
Il Dalai Lama con il nazista Heinrich Harrer suo maestro in gioventù


Per secoli, la cultura occidentale ha guardato con disprezzo al buddismo tibetano, considerato sinonimo di dispotismo orientale, a causa della centralità da esso conferita adun sedicente Dio-­Re, sul quale si esercita il disprezzo di autori tra loro pur così diversi come Rousseau, Herder, Hegel. Tra Otto e Novecento, i lama vengono considerati «un'incarnazione di tutti i vizi e di tutte le corruzioni, non già dei lama defunti». Quando poi la Gran Bretagna si accinge alla conquista, cerca di giustificarla in nome della necessità di portare la civiltà in «quest'ultima roccaforte dell'oscurantismo», a «questo piccolo popolo miserabile» (Domenico Losurdo 2003).




Snobbato accuratamente dai governanti francesi, mentre Papa Francesco si è rifiutato di invitarlo ad Assisi, il Dalai Lama ormai non è più di moda. Pesa in particolare il mancato invito ad Assisi per l’iniziativa ‘Sete di Pace’ promossa dalla Comunità di Sant’Egidio che vede la partecipazione di oltre 400 leader religiosi di ogni fede. Il pio monaco calzato Gucci invece preferirebbe dialogare con l’ISIS da quanto si apprende dalla stampa e magari scomunicare, nella sua infinita bontà, qualche altra setta buddista. A Hollywood impazza la mania per santoni, sciamani, guaritori, astrologi, esperti di kabbalah, fluidi mistici che ripuliscono persino le scorie radioattive e quant’altro per cui l’attaccamento di Richard Gere per l’anziano monaco sembra ormai decisamente demodè.


Gode però ancora delle simpatie della “Sinistra Imperiale”, infatti Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, lo ha ricevuto. Schultz è anche noto per aver fatto visita ai nazisti di Piazza Maidan e di avere visto solo bandiere europeiste senza vedere le svastiche. Occorre ricordare che in Europa tra i maggiori sostenitori della secessione tibetana troviamo i verdi tedeschi ed alta è stata la partecipazione alla causa tibetana dei circoli “alternativi” della Germania, magari neoconvertiti al buddismo. Un ex segretario del Dalai Lama è diventato assistente della parlamentare verde Petra Kelly e poi della Heinrich Boell Foundation dei Grune ed è allo stesso tempo corrispondente speciale di Radio Free Asia finanziata dalla CIA.

martedì 12 aprile 2016

6.5.2 Le città più inquinate del mondo si trovano in Cina?

6. L'imminente crollo della Cina

6.5. Ambiente e sviluppo sostenibile

Si legge spesso dell'estremo inquinamento atmosferico in Cina e di come non venga fatto nulla per diminuire lo smog. In realtà, non da adesso, è iniziata la lotta all'inquinamento cittadino. Ecco quali erano i risultati dell'indagine promossa dai ricercatori italiani dell’Iia-CNR sulla qualità dell’aria di Pechino in vista delle Olimpiadi del 2008, in una zona che ha caratteristiche analoghe a quelle della Val Padana:
“Grandi sforzi sono stati indirizzati al controllo delle industrie a livello regionale attraverso la chiusura di quelle più inquinanti e verificando le emissioni di molti altri grandi impianti. Inoltre, il controllo delle fonti di inquinamento legate ai trasporti nel corso degli ultimi cinque anni ha portato lo standard degli autoveicoli ad un livello paragonabile a quello stabilito dalle norme Euro IV europee e alle maggiori città europee. Il risultato è che, malgrado l’incremento del traffico veicolare di almeno tre volte nel periodo, le emissioni sono state mantenute costanti o inferiori rispetto a prima”.
Però queste misure hanno avuto un effetto nel ridurre l’inquinamento atmosferico? 
“Dall’analisi dei risultati preliminari delle campagne di monitoraggio che il Cnr ha condotto insieme agli esperti cinesi nel corso del 2007 e dei dati resi disponibili dalla municipalità di Pechino, sembra che l’inquinamento nell’area della capitale sia notevolmente diminuito, malgrado l’incremento di veicoli e delle attività industriali”, dichiara il direttore dell’Iia-Cnr. “La concentrazione di anidride solforosa (SO2) è diminuita costantemente sotto i 60 microgrammi per metro cubo, un livello considerato non nocivo. Essendo l’anidride solforosa associata con le emissioni di industrie e la produzione di energia, la sua diminuzione è il miglior indicatore del successo delle misure di controllo nei confronti delle fonti fisse di inquinanti”.
In alcuni casi le concentrazioni non sono dissimili da quelle riscontrate in Italia:
Il biossido di azoto mostra invece concentrazioni costanti di 70 microgrammi per metro cubo nel corso degli ultimi sei anni, superiori agli standard raccomandati dall’OMS (WHO) di 40 microgrammi. “Questi livelli di concentrazioni sono però anche tipici di città italiane per le quali gli standard dovrebbero essere raggiunti intorno al 2010. Non sono stati invece superati i limiti orari per il biossido di azoto, fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità in 200 microgrammi per metro cubo”

Chi siamo

Debunkers dei miti sulla Cina. Avversari della teoria del China Collapse e del Social Volcano, nemici dei China Bashers.