In Cina il reddito dei contadini è stato sempre inferiore a quello dei cittadini,
costituendo il problema più comune. L'occupazione non agricola è importante per il reddito delle famiglie
rurali e la sua distribuzione. Mediamente il reddito marginale è più
alto nelle attività locali non agricole o per i migranti che non in
agricoltura. La quota dei salari nel reddito rurale è salita bruscamente
quando l'industria rurale prosperava e progredivano i processi
migratori. I molteplici effetti si vedevano sia nei villaggi
industrializzati sia in quelli in cui prevaleva la migrazione. Il
reddito da salari aveva l'effetto anche di aumentare la differenziazione dei redditi. Il suo contribuito alla disuguaglianza del reddito rurale era del 21 per cento nel 1988, dell 40 per cento nel 1995, ma era poco di più 41
per cento anche nel 2007 rimanendo sostanzialmente stabile. Il rallentamento è stato dovuto alla riduzione
disparità di reddito tra le zone rurali della Cina per le maggiori
opportunità di avere un lavoro sia in campagna che in città che si sono
diffuse più ampiamente tra le varie province e contee. In linea di
principio, la migrazione può aumentare o diminuire le disuguaglianze a
seconda che le famiglie povere, che sono maggiormente incentivate ad inviare i migranti, abbiano la possibilità di farlo. L'analisi delle conseguenze del fenomeno dei migranti sul reddito delle famiglie rurali utilizzando
l'indagine CHIP (China Household Income Project) del 2007 ha mostrato che questo ha ridotto la povertà rurale e, di conseguenza, la disuguaglianza (Luo e Yue 2010). Uno studio ha analizzato la disuguaglianza del reddito rurale utilizzando il
sondaggio annuale del Ministero dell'Agricoltura in 100 villaggi (Benjamin et al. 2005). Tra il
1987 e il 1999, il coefficiente Gini (spazialmente a prezzi uguali) è
salito da 0,29 a 0,35. La maggior parte di questo aumento è stato a livello
locale. Considerando che in questo periodo il lavoro non agricolo locale
ha fatto, com'è naturale, aumentare la disuguaglianza, mentre il lavoro migrante
temporaneo (tanto deprecato dai giornalini della sinistra radicale)
l'ha fatta diminuire.
La differenza di reddito tra campagna e città si sta restringendo |
Come
si è visto sia Mao e poi Deng e i suoi successori hanno messo al
centro della loro attenzione i contadini. Le stratificazioni sociali in
Cina sono più orizzontali che verticali. Ossia c'è spesso un abisso tra
quello che guadagna un lavoratore di Shanghai e un contadino Guangxi,
sia per il gap città e campagna che per quello regionale (che come
vedremo si sta però riducendo o forse non è mai stato troppo alto).
Prima di parlare delle inegualianze tra città e campagna bisogna premettere alcuni fatti. La terra non è come l'industria dove si può aumentare la produzione a piacimento con il solo limite della sovra-produzione. In agricoltura quando si è arrivati al limite dello sfruttamento del terreno ci si deve fermare, la terra più di tanto non da, altrimenti il terreno inaridisce ed è a rischio desertificazione. L’agricoltura, per ragioni facilmente comprensibili, cresce molto più lentamente dell’industria, elemento che allarga il divario tra città e campagna e questo porta con se il processo di migrazione interna dalle aree rurali a quelle urbane, processo tipico di ogni paese in crescita (Graziosi 2007). Il divario di produttività tra l'agricoltura e il resto dell'economia infatti ha continuato ad allargarsi, con conseguente aumento rurale-urbano disparità di reddito. La Cina ha un territorio non particolarmente felice per le produzioni agricole. Grandi deserti, montagne e scarse riserve idriche. Pur estendendosi su un territorio paragonabile ad un continente la percentuale di terra coltivata è solo del 10% della quale però il 45% è irrigata (ad esempio in India è rispettivamente 57% e 23%). Ciò che hanno fatto i cinesi sinora è un autentico miracolo. Dalla rivoluzione la Cina è riuscita a espandere la produzione alimentare in modo impressionante: produceva 90 milioni di tonnellate di cereali nel 1950, ne ha raccolti 392 milioni di tonnellate nel 1998. A metà degli anni `90 ha raggiunto l'autosufficienza alimentare: si pensi che quasi mezzo secolo fa, alla fine degli anni '50, la Cina poteva ancora soffrire di carestie.
Prima di parlare delle inegualianze tra città e campagna bisogna premettere alcuni fatti. La terra non è come l'industria dove si può aumentare la produzione a piacimento con il solo limite della sovra-produzione. In agricoltura quando si è arrivati al limite dello sfruttamento del terreno ci si deve fermare, la terra più di tanto non da, altrimenti il terreno inaridisce ed è a rischio desertificazione. L’agricoltura, per ragioni facilmente comprensibili, cresce molto più lentamente dell’industria, elemento che allarga il divario tra città e campagna e questo porta con se il processo di migrazione interna dalle aree rurali a quelle urbane, processo tipico di ogni paese in crescita (Graziosi 2007). Il divario di produttività tra l'agricoltura e il resto dell'economia infatti ha continuato ad allargarsi, con conseguente aumento rurale-urbano disparità di reddito. La Cina ha un territorio non particolarmente felice per le produzioni agricole. Grandi deserti, montagne e scarse riserve idriche. Pur estendendosi su un territorio paragonabile ad un continente la percentuale di terra coltivata è solo del 10% della quale però il 45% è irrigata (ad esempio in India è rispettivamente 57% e 23%). Ciò che hanno fatto i cinesi sinora è un autentico miracolo. Dalla rivoluzione la Cina è riuscita a espandere la produzione alimentare in modo impressionante: produceva 90 milioni di tonnellate di cereali nel 1950, ne ha raccolti 392 milioni di tonnellate nel 1998. A metà degli anni `90 ha raggiunto l'autosufficienza alimentare: si pensi che quasi mezzo secolo fa, alla fine degli anni '50, la Cina poteva ancora soffrire di carestie.
L'agricoltura
cinese ha una redditività per ettaro piuttosto alta oggi. Superiore del
54% alla redditività media dell'agricoltura mondiale secondo la FAO
(Egido 2008). L'agricoltura è in gran parte meccanizzata, nel 2007 la
produzione di trattori è stata in testa alla produzione industriale. Il
problema contadino rimane perché la Cina ha ancora il 35% di impiegati
nell'agricoltura (erano il 70% nel 1978), nei paesi avanzati gli
addetti al settore agricolo sono dall'1 al 4%, e una concentrazione di
contadini per ettaro coltivabile tra le più grandi del mondo.
La produttività media di riso nei villaggi era di 800 kg al mu. Questo è probabilmente uno dei tassi di rendimento più alti del mondo. Sebbene la Cina abbia una superficie decisamente più grande dell'India, ha meno terreni coltivabili, date le sue condizioni geografiche (104.2 milioni di ettari nel 2005 rispetto ai 120,2 all’India nel 2004-05). Tuttavia, la produzione agricola della Cina è molto più elevata: 484 milioni di tonnellate (2005) rispetto ai 204,6 dell’ India (2004-05).
La produttività media di riso nei villaggi era di 800 kg al mu. Questo è probabilmente uno dei tassi di rendimento più alti del mondo. Sebbene la Cina abbia una superficie decisamente più grande dell'India, ha meno terreni coltivabili, date le sue condizioni geografiche (104.2 milioni di ettari nel 2005 rispetto ai 120,2 all’India nel 2004-05). Tuttavia, la produzione agricola della Cina è molto più elevata: 484 milioni di tonnellate (2005) rispetto ai 204,6 dell’ India (2004-05).
Nella
Cina rurale, dove il punteggio felicità varia da 0 a 4 con una media di
2,7, coloro che dichiarano di avere un reddito "molto basso" rispetto
al reddito medio del paese (cinque risposte possibili) hanno un
punteggio di felicità che è 1.06 sotto chi denuncia essere "molto al di
sopra" della media (Knight and Gunatilaka 2010
). Agli intervistati è stato chiesto con chi si sono messi a confronto,
nella Cina rurale, due terzi degli intervistati ha affermato di
confrontarsi con altri che vivono all'interno del villaggio. Questo
dimostra che i gruppi di riferimento sono ristretti. Nella Cina rurale,
coloro con cui confrontarsi sono le famiglie dello stesso villaggio
mentre nella Cina urbana sono le famiglie della stessa città. Nelle
città, dove un raddoppio del reddito aumenta il punteggio felicità di
0,10 unità, la felicità degli intervistati le cui famiglie sono nel
quarto di reddito pro capite più basso della città è di 0,81 punti
inferiore a quelli del quarto più alto (Knight; Gunatilaka 2010) E' la disuguaglianza a livello locale e non quella nazionale o
regionale (tanto meno quella con le nazioni ricche) che conta per la gente. E
ciò è anche naturale. Nessuno nei villaggi interni va a confrontarsi
con la Svezia sempre che sappiano dov'è. Whyte ha trovato che gli agricoltori, pur essendo il gruppo più povero, erano i meno scontenti (Whyte 2010). I cinesi sono più tolleranti di crescenti livelli di disuguaglianza perché sono stati accompagnati da un aumento degli standard di vita, secondo Whyte. Il settanta per cento dei cinesi intervistati prevede che la loro qualità di vita per migliorare nel corso dei prossimi cinque anni , secondo l'indagine di Whyte. "I cinesi si sentono in generale ottimisti circa le loro possibilità di migliorare la loro vita ", ha detto. D'altra parte avendo aumentato di 50 volte il proprio reddito dal 1978 non hanno ragione di lamentarsi.
Il Coefficiente Gini della Cina, per le sue caratteristiche, dovrebbe essere il più alto del mondo ma così non è |
Il coefficiente di Gini non riflette comunque la struttura dei redditi. Se si va a vedere l'evoluzione dei redditi nel corso degli anni le quattro fasce di reddito più basse sono tutti agricoltori. Cè stata una rapida evoluzione delle ineguaglianze in Cina tra il 1988 e il 1995 ossia +20% del coefficiente Gini calcolato sull’equivalente reddito per adulto che conferma un pronunciata crescita delle ineguaglianze sia nelle aree rurali che urbane. Ossia del 30% e del 21% rispettivamente. L'analisi del rapporto tra il reddito rurale e quello complessivo è che il loro reddito annuo da RMB 394,37 yuan nel 1988 a 1.711,5 nel 1999. Ma l’inegualianza è dominata dall’aumento della divaricazione tra redditi urbani e rurali anche se viene mostrata una tendenza al calo tra il 1995 il 1998 che però ha comportato una crescita delle disegualianze all’interno della città e soprattutto della campagna. Tuttavia, la loro quota nel reddito nazionale è scesa da 26,42 per cento nel 1988 al 20,25 per cento nel 1999 anche per effetto della diminuzione dei numero dei contadini (ora è a poco più del 10).
L'aumento delle disegualianze tra città e campagna però è concomitante con il fenomeno della migrazione di massa bisogna però tenere conto della distorsione statistica denunciata da Cai Feng. Come vedremo meglio nel prossimo post, riguarda l'attendibiltà delle statistiche che per varie ragioni tendono ad accentuare le differenze di reddito:
In termini di distribuzione del reddito, l'aumento dei salari per i lavoratori migranti ha portato ad una riduzione del divario di lunga data del reddito tra aree rurali e urbane. Naturalmente, a causa delle carenze dei sistemi statistici, i redditi guadagnati dalle famiglie migranti e dei membri delle famiglie rurali che hanno lasciato la casa per la città per più di sei mesi sono, in modo significativo, omessi dalle indagini ufficiali. Un sondaggio condotto dall'Istituto della Popolazione e dell’Economia del Lavoro presso l'Accademia Cinese delle Scienze Sociali ha rilevato che tale reddito non dichiarato costituiva circa il 40 per cento del totale. Prendendo in considerazione questo reddito mancante, il livello di reddito effettivo delle famiglie rurali è in realtà molto più alto di quanto risulterebbe, e il divario di reddito tra le famiglie rurali e urbane è più modesto, di quello che viene riportato ufficialmente. Attraverso la scomposizione dei vari indici di disuguaglianza delle varie indagini risulta che il divario del reddito rurale-urbano ha contribuito 40-60 per cento della disuguaglianza globale tra famiglie cinesi. Il riallineamento del reddito rurale-urbano a seguito di aumenti salariali per i lavoratori migranti non qualificati tende a ridurre la disuguaglianza complessiva. Di conseguenza, il consumo interno diventerà una fonte più importante di crescita economica nel prossimo periodo di piano quinquennale e al di là di quanto non fosse in passato (Cai Fang 2011).
Cai Fang, da noi già ampiamente citato in altri post, è ricercatore presso l’Istituto di ricerca sull’economia del lavoro e sulla popolazione dell’Accademia di Scienze sociali e tra i maggiori esperti di questioni demografiche, economiche e del lavoro.
Forse
un tempo essendo i residenti urbani avvantaggi nel ricevere contributi
non monetari come sanità e sicurezza sociale il rapporto dei redditi poteva essere anche assai alto (Vishnu Saraf 2008), ma a cominciare dal 2004-2005 sono i
residenti rurali che ricevono maggiori benefici mentre quelli dei
cittadini si vanno restringendo. Il reddito procapite dei contadini
cinesi era 3.587 yuan (471 dollari)
nel 2006, con un aumento di oltre al 10% rispetto al 2005. Mentre il
reddito procapite dei cittadini era 11.759 yuan,
circa 3,2 volte quello dei contadini secondo una relazione pubblicata
dalla Accademia delle Scienze Sociali (China strikes 2007). Da allora i redditi dei contadini sono aumentati di pari passo con quelli dei cittadini superandoli negli ultimi anni. I redditi sono aumentati più velocemente in campagna che in città per il terzo anno consecutivo nel 2012. I lavoratori migranti hanno incrementato il loro stipendio e il governo ha aumentato i prezzi minimi di acquisto dei cereali e rafforzato la rete di sicurezza sociale aumentando in particolare i sussidi per la sanità. Il reddito netto rurale pro-capite è aumentato del 10,7 per cento, rispetto al 9,6 per cento delle aree urbane. I redditi dei residenti rurali da pagamenti di benefit sono aumentati del 21,9 per cento, quasi il doppio di quelli urbani. La capacità di spesa rurale si è innalzata a causa dei salari guadagnati dai contadini che lavorano nelle città. L’aumento dei consumi aiuta a sostenere la crescita e riduce la dipendenza dell'economia dalle esportazioni riequlibrando l'economia. Le vendite al dettaglio nelle regioni rurali sono aumentate del 14,5 per cento nel 2012, superando, per la prima volta in tre anni, quella delle aree urbane. Nel 2011 la crescita dei consumi urbani era stata del 17,2 per cento e del 16,7 per cento per gli abitanti delle campagne (Lifei, Zheng et altri 2013).
Al fine di attenuare la differenza
di reddito fra città e campagna, a partire dal 2004 il governo cinese ha
coperto sempre più con finanziamenti pubblici le zone rurali, aiutando i
contadini a comprare semi di alta qualità e macchine e impianti più
avanzati al fine di aiutarli ad incrementare il reddito. Inoltre ha aumento i prezzi minimi di acquisto dei cereali. Attualmente le
misure hanno ottenuto buoni risultati. A partire dal 2008 le zone
rurali sono state esonerate da tutte le tasse scolastiche per gli
alunni della scuola dell'obbligo diffondendo nell'intero paese il nuovo
sistema di assistenza medica cooperativa delle zone rurali. Queste
misure hanno diminuito di molto le uscite quotidiane dei contadini,
apportando loro sempre maggiori vantaggi. Nei 5 anni prima del 2007 in cui la disegualinza avrebbe raggiunto in
Cina il suo apice 6.667 milioni di ettari sono stati raggiunti
dall’irrigazione, il gas metano è stato reso disponibile per 16.5
milioni di famiglie e sono stati costruiti 1.3 milioni di chilometri di
strade rurali. I risultati complessivi della agricoltura sono davvero
incredibili:
Prodotti
agricoli, produzione per abitante (in chili)
|
|||||
Prodotto
|
1978 |
1988
|
1988
|
2004
|
Incremento
1978-
2004
(in%)
|
Cereali
|
318
|
357
|
412
|
362
|
+
13,8
|
Cotone
|
2,2
|
3,8
|
3,6
|
5
|
+
127
|
Piante
oleoginose
|
5,4
|
12
|
18
|
23
|
+
326
|
Barbabietola
da zucchero
|
25
|
56
|
79
|
74
|
+
198
|
Tè
|
0,3
|
0,5
|
0,5
|
0,6
|
+
100
|
Frutta
|
6,9
|
15
|
44
|
118
|
+
1.610
|
Carne
(maiale, manzo, montone)
|
--
|
--
|
37
|
45
|
--
|
Prodotti
della pesca
|
4,9
|
9,6
|
31
|
38
|
+
675
|
Franssen
2007
|
Comunque di quanto sia migliorata la vita nelle campagne se ne da conto in questa tabella:
Beni
di consumo nelle zone rurali (per 100 famiglie)
|
|||
Prodotti
|
2000
|
2003
|
2004
|
Motociclette
|
22
|
32
|
36
|
Lavatrici
|
28
|
34
|
37
|
Frigoriferi
|
12
|
16
|
18
|
TV
colori
|
48
|
67
|
75
|
TV
bianco e nero
|
53
|
43
|
38
|
Condizionatori
|
1,3
|
3,5
|
4,7
|
Cellulari
|
4,3
|
24
|
35
|
Telefoni
fissi
|
29
|
49
|
54
|
Franssen
2007
|
Le tabelle riportate sopra danno il segno di quanto sia completamente fuori posto la drammatizzazione della situazione sociale cinese quando venga arbitrariamente omessa la crescita del benessere tra la popolazione rurale, proprio nel periodo in cui si stava allargando la forbice tra campagna e città.
Oltre alla differenza di reddito fra cittadini e contadini, quella fra
gli stessi cittadini urbani non può essere trascurata. Anche nelle
città, vi sono poveri ma ricevono un minimo vitale. In genere ricevono
piccole somme in denaro e altri trattamenti preferenziali. Questi
trattamenti riguardano il rimborso delle spese di riscaldamento e di
affitto e la gratuità delle cure ospedaliere (Divario 2008).
Il problema comunque è anche accentuato dal controllo delle nascite: "La politica familiare adottata dal governo (un figlio per coppia) e attuata severamente nelle città ma non rispettata nelle campagne sta ribaltando il rapporto demografico tra aree del benessere e aree del disagio, cosi come in Francia sviluppo demografico delle periferie e quello più debole dei francesi sta ribaltando i rapporti etnici. Come in Francia, cosi nella società cinese i figli del benessere si riducono mentre quelli del l'emarginazione e del disagio si moltiplicano: dunque si riducono coloro che traggono giovamento dalla politica di progresso avviata, e aumentano invece quelli che avvertono di essere posti ai margini della società, quelli che hanno bisogno di tutto, cibo e alimenti inclusi" (Cammelli 2007, p 225). L’allentamento del controllo delle nascite deciso dal plenum del 2013, potrebbe portare un ribilanciamento in questo senso.
Il problema comunque è anche accentuato dal controllo delle nascite: "La politica familiare adottata dal governo (un figlio per coppia) e attuata severamente nelle città ma non rispettata nelle campagne sta ribaltando il rapporto demografico tra aree del benessere e aree del disagio, cosi come in Francia sviluppo demografico delle periferie e quello più debole dei francesi sta ribaltando i rapporti etnici. Come in Francia, cosi nella società cinese i figli del benessere si riducono mentre quelli del l'emarginazione e del disagio si moltiplicano: dunque si riducono coloro che traggono giovamento dalla politica di progresso avviata, e aumentano invece quelli che avvertono di essere posti ai margini della società, quelli che hanno bisogno di tutto, cibo e alimenti inclusi" (Cammelli 2007, p 225). L’allentamento del controllo delle nascite deciso dal plenum del 2013, potrebbe portare un ribilanciamento in questo senso.
Le
ricerche recenti contraddicono quasi totalmente i crtitici di sinistra
delle disegualianze in Cina. La disuguaglianza è cresciuta, ma non in
modo lineare e con grandi differenze a livello locale. La diseguaglianza
è maggiore nelle campagne. La cosa è significativa. La disegualianza non
è dove dovrebbe essere per effetto del "turbocapitalismo" delle città.
Però proprio nelle campagna si sono avuti i maggiori progressi nella
lotta alla povertà!!!! Ovvero l’elemento decisivo non è la disegualianza
ma la progressiva diminuzione della povertà. I maggiori successi nella
riduzione della povertà si sono registrati grazie ai miglioramenti
avvenuti nel settore agricolo; minori sono stati gli effetti positivi
causati dall’industria e dal terziario (Zanier 2011).
La tabella da l'idea della diversificazione della dieta dei cinesi |
Siamo stati informati c'erano varie imposte agricole. Sono state tutte abolite. Allo stesso modo, non ci sono tasse per l’irrigazione. I prestiti vengono forniti agli agricoltori da parte delle istituzioni cooperative locali e le banche ad un tasso annuo di interesse di 0,55 per cento. Le spese di energia elettrica sono 0,43 yuan per unità. Da quello che abbiamo potuto vedere la maggior parte del’uso di fertilizzanti è organico. I piccoli quantitativi di concimi chimici inorganici vengono acquistati da singoli agricoltori. Non abbiamo trovato lavoro salariato impiegato dalle famiglie. In media abbiamo trovato che il reddito annuo da agricoltura si aggira sui 9000 yuan pro capite. La commercializzazione dei loro prodotti è fatta da cooperative i cui rappresentanti vengono in ogni villaggio per raccogliere i prodotti. Da quello che abbiamo potuto vedere, c’è un margine minimo o nullo in tutte queste operazioni. Per esempio, il prezzo ricevuto dall'agricoltore quando il riso viene prelevato dal rappresentante della cooperativa è stato di 1,6 yuan per chilogrammo. Se è venduto in forma di riso dopo il processo di macina (di nuovo, ogni gruppo di quattro villaggi ha una macina) è venduto dall'agricoltore è di 2,5 yuan al kg. Nei negozi locali gestiti da cooperative nel villaggio del prezzo del riso per 3 yuan al kg. Ogni villaggio ha una clinica con 2-3 medici. La struttura ospedaliera non è mai oltre una distanza di dieci chilometri. In tutta la Cina vi è l'istruzione gratuita e obbligatoria per nove anni, ossia fino alla fase secondaria. I bambini entrano nella scuola all'età di 6 e fino all'età di 15 Sono previsti dallo Stato. Tutti i villaggi hanno sia la scuola primaria che secondaria (Yechury 2006).
Allora
non sono sfruttati dai latifondisti che non esistono, nè da proprietari
capitalisti che non ci sono non essendoci nemmeno lavoro salariato, non
c’è sfruttamento finanziario da parte delle banche dato che i crediti
cooperativi prestano ad una tasso assai basso. Trattori, mulini,
irrigazione sono gestiti a livello collettivo.
Alberto Gabriele dice giustamente che i contadini non sono ricaduti nello sfruttamento capitalistico nel senso classico marxiano, dato che non hanno padroni, e le riforme hanno avuto indubbi meriti: "Le riforme che hanno fondato il socialismo di mercato sono scaturite da una giustificata reazione contro gli eccessi arbitrari e irrazionali del precedente modello di socialismo egualitaristico centralmente pianificato. Hanno interpretato una profonda aspirazione dei contadini, quella di sentirsi in una certa misura padroni della terra per cui avevano fatto la rivoluzione. Le riforme hanno così potuto creare rapporti sociali di produzione adeguati alla fase storica che Cina e Vietnam stavano attraversando un trentina di anni fa. Per usare una terminologia vecchia ma ancora efficace, hanno rappresentato una corretta reazione “di destra” ad eccessi egualitaristici, volontaristici e “di sinistra” che stavano mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del potere del partito e l’indipendenza nazionale, il cui unico possibile esito sarebbe stato il ritorno della dominazione neocoloniale imperialista (a parte il rischio concreto di spaventose carestie)" (Gabriele 2006).
Alberto Gabriele dice giustamente che i contadini non sono ricaduti nello sfruttamento capitalistico nel senso classico marxiano, dato che non hanno padroni, e le riforme hanno avuto indubbi meriti: "Le riforme che hanno fondato il socialismo di mercato sono scaturite da una giustificata reazione contro gli eccessi arbitrari e irrazionali del precedente modello di socialismo egualitaristico centralmente pianificato. Hanno interpretato una profonda aspirazione dei contadini, quella di sentirsi in una certa misura padroni della terra per cui avevano fatto la rivoluzione. Le riforme hanno così potuto creare rapporti sociali di produzione adeguati alla fase storica che Cina e Vietnam stavano attraversando un trentina di anni fa. Per usare una terminologia vecchia ma ancora efficace, hanno rappresentato una corretta reazione “di destra” ad eccessi egualitaristici, volontaristici e “di sinistra” che stavano mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del potere del partito e l’indipendenza nazionale, il cui unico possibile esito sarebbe stato il ritorno della dominazione neocoloniale imperialista (a parte il rischio concreto di spaventose carestie)" (Gabriele 2006).
Dice
Rocca che non è certo tenero con la Cina: "Né il ritorno alla piccola
azienda familiare, né l'entrata nell'Organizzazione mondiale del
commercio (Wto) hanno portato alla comparsa di nuove forme di
sfruttamento del lavoro. Il mantenimento della proprietà collettiva
delle terre, anche se rimessa in questione dalla comparsa di un mercato
dei «diritti di gestione». La terra rimane proprietà collettiva, ma i
contadini sono proprietari dei diritti d'uso e possono de facto
affittare le loro terre.), basta a mettere in evidenza l'ambizione
«conservatrice» tipica dell'autorità pubblica" (Rocca 2007).
In
Cina i prezzi agricoli non sono del tutto liberalizzati, questo
ovviamente per aiutare i contadini. La Cina punta ad essere
autosufficiente nella produzione di grano e per ciò sussidia i contadini
anche attraverso l’acquisto di grano che tenga alto e comunque
remunerativo il prezzo. Oltre alla sovvenzione diretta data ai
coltivatori di grano, il prezzo minimo protetto si applica a riso ed al
frumento. Sovvenzioni vengono date inoltre per le varietà superiori del
raccolto, per sementi migliori, per l'acquisto di macchinario ed
attrezzi agricoli ai villaggi con difficoltà finanziarie gravi.
L'investimento nell'agricoltura e nelle zone rurali è stato notevolmente
aumentato. Inoltre a partire dal 2005, l’imposta agricola è stata, come abbiamo già detto,
eliminata.
La verità
è che i contadini sono sfruttati dalla terra! In USA i contadini sono
circa l'1% della popolazione lavorativa e producono l’1% del PIL, in
Cina erano al tempo del picco del coefficiente Gini, il 43% e producono l’11,7% del PIL Inoltre in USA c'è più
superficie lavorabile che in Cina. Vuol dire che all'incirca un
agricoltore USA lavora una superficie che in Cina da sostentamento a
decine e decine di contadini. La Cina ha il 7% dei terreni coltivabili
del mondo con il 22% della popolazione mondiale.
Se
volessimo istituire un rapporto tra l’agricoltore americano e quello
cinese il risultato sarebbe questo: un agricoltore americano ha a
disposizione mediamente una quantità di terre irrigabili pari quelle di
2440 agricoltori cinesi.
L'urbanizzazione è il fattore chiave nella riduzione delle disparità cinese di reddito rurale-urbano. Accelerare l'urbanizzazione contribuirà poi a diminuire la disparità di reddito in Cina (Jiandong Chen et al. 2010). Certo che per il mainstream anticinese (compresa la sinistra radicale) in Cina siamo in presenza di una urbanizzazione selvaggia. Tanto più che per risparmiare il terreno per l'agricoltura la popolazione dovrebbe necessariamente concentrarsi in città con edifici sviluppati in altezza piuttosto che in estensione.
E' molto difficile rompere la struttura duale sociale urbano-rurale se viene considerata solo la questione dell'aumento deil reddito rurale. L'importanza e l'urgenza di rompere la struttura sociale duale urbano-rurale è già stato manifestata dalle risoluzioni della terza sessione plenaria del Partito comunista cinese 17° Comitato centrale, secondo cui è arrivato il momento di rompere la struttura urbano-rurale portando ad una nuova era di sviluppo economico e sociale uniforme per le aree urbane e rurali. In altre parole, la chiave per rompere la struttura duale è promuovere il processo di urbanizzazione in Cina.
Il governo spinge per la costruzione di agglomerato cittadini nelle città occidentali, in particolare, Chengdu-Chongqing. Il distretto occidentale detiene surplus di manodopera rurale che può essere assorbita nella costruzione di grandi città. La pressione della richiesta di lavoro dal trasferimento su larga scala del lavoro rurale può essere assorbita dalla pressione della costruzione delle infrastruttura di conglomerati cittadini e da piccole e medie città.
In termini di sviluppo industriale, l'industria ad alta intensità di lavoro, in particolare il settore dei servizi dovrebbe essere sostenuta, dal momento che ci saranno alcune difficoltà ed ostacoli nel trasferimento lavoro rurale che ha una istruzione e qualificazione limitata direttamente nei settori moderni nelle città, al contrario, con una soglia ingresso basso, il terziario può assorbire un gran numero di lavoratori rurali (Jiandong Chen et al. 2010).
Vi è, inoltre, un altro modo efficace per abbassare la disparità di reddito urbano-rurale, trasferendo cioè il lavoro rurale da zone remote meno sviluppate nelle parti centrali e occidentali della Cina alle città di medio-piccole dimensioni o nelle aree economicamente sviluppate. Questa strategia permetterà di migliorare non solo il processo di urbanizzazione, ma anche il reddito medio dei residenti rurali. Con il declino della popolazione rurale povera, il reddito medio rurale aumenterà e il divario di reddito pro capite urbano-rurale diminuirà.
Certo, il trasferimento del surplus di lavoro rurale si basa sulla capacità di creare maggiori opportunità di lavoro che, ovviamente, derivano dallo sviluppo economico. Sicuramente la crescita economica non può risolvere automaticamente in Cina le disuguaglianze di reddito, ma le disparità di reddito sono difficilmente migliorarabili senza di essa (Jiandong Chen et al. 2010)
Concludiamo con una nota di Alberto Gabriele: "nel 2011, per la prima volta nella storia della Cina, la popolazione urbana ha superato in numero – secondo fonti ufficiali – quella rurale. Il processo di urbanizzazione è destinato a continuare a ritmi sempre più intensi. Come dimostrato dalla esperienza di molti altri paesi (tra cui l’Italia) e dalle stesse leggi dell’aritmetica, questa tendenza (in parte spontanea, in parte promossa e pianificata dallo Stato) contribuisce fortemente alla eliminazione tendenziale della povertà rurale e delle diseguaglianze di reddito tra città e campagna. (Gabriele 2012).
Arrighi, Giovanni 2008. Adam Smith a Pechino. Genealogie del ventunesimo secolo. Feltrinelli.
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Kuznets, Simon 1955. Economic Growth and Income Inequality. American Economic Review 1955, N° 45, pp.1-28.
Distribuzione
procapite delle risorse della terra
|
||
Tipo
di terreno
|
Media
mondiale (Ettari)
|
Cina
(Ettari)
|
Coltivabile
|
0.29
|
0.12
|
Foreste
|
0.74
|
0.12
|
Pascoli
|
0.65
|
0.25
|
Totale
|
2.47
|
0.84
|
Fonte:
FAO (Li Xiaoyun 1997)
|
Confronto
USA-Cina nel 2007 al massimo del Coefficiente Gini per la Cina
|
||||
Paese
|
Popolazione
dedita all’agricoltura
|
2%
sull’intera forza lavoro
|
Terra
irrigata km2
|
Disponibilità
di terra irrigabile in km2 per
agricoltore
|
USA
|
916.000
|
0,6%
|
223.850
|
0,24
|
Cina
|
345.419.000
|
43%
|
545.960
|
0,001
|
L'urbanizzazione è il fattore chiave nella riduzione delle disparità cinese di reddito rurale-urbano. Accelerare l'urbanizzazione contribuirà poi a diminuire la disparità di reddito in Cina (Jiandong Chen et al. 2010). Certo che per il mainstream anticinese (compresa la sinistra radicale) in Cina siamo in presenza di una urbanizzazione selvaggia. Tanto più che per risparmiare il terreno per l'agricoltura la popolazione dovrebbe necessariamente concentrarsi in città con edifici sviluppati in altezza piuttosto che in estensione.
E' molto difficile rompere la struttura duale sociale urbano-rurale se viene considerata solo la questione dell'aumento deil reddito rurale. L'importanza e l'urgenza di rompere la struttura sociale duale urbano-rurale è già stato manifestata dalle risoluzioni della terza sessione plenaria del Partito comunista cinese 17° Comitato centrale, secondo cui è arrivato il momento di rompere la struttura urbano-rurale portando ad una nuova era di sviluppo economico e sociale uniforme per le aree urbane e rurali. In altre parole, la chiave per rompere la struttura duale è promuovere il processo di urbanizzazione in Cina.
Il governo spinge per la costruzione di agglomerato cittadini nelle città occidentali, in particolare, Chengdu-Chongqing. Il distretto occidentale detiene surplus di manodopera rurale che può essere assorbita nella costruzione di grandi città. La pressione della richiesta di lavoro dal trasferimento su larga scala del lavoro rurale può essere assorbita dalla pressione della costruzione delle infrastruttura di conglomerati cittadini e da piccole e medie città.
In termini di sviluppo industriale, l'industria ad alta intensità di lavoro, in particolare il settore dei servizi dovrebbe essere sostenuta, dal momento che ci saranno alcune difficoltà ed ostacoli nel trasferimento lavoro rurale che ha una istruzione e qualificazione limitata direttamente nei settori moderni nelle città, al contrario, con una soglia ingresso basso, il terziario può assorbire un gran numero di lavoratori rurali (Jiandong Chen et al. 2010).
Vi è, inoltre, un altro modo efficace per abbassare la disparità di reddito urbano-rurale, trasferendo cioè il lavoro rurale da zone remote meno sviluppate nelle parti centrali e occidentali della Cina alle città di medio-piccole dimensioni o nelle aree economicamente sviluppate. Questa strategia permetterà di migliorare non solo il processo di urbanizzazione, ma anche il reddito medio dei residenti rurali. Con il declino della popolazione rurale povera, il reddito medio rurale aumenterà e il divario di reddito pro capite urbano-rurale diminuirà.
Certo, il trasferimento del surplus di lavoro rurale si basa sulla capacità di creare maggiori opportunità di lavoro che, ovviamente, derivano dallo sviluppo economico. Sicuramente la crescita economica non può risolvere automaticamente in Cina le disuguaglianze di reddito, ma le disparità di reddito sono difficilmente migliorarabili senza di essa (Jiandong Chen et al. 2010)
La
Figura 4 (a sinistra) riportata sopra mostra la percentuale della
popolazione urbana che aumenta dal cinque per cento al 90 per cento, il
coefficiente di Gini nazionale sale fino a 0,4230-0,4755 e poi scende a
0,3613, mentre il coefficiente di Gini tra aree urbane e rurali sale da
0,0951 a 0,2846 e poi scende a 0,0667. Con l'urbanizzazione, la disparità di reddito
sale e poi scende. La percentuale di popolazione urbana corrispondente
al più alto coefficiente di Gini nazionale è di circa il 26 per cento, e
la percentuale del popolazione urbana nel 2005 ha raggiungo il 43
per cento, il che significa che un ulteriore urbanizzazione contribuirà
alla parità di reddito nazionale. Inaftti oggi che è al 50% sta discendendo, Secondo la teoria economia duale di
Lewis (Lewis, 1954), durante il periodo iniziale
dell'industrializzazione, i settori industriali urbani raggiungono i
maggiori profitti all'interno della società. Come risultato, aumenta la
disuguaglianza di reddito tra settori industriali urbani e i settori
tradizionali rurali. Più la popolazione rurale si trasferisce verso le aree
urbane, più diminuisce il surplus di lavoro rurale. Di conseguenza, il
reddito rurale si avvicinerà al reddito medio della società, portando
necessariamente alla diminuzione della disuguaglianza del reddito
urbano-rurale. Basandosi sul modello del settore duale di Lewis, Simon Kuznets
(1955) esaminando i progressi economici dei paesi sviluppati,
sostiene che la disparità di reddito si evolve con un modello ad U rovesciato, cioè, prima aumenta e poi decresce. Pertanto,
l'urbanizzazione esercita un effetto criuciale sulla disuguaglianza del
reddito nazionale (Jiandong Chen et al. 2010)
La Cruva di Kuznets rappresenta l'evolversi delle economie che nel pieno del loro sviluppo dovrebbero manifestare il maggiore indice di disegualianza, che poi ritorna ad abbassarsi. |
Bibliografia
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