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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

domenica 10 novembre 2013

6.4.4: Come è migliorata la qualità della vita dei cinesi: l’Indice di Sviluppo Umano

6.4 Verso il benessere


Nessun paese è mai progredito nel benessere del proprio popolo –in nutrimento, alfabetizzazione, sanità, alloggi- come la Cina in questi venti anni. 
Deng Xiaoping

In Cina ci sono regioni che si potrebbero confrontare con i paesi ricchi. Ma il paese nel suo complesso rimane un paese in via di sviluppo. Tre criteri sono utilizzati per classificare un paese in questa categoria: Indice di sviluppo umano (ISU), PIL pro capite e salari medi. I tre criteri non lasciano dubbi: la Cina è ancora un paese in "via di sviluppo".

Evoluzione dell'indice di sviluppo umano. Nel 1950 la Cina era probabilmente uno dei paesi con il livello più basso al mondo. Oggi il paese con il minore sviluppo umano è il Niger con 0,34.
Se si esamina l'ISU il paese raggiunge il 104° nel ranking mondiale (su 186 paesi). E 'un dato nettamente superiore a quello dell'Africa, ma ancora al di sotto dell'America Latina. Per quanto riguarda il PIL pro capite, è classificata al 91° posto. Il PIL pro capite in Francia è otto volte superiore a quello della Cina e il salario medio è di quasi nove volte superiore. Naturalmente qui si considera lo stipendio al cambio della moneta e non quello in rapporto alla capacità d'acquisto che è molto più favorevole per il lavoratore cinese.
Pertanto, non ha senso paragonare la Cina con i paesi del nord del mondo. Tuttavia, è ciò che accade continuamente. La Cina è considerata in rapporto all'Europa e le sue performance sono misurate con il metro dei paesi ricchi. E' come paragonare i praticanti di uno sport dilettantistico con un atleta professionista di alto livello. In realtà si dovrebbe confrontare la Cina con i paesi comparabili, cioè i paesi del sud del mondo (Vandepitte 2012). E' ciò che cercheremo di fare qui.

Aumento dell'ISU nel mondo
Lasciamo parlare uno studioso critico verso la Cina: "I traguardi raggiunti sono straordinari: una crescita media annua del 9 per cento negli ultimi venticinque anni (circa 10 per cento negli ultimi quindici), un reddito procapite che si è sestuplicato e quattrocento milioni di persone sottratte alla povertà" (Hutton, p. 101). Scrive in un sito trotzkista una militante filippina: "Il movimento socialista, in particolare nella regione dell'Asia, deve studiare e cercare di capire questi sviluppi. Mettere la Cina semplicemente nel paniere della "via capitalista" e ignorando gli sviluppi nel paese è un grosso errore. Indubbiamente le conquiste della grande rivoluzione cinese del 1949 hanno gettato le basi per questi sviluppi, la riforma agraria che ha rotto le relazioni semi-feudali del latifondismo in campagna (a differenza delle Filippine o anche l'India oggi) e ha gettato le basi per i grandi passi avanti nello sviluppo umano" (Mohideen 2010). Abbiamo già accennato al grande consenso del governo cinese presso i propri cittadini che alla fine sono quelli che guidicano. L'87% dei cinesi sono soddisfatti della situazione economica, un risultato senza precedenti nel mondo. Seguono la Germania con il 73%, davanti a Brasile con il 65%.  Nell'Unione europea, tuttavia, solo il 16% della popolazione è soddisfatto. Naturalmente, quando si analizza il sentimento di soddisfazione dell'individuo per la propria situazione economica, si ottiene un risultato naturalmente indebolito. Bisogna tenere presente che in Cina il PIL pro capite è quasi sei volte inferiore a quella dell'Italia, e che il tenore di vita nell'Occidente del paese è equivalente a quella di Egitto. Questo non impedisce al 69% degli intervistati di ritenersi soddisfatti della propria situazione economica personale. Solo il Brasile (75%) e Germania (74%) sembrano essere più felici. Inoltre, i cinesi guardano al futuro con ottimismo: l'84% ritiene che la situazione migliorerà, e il 57% ritiene che i loro figli avranno una vita più facile rispetto ai loro genitori. A titolo indicativo, solo il 9 per cento degli europei ne è convinto (Vandepitte 2013 b).

Il reddito pro capite è aumentato in modo significativo. Tra il 1978 e il 2007 il reddito disponibile pro-capite dei residenti urbani al netto dell’inflazione è cresciuto al tasso medio annuo del 7,2% per i residenti urbani e al 7,1% per i residenti rurali dei quali si può dire tutto tranne che non abbiano beneficiato del boom economico. Mentre negli ultimi venti anni il PIL pro-capite è cresciuto in modo addirittura maggiore, in media del 9% all'anno, raddoppiando ogni otto anni. Durante lo stesso periodo, solo dodici paesi hanno registrato una crescita del PIL pro capite di oltre il 4%. In 19 paesi, si è avuto il declino. Ma in molti paesi, la crescita economica non si traduce in progresso sociale (proporzionale). In Cina, negli ultimi tre anni, l'aumento dell'indice di sviluppo umano (ISU) è stato praticamente il più alto del mondo e tre volte superiore alla media mondiale. Virtualmente l'intera popolazione è stata in grado di aumentare notevolmente il consumo di cibo, vestiario e abitazioni. Secondo le Nazioni Unite "la Cina ora ha in gran parte eliminato la povertà assoluta e ha affrontato le necessità di cibo e vestiario per 1,3 miliardi di persone" (Mohideen 2010). Un altro paese socialista il Vietnam ha avuto pure buoni risultati.
Ma negli ultimi anni, l'economia rurale è cresciuta più velocemente di quella delle città, qualcosa senza precedenti negli ultimi decenni. Dal 2006, le autorità hanno investito 6.000 miliardi di yuan ($ 750.000 milioni di euro) per lo sviluppo rurale, cioè quasi quanto il pacchetto di stimolo varato dall'amministrazione Obama dopo la crisi finanziaria del 2008. Il 95% dei cinesi hanno già strade asfaltate, linee telefoniche e forniture di energia elettrica, acqua e gas. In confronto, solo il 50% degli abitanti di India può dire lo stesso.Niente elettricità significa niente frigoriferi, luce, ventilatore, televisore, lavatrice o altri elettrodomestici. Tuttavia, circa al 27% della popolazione dei paesi in via di sviluppo mancano di questa dotazione di base. In Cina è solo lo 0,6%.  Nel 2003, solo il 3% della popolazione rurale aveva sottoscritto un'assicurazione sanitaria, rispetto al 97,5% di dieci anni dopo e al 99% del 2013. Ora, anche i cosiddetti migranti interni nelle aree urbane ne usufruiscono.
Negli ultimi dieci anni la straordinaria crescita economica, ha portato ad un forte aumento del livello di benessere, che accompagnati alla stabilità politica hanno rafforzato la posizione della Cina sulla scacchiera mondiale. Dieci anni fa la Cina era solo la sesta economia mondiale, ora è al secondo posto ed è diventata la più grande potenza manifatturiera e il più grande esportatore al mondo. Questo periodo è stato caratterizzato dalla creazione di centinaia di milioni di posti di lavoro, con un 10,7% il tasso di crescita media annua e PIL pro capite quintuplicato (1000-5400 dollari). Il reddito disponibile pro capite, nel frattempo, è aumentato del 8,1% per anno nelle zone rurali e del 9,2% nelle aree urbane. Risultati che nella maggior parte del mondo si possono solo sognare.
Il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà (meno di 1,25 dollari al giorno) è diminuita di 190 milioni, dal 28% al 13% della popolazione. La Cina ha il più alto indice di crescita dello sviluppo umano in tutta l'Asia orientale. L'Human Development Index, HDI,  è un importante indicatore delle Nazioni Unite per valutare il livello di sviluppo sociale di un paese. L’Indice di Sviluppo Umano (ISU) tiene conto del PIL procapite a parità di capacità d’acquisto ma anche degli indici di inquinamento, della scolarizzazione, tasso di analfabetismo, delle aspettative di vita. L’indice elaborato dalla UNDP (United Nations Development Programme), una prestigiosa agenzia dell’ONU i cui consulenti sono economisti come Amartya Sen, che sostengono che lo sviluppo umano non può essere calcolato solamente in base alla crescita economica.

La UNDP ha dichiarato l’8 settembre 2005 che la Cina ha registrato negli ultimi due decenni uno dei più rapidi miglioramenti dello sviluppo umano nella storia. L'UNDP li definisce addirittura impressionanti (1). Inoltre la Cina ha già raggiunto la meta degli obbiettivi di sviluppo del millennio (mete quantificate per ridurre la povertà estrema fino al 2015). Dal 1990 il suo ISU è aumentato di circa il 20%. Il confronto con la Federazione Russa indica chiaramente che la transizione all’economia di mercato non ha affatto danneggiato la Cina mentre ha fatto parecchi danni in Russia negli anni ‘90. Nel 2002 il reddito lordo per abitante ha superato la prima volta i 1.000 dollari e ha passato i 2.000 quattro anni più tardi, per l’esattezza 2010 dollari nel 2006 (Revenu moyen 2007), consentendogli di passare da paese a reddito basso a paese a reddito medio secondo i criteri della World Bank. Secondo le previsioni il reddito doveva essere di 3.000 dollari nel 2020 cifra che è stata superata con anni di anticipo. Infatti nel 2012 era di oltre 6 mila dollari. Oggi sul mercato cinese non esiste più il fenomeno della scarsità dei generi alimentari o di uso quotidiano (che era endemico nell’URSS pur più avanzata della Cina maoista). Anche la struttura dei consumi dei cittadini ha visto un grande mutamento. Fra le spese, quelle per gli alimentari, l’abbigliamento e i generi di uso quotidiano, che riflettono le esigenze di vita fondamentali, hanno visto in percentuale un forte calo, mentre le spese per la casa, i trasporti, le telecomunicazioni, la sanità, l’educazione, il tempo libero e il turismo hanno registrato un rapido aumento, il che riflette il forte innalzamento della qualità della vita. Il coefficiente di equilibrio nella utilizzazione dei redditi ovvero l’Indice Engel ci dice che se le spese alimentari sono più del 59% abbiamo un livello di povertà, tra 50-59% il livello è adeguato, tra il 30-40% buono e con meno del 30% si può definire ottimale. La parte di salario consacrata all’alimentazione è scesa dal 1978 al 2007 dal 68 al 45% nelle campagne e dal 58 al 37% 36 nelle città (Franssen 2007).

Gli studenti cinesi hanno le migliori performance del mondo
Dal 1979 al 1999 il prodotto interno lordo è cresciuto in Cina del 583%. Calcolando l'aumento della popolazione nello stesso periodo, il tenore di vita medio è migliorato del 422% ossia più di quattro volte in termini reali (Masi 2000). Dal 1979 al 2005, il PIL è cresciuto di 9,4 volte con un tasso annuale di crescita del 9,6% e il Pil procapite è aumentato di 8,1 volte con un aumento annuo del 8,4%.
Dal 1978 al 2007, il PIL della Cina è passato da 150 miliardi di dollari a più di 8.227 miliardi di dollari, ossia con un aumento del 55 volte con una crescita annuale maggiore del 9,5% il che fa della Cina un unicum. Durante i 27 anni dal 1952 al 1978, il PIL della Cina è aumentato solo di 3,72 volte con un aumento annuale del 5,9%; a causa all’alto tasso di crescita della popolazione il PIL procapite crebbe solo di 1,8 volte e la crescita annuale era del 3,9%.

Nel rapporto sullo Sviluppo Umano delle Nazioni Unite del 2005 già si affermava che la Cina aveva ottenuto ”progressi impressionanti nella riduzione della povertà”. La percentuale di persone che vivono in estrema povertà nel Pakistan è circa 2 volte più alta, e tre volte superiore in India (Vandepitte 2013). La mortalità infantile è forse il miglior indicatore che rende lo sviluppo sociale di un paese, perché questo indicatore da solo comporta un insieme di altri fattori: l'assistenza sanitaria, cibo e acqua potabile, il livello di istruzione della madre, l'alloggio, i servizi igienico-sanitari. Nel Pakistan muoiono cinque volte più bambini che in Cina, in India 3,5 volte. Il rapporto dell'UNDAP prevede che, in proporzione, tra il 2010 e il 2015, in India moriranno cinque volte più bambini e 8,4 volte di più in Pakistan che in Cina (Vandepitte 2012).

Lo sviluppo della nazione attraverso le scienze e l’educazione è stato uno dei principali aspetti dell’azione del governo. In India, l'analfabetismo è sei volte più alto, e in Pakistan, sette volte superiore a quello della Cina.
L’impresa educativa in Cina ha fatto enormi passi in avanti. Il numero di cinesi analfabeti con più di 15 anni è sceso dal 25% della popolazione, nel 1980 (nel 1977, solo il 66% è alfabetizzato), al 3,58 nel 2008. Il tasso di alfabetizzazione è superiore al Brasile con il 90,4 e all'India 62,8. La Le scuole materne hanno 23 milioni di allievi. Dal 1986 l’obbligo scolastico di nove anni e lo sradicamento dell’analfabetismo tra i giovani sono ormai acquisiti. La scuola dell'obbligo comprende la scuola elementare e la scuola media. L'articolazione fra i due cicli è a discrezione delle autorità regionali. Il sistema più diffuso è quello 6 (elementari) + 3 (medie), comune nelle città, seguito dal sistema 5 (elementari) + 4 (medie), in uso in circa metà delle zone rurali del Paese. E' anche vigente un sistema che prevede nove anni di scuola unificata senza divisione in cicli, di ispirazione sovietica, ma è diffuso solo in aree periferiche.

Secondo il National Bureau of Statistics (NBS), nel 2010, in Cina le istituzioni di istruzione superiore di varie forme avevano circa 31 milioni di studenti, circa 8 milioni in più rispetto al 2005 e circa 1 milione in più rispetto al previsto, con un aumento del 35 per cento. L'iscrizione di studenti universitari e studenti a livello di college ha raggiunto circa 22 milioni, con un incremento del 43 per cento rispetto al 2005. Ci sono stati circa 1,5 milioni di studenti post-laurea e circa 5,4 milioni di studenti universitari e di college, in aumento del 57 per cento e 23 per cento, rispetto all'anno precedente. Nel 2010, il tasso di iscrizione all'istruzione superiore della Cina ha raggiunto il 27 per cento, con un incremento di quasi il 6 per cento rispetto al 2005. La cifra è quasi il 2 per cento superiore alla meta prevista. Cina ha il maggior numero di insegnanti del mondo. Il livello di preparazione degli insegnanti in scuole e università a tempo pieno, ha continuato a crescere, mentre l'ambito dell'istruzione superiore è in espansione (China's higher 2011). Dal 2008 lo stipendio degli insegnati delle campagne è lo stesso di quello delle città.


Il governo ha esentato gli studenti rurali nella Cina occidentale (dove i tassi di abbandono erano relativamente elevati) da tasse e contributi vari, e dal 2007 il governo ha deciso di rinunciare alle tasse per l'istruzione obbligatoria rurale in tutto il paese e di fornire libri di testo gratuiti e spese di vitto e alloggio. Nelle campagne le uniformi sono gratuite in molte province povere. Nel 2008 ha rinunciato alle tasse anche per l'istruzione obbligatoria urbana. Di queste misure hanno beneficiato 150 milioni di studenti in età scolastica fino al compimenti dei 15 anni. Dal 2008 i 500.000 studenti più poveri delle scuole superiori e universitarie ricevono un aiuto mensile in denaro. Nel 2006 erano ancora 50 mila. Nel 2005 il bilancio annuale di formazione è pari al 3,41% nel 2005 del PIL notevolmente ampliato è infatti aumentato di 60 di volte da 7,5 miliardi di yuan nel 1978 (circa il 2% del PIL) a 453 miliardi di yuan nel 2005 (che si spendesse di più per l'istruzione prima delle riforme è un'altra delle solite frottole che piacciono tanto a sinistra). Nel 2011 era il 3,93% del PIL. I tassi di iscrizione sono aumentati - il 99% a livello di scuola primaria e il 95% nella scuola media inferiore - e il tasso di alfabetizzazione degli adulti è salito a oltre il 90% nel 2006, superiore alla media mondiale che si attestava al 78%. Il numero medio di anni di istruzione ricevuta dalle persone di oltre 15 anni è passato da 5,3 anni del 1982 agli 8,5 anni nel 2005. 

Circa 8 milioni di studenti si laureeranno negli istituti di educazione superiore cinesi nel 2013. (Graduates Look 2013). Un numero sette volte maggiore di quello del 1998. Nell’ultimo decennio il numero dei college è raddoppiato. Tre giovani su cinque ottengono un diploma delle scuole superiori, mentre nel 1998 i diplomati erano uno su sei.

La Cina è il paese che conta più studenti universitari e delle scuole superiori. 1,1 milioni di studenti seguono un insegnamento postuniversitario. Lo stato sta organizzando un sistema dell’alta formazione che si apre al mercato del lavoro, aperto ai finanziamenti privati da parte di aziende non necessariamente private, e che punta sull’internazionalizzazione: apertura alle università straniere, scambio di studenti e ricercatori e fino alla gestione delle scuole e delle università cinesi con partner stranieri. La Cina, inoltre, sta vivendo la massificazione dell’Università che l’Italia conobbe a fine sessanta e durante gli anni settanta. Nelle università cinesi ci sono un milione di studenti stranieri. Nel 1990, il 3% dei giovani con più di 18 andavano all’Università o alla scuola superiore. Sono stati il 23% nel 2010 e saranno il 40% nel 2020. Alla fine del decennio passato più del 5 % dei giovani al primo impiego avevano un titolo universitario o superiore non universitario. Nel 2050, dovranno essere il 44%. Gli studenti sfruttano l’abnegazione allo studio tipica dei paesi a cultura confuciana e l’immenso bisogno del mercato del lavoro cinese di personale altamente qualificato. Molti di loro, finiti gli studi, torneranno a Pechino, Shanghai e nelle altre città. A differenza di altri paesi poveri, infatti, la Cina ha capito che puntare sull’innovazione e la tecnologia è uno dei mezzi attraverso i quali mantenere alti tassi di crescita economica e sociale. Molti studenti al ritorno hanno impiantato nuove aziende.

Secondo il Quotidiano del popolo (17 novembre 2003) e le statistiche del ministero dell'educazione, a partire l'inizio delle riforme nel 1978 più di 580.000 cinesi sono andati a studiare all’estero e di questi 150.000 erano già ritornati in Cina. Fra l'altro questi laureati "di ritorno" hanno dato vita a più di 5000 aziende in tutto il paese, generando un reddito di più di 10 miliardi di yuan. E sono cifre di dieci anni fa. Molti studiano nelle Università americane, che sono anche quelle più all’avanguardia. L’interesse è reciproco: i cinesi hanno bisogno dell’alta formazione migliore al mondo, e le università statunitensi hanno bisogno di ricercatori stranieri all’altezza. I loro non bastano. Le università USA sono piene di ricercatori italiani e asiatici. Studenti che vanno, studenti che vengono. La Cina continua ad essere la destinazione più popolare nella regione per gli studenti stranieri, anche se, al terzo posto tra i paesi che ospitano più studenti a livello internazionale (Sheehy 2013).

Come saranno distribuiti i laureati
nel mondo tra i 25 e i 34 anni nel 2020
Il tema guida della riforma dell'istruzione cinese tra il 2010-2020 è quello di costruire le basi per una società dell'apprendimento (Learning society) secondo la filosofia educativa supportata dall'OCSE e dall’UNESCO attraverso la modernizzazione dell'attuale sistema educativo nel suo complesso. Obiettivo principale di un sistema modernizzato è quello di essere in grado di consegnare le risorse umane competitive di livello mondiale per il mondo del lavoro. La riforma dell'istruzione verrà effettuata su tutti i livelli di istruzione, vale a dire pre-scolastico, elementare-medio, scuola superiore, professionale, universitario, educazione continua, delle minoranze, e dell’educazione speciale (Quosdorf, Frank 2010).

Secondo i Stephen S. Roach di Yale: "La Cina ha fatto enormi passi avanti nella formazione del capitale umano. Il tasso di alfabetizzazione degli adulti è quasi pari al 95%, mentre il tasso di iscrizione alle scuole secondarie è dell’80%. Gli studenti quindicenni di Shangai si sono classificati recentemente primi a livello globale in matematica e lettura secondo gli standard del sistema metrico PISA. Il numero di laureati in ingegneria e scienza presso le università cinesi è attualmente pari a più di 1,5 milioni su base annuale. Il paese è sulla strada giusta per diventare un’economia basata sulla conoscenza e l’informazione" (Roach 2011).

La Cina sta vivendo anche un grande boom artistico e culturale con una certa quantità di film che ormai vanno anche all’estero.

La maggior parte dei paesi del sud hanno un alto tasso di violenza. La Cina ha alcuni eccellenti statistiche in questo senso. I paesi ricchi sono il doppio di omicidi pro capite della Cina. In Asia il numero è da quattro a sei volte, quello dell'America Latina anche venti volte. L'immagine è simile nel caso del numero di giornalisti uccisi. Cifre sensibilmente migliori della stessa Europa.

Da notare che la Cina ha meno giornalisti uccisi che Israele, 
il beniamino dell'Occidente
Per finire diamo uno sguardo al rapporto tra ISU e le varie realtà della Cina e scopriamo che sebbene i dati siano di qualche anno fa alcune realtà della Cina sono ormai di livello molto alto. Hong Kong e Macao che sono amministrati dalla Cina, è bene ricordarlo, sono considerati ad altissimo sviluppo umano (paragonabili alla Norvegia) come pure Shanghai (simile al Canadà). Ad alto sviluppo umano sono Pechino (Israele), Tianijng (Gran Bretagna), Guandong (Emirati Arabi), Zhejiang (Cipro), Jiangsu (Brunei), Liaoning (Estonia), Shandong (Qatar), Jilin (Ungheria), Hebei (Lituania), Heilongjiang (Portogallo), Fujian (Barhain), Mongolia Interna (Cile), Shanxhi (Argentina). L'Henan, lo Hubei e l'Hainan sono paragonabili all'Uruguay, quindi a medio sviluppo umano come le restanti provincie del paese.

Note
(1) L'UNDAP suggerisce che, in termini di 'indice di sviluppo umano' ampio, che ruota attorno alla speranza di vita, aell'educazione e agli standard di vita, la Cina ha migliorato più veloce di qualsiasi altra regione del mondo dal 1975, e ha fatto meglio di qualsiasi altro regione del mondo dal 1990 (Woudhuysen, James 2007).
Bibliografia
China's higher 2011. China's higher education students exceed 30 million, People's Daily Online, 11 Marzo 2011.
Franssen, Peter. 2007. Le développement du socialisme en Chine, Etudes Marxistes (78) (19 Novembre). 
Graduates Look 2013. Graduates Look to Second-tier Cities as Job Market Tightens, Economic Observer Online, 23 Maggio 2013
Quosdorf, Frank 2010China defines road map for becoming a learning society by 2020, 14 Giugno 2010.
Roach, Stephen S. 2011. Dieci ragioni del perché la Cina è diversa, Project Syndicate,
Sheehy, Kelsey 2013. Explore the World's Top Universities, US News, 8 Ottobre 2013.
Vandepitte,Marc 2012 ¿Qué podemos esperar de China los próximos años? Rebelion,13-12-2012.
Vandepitte, Marc 2013. Rapport sur le développement humain 2013 : des chiffres surprenants, Investig’Action, 4 Giugno 2013.
Woudhuysen, James 2007. Three cheers for China’s ‘economic miracle, Spiked, 24 Lugliio 2007



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Debunkers dei miti sulla Cina. Avversari della teoria del China Collapse e del Social Volcano, nemici dei China Bashers.