6.3 Disugualianze
La discrepanza nella prosperità nella campagna attualnente è solo un problema legato al fatto che "qualcuno si arricchirà prima e gli altri dopo." In nessun modo questo può essere considerato polarizzazione. Si va sulla strada della prosperità generale. Ma è illusorio pensare che oltre 800 milioni di contadini potessero arrivare al benessere dal giorno alla notte.
Editoriale del Quotidiano dei lavoratori del 1983 cit. in Greenfield e Leong 1997.Scrive Giuseppe Amata su Contropiano a proposito del terzo plenum del Partito Comunista Cinese tenutosi nel 2013: "Nella risoluzione si riaffermano le scelte fondamentali compiute negli ultimi trent’anni di riforme ed apertura al mondo esterno e proprio dallo sviluppo di queste si è discusso l’approfondimento delle riforme in molti settori della vita economica e sociale della Cina per realizzare gli obiettivi sanciti dal 18° Congresso che vedranno entro il 2020 (centenario della nascita del PCC) il raddoppio del PIL del 2010, con la riduzione delle differenziazioni tra settore industriale ed agricolo, tra territori dell’est e dell’ovest e tra città e zone rurali, infine tra classi sociali con l’incremento dei salari più bassi e con la costruzione di un sistema di sicurezza sociale e sanitaria. Questo obiettivo intermedio per il 2020 sarà la base per ulteriori traguardi già prefissati per il centenario della nascita della RPC, vale a dire il completamento della realizzazione di una società socialista"(Amata 2013). Ma come sta la Cina a proposito di inugualianze oggi?
1) Come sostiene un economista marxista, Hiroshi Ohnishi, i tentativi di eliminare la povertà attraverso l'egualitarismo portano dritto alla catastrofe economica. La povertà si combatte con lo sviluppo economico lasciando che alcune zone o regioni facciano da battistrada. Deng Xiaoping docet.
2) I maggiori successi nella lotta alla povertà si sono avuti nei periodi di forte sviluppo economico. Qualsiasi marxista ben nato sa d'altra parte che è impossibile "decrescere" e uscire dalla povertà.
3) La disugualianza economica non è soltanto necessaria ma auspicabile per motivare al lavoro, all'investimento e al rischio ed è, a determinate condizioni, un segno del successo di una economia socialista che si muove verso nuovi e più avanzati rapporti di produzione. Infatti dove il modello del socialismo di mercato si è sviluppato compiutamente ossia nelle città della costa, pur provocando la disugualianza con le parti più arretrate del paese, ha oscurato persino gli evidenti successi delle zone rurali nella lotta contro la povertà. Oggi sono pochi i poveri che vivono nelle città.
4) I cinesi non sono contrari alla disuguaglianza se se si basa sul merito, lo sforzo, o l'assunzione di rischi. Infatti, la disparità di reddito offre alle persone incentivi o altre opportunità per migliorare la propria posizione economica coerentemente con la teoria materialistica di Marx.
5) Gli stipendi differenziati (lo erano anche nel periodo maoista) devono incentivare l'acquisizione da parte dei lavoratori di nuove tecniche e premiare la preparazione tecnico-scientifica ovvero l'avanzamento delle forze produttive attraverso lo sviluppo di competenze che pongono le basi per il passaggio a rapporti di produzione più avanzati. Con la maggiore offerta di laureati gli stipendi tenderanno a riequilibrarsi. Marx aveva auspicato che nella fase socialista a ciascuno materialisticamente doveva andare ciò che gli aspettava in rapporto al lavoro da lui svolto in termini di quantità e complessità.