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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

venerdì 28 marzo 2014

6.3.10: Ricapitolazione sulle disugualianze in Cina.

6.3 Disugualianze



La discrepanza nella prosperità nella campagna attualnente è solo un problema legato al fatto che "qualcuno si arricchirà prima e gli altri dopo." In nessun modo questo può essere considerato polarizzazione. Si va sulla strada della prosperità generale. Ma è illusorio pensare che oltre 800 milioni di contadini potessero arrivare al benessere dal giorno alla notte.
Editoriale del Quotidiano dei lavoratori del 1983 cit. in Greenfield e Leong 1997.

Scrive Giuseppe Amata su Contropiano a proposito del terzo plenum del Partito Comunista Cinese tenutosi nel 2013: "Nella risoluzione si riaffermano le scelte fondamentali compiute negli ultimi trent’anni di riforme ed apertura al mondo esterno e proprio dallo sviluppo di queste si è discusso l’approfondimento delle riforme in molti settori della vita economica e sociale della Cina per realizzare gli obiettivi sanciti dal 18° Congresso che vedranno entro il 2020 (centenario della nascita del PCC) il raddoppio del PIL del 2010, con la riduzione delle differenziazioni tra settore industriale ed agricolo, tra territori dell’est e dell’ovest e tra città e zone rurali, infine tra classi sociali con l’incremento dei salari più bassi e con la costruzione di un sistema di sicurezza sociale e sanitaria. Questo obiettivo intermedio per il 2020 sarà la base per ulteriori traguardi già prefissati per il centenario della nascita della RPC, vale a dire il completamento della realizzazione di una società socialista"(Amata 2013). Ma come sta la Cina a proposito di inugualianze oggi?

1) Come sostiene un economista marxista, Hiroshi Ohnishi, i tentativi di eliminare la povertà attraverso l'egualitarismo portano dritto alla catastrofe economica. La povertà si combatte con lo sviluppo economico lasciando che alcune zone o regioni facciano da battistrada. Deng Xiaoping docet.

2) I maggiori successi nella lotta alla povertà si sono avuti nei periodi di forte sviluppo economico. Qualsiasi marxista ben nato sa d'altra parte che è impossibile "decrescere" e uscire dalla povertà.

3) La disugualianza economica non è soltanto necessaria ma auspicabile per motivare al lavoro, all'investimento e al rischio ed è, a determinate condizioni, un segno del successo di una economia socialista che si muove verso nuovi e più avanzati rapporti di produzione. Infatti dove il modello del socialismo di mercato si è sviluppato compiutamente ossia nelle città della costa, pur provocando la disugualianza con le parti più arretrate del paese, ha oscurato persino gli evidenti successi delle zone rurali nella lotta contro la povertà. Oggi sono pochi i poveri che vivono nelle città.

4) I cinesi non sono contrari alla disuguaglianza se se si basa sul merito, lo sforzo, o l'assunzione di rischi. Infatti, la disparità di reddito offre alle persone incentivi o altre opportunità per migliorare la propria posizione economica coerentemente con la teoria materialistica di Marx.

5) Gli stipendi differenziati (lo erano anche nel periodo maoista) devono incentivare l'acquisizione da parte dei lavoratori di nuove tecniche e premiare la preparazione tecnico-scientifica ovvero l'avanzamento delle forze produttive attraverso lo sviluppo di competenze che pongono le basi per il passaggio a rapporti di produzione più avanzati. Con la maggiore offerta di laureati gli stipendi tenderanno a riequilibrarsi. Marx aveva auspicato che nella fase socialista a ciascuno materialisticamente doveva andare ciò che gli aspettava in rapporto al lavoro da lui svolto in termini di quantità e complessità.

giovedì 6 marzo 2014

6.3.9: Disegualianze regionali (4): Disegualianza come artefatto?

6. L'imminente crollo della Cina
6.3 Disugualianze
Progetto urbanistico per Shenzhen. La differenza del costo delle abitazioni influenza fortemente le disegualinze in Cina che però sono più apparenti che reali
Finora abbiamo ragionato in base alle statistiche cinesi le quali poco ci dicono su due elementi essenziali ovvero sull'uso di inappropriati denominatori (domiciliati vs. residenti) per calcolare il PIL procapite o per il mancato uso di deflattori (il più famoso è il Big Mac) per trovare la reale differenza tra le diverse capacità d'acquisto sul territorio. Ad esempio se abbiamo davanti una città stato come Singapore piccola e piuttosto omogenea spazialmente e con pochi milioni di abitanti è molto probabile che la capacità d'acquisto si piuttosto uniforme a differenza di un continente come la Cina.
L'uso della provincia a livello di PIL pro capite come variabile dipendente tende dunque a produrre risultati distorti (Tsui 2007, Li e Gibson 2012, Chan e Wang 2008). Considerando che i dati del PIL si riferiscono alla produzione nella provincia, i dati sulla popolazione in generale si riferiscono alla popolazione registrata nella provincia ed escludono i migranti rurali-urbani provenienti da altre province che conservano il proprio hukou nei luoghi di provenienza. Questo approccio sovrastima il PIL pro capite nelle province più ricche che attirano i migranti. Poiché la migrazione è cresciuta rapidamente, i tassi di crescita del PIL pro capite di queste province sono esagerati. Pertanto, le prove di divergenza assoluta (ovvero della tendenza di lunga durata alla disugualianza sarebbero un artefatto).

martedì 4 marzo 2014

6.3.8: Disugualianze regionali (3): Disugualianza o riequilibrio?

6. Il mito del Social Volcano
6.3 Disugualianze
"Lasciare che alcuni si arricchiscano per primi". 
Una strategia per vincere la povertà teorizzata da Deng Xiaoping.
E' inevitabile che un paese grande come la Cina abbia grandi differenze spaziali o geografiche nei livelli di reddito. La domanda più interessante è se sia in atto nel tempo una divergenza o una convergenza a livello regionale, cioè, se i processi che producono la "polarizzazione" siano controbilanciati dallo spread effect ossia dalla diffusione, tendenzialmente omogenea, del benessere sul territorio. I processi di polarizzazione sono significativi nelle fasi iniziali di sviluppo economico, ma alla fine cedono il passo ai processi di diffusione del benessere dato che i vantaggi competitivi sono erosi dall'aumento dei costi. In accordo con la teoria economica e con quanto predicato da Deng, il cosidetto rich-first si dovrebbe procedere verso la convergenza cioè verso il riequilibrio. Questo modello è stato trovato oltre che da Ohnishi (che approfondiremo in seguito) anche da Lau (2010) in un esame del PIL pro capite tra le provincie nel periodo 1978-2005.

Le ricerche di Ohnishi sono importanti perché contraddicono le tesi fornite dal mainstream (e dai liberali) sulle disegualianze territoriali in Cina.  Secondo le ricerche ad esempio di Fan et al. (2011, p. 50) la disuguaglianza attribuibile alle differenze di reddito tra le regioni costiere e interne sarebbe aumentata dal 3 per cento al 10 per cento della disuguaglianza totale a livello di provincia tra il 1980 e il 2007. La disuguaglianza tra le province avrebbe un peso maggiore che non quello tra zone rurali e urbana. Utilizzando le indagini CHIP (China Household Income Project), Gustafsson et al. (2007) invece hanno trovato che la proporzione della disuguaglianza nella Cina urbana dovuta alla disuguaglianza inter-provinciale è scesa dal 29 per cento nel 1988 al 19 per cento nel 2002. Il miglioramento principale sarebbe venuto all'interno della Cina orientale, dove l'economia più sviluppata stava diventando più spazialmente integrata (come rilevato per altro dalle ricerche di Ohnishi). In altre parole lo sviluppo si estendeva  dalle SEZ alle zone limitrofe. Il contributo della disuguaglianza inter-provinciale alla diseguaglianza del reddito rurale è salito dal 22 per cento nel 1988 al 39 per cento nel 1995 e si sarebbe stabilizzato fino al 2002 (Gustafsson et al. 2007). Sembra che i primi effetti della polarizzazione siano stati compensati dagli effetti dello spread effects dovuti alla crescente scarsità di risorse lavorative locali come in un certo senso predicato dalla teoria economica.

6.3.7: Disugualianze regionali (2): la riscossa dell'Ovest

6. L'imminente crollo della Cina
6.3 Disugualianze
Chongqing come Chicago. Base del Go West

Scrive il China Daily nel 2012: “Mentre gran parte l'attenzione internazionale è concentrata sul rallentamento della crescita in Cina e il rischio di un cosidetto “atterraggio duro”, ampie zone del paese, soprattutto le zone centrali e occidentali, godono di tassi di crescita senza precedenti”. Il giornale fa l'esempio dello Guizhou, tra le provincie più povere della Cina ,che nel 2011 ha avuto un tasso di crescita del 17,1 per cento contro una media nazionale del 7,6. Ormai sta venendo avanti una Cina a due velocità in cui le provincie più arretrate superano nella crescita quelle più avanzate.

Secondo Zhang Zhi, direttore del Zhongtian Urban Development Group: "Il ritmo di crescita si è accelerato negli ultimi anni. Prima, il Guizhou era relativamente arretrato dal momento che è situato molto all’interno della Cina e in condizioni sfavorevoli per lo sviluppo. Ora, nuove infrastrutture, in particolare le tangenziali e autostrade, hanno gettato una solida base per una futura espansione. Ci sono ora un sacco di investimenti esteri, e un sacco di aziende locali sono pronte a collaborare con aziende estere per il loro know-how e la tecnologia avanzata"(Moody e Hu 2012).
Liu Qian, vice direttore del China Forecasting Service all’Economist Intelligence Unit a Pechino, dice che la crescita più rapida si deve, in parte, alle molte aziende che si trasferiscono lì. "Con l'aumento dei salari nelle province costiere, molte aziende manifatturiere sono alla ricerca di luoghi alternativi e sono stati attratte particolarmente da alcune delle province interne. Non solo ci sono salari più bassi ma molte hanno università piuttosto buone, Un ulteriore vantaggio per province come l'Hunan, l’Henan e lo Anhui, per esempio, è che non sono molto lontano dalla costa. Quindi, con il miglioramento delle infrastrutture, è relativamente più facile spedire le merci all’estero" (Moody e Hu 2012).

Changsha, capoluogo della provincia dell'Hunan, ha una crescita in doppia cifra e ha in programma di investire 829 miliardi di yuan in un aeroporto, in strade e altri progetti di infrastrutture, La scala degli investimenti dovuta anche al piano di stimolo lanciato dal governo centrale è pari al 150% del PIL della città. In programma c'è un hub per linea ferroviaria ad alta velocità Pechino-Hong Kong a 313 km/h. Completati il collegato a Shenzhen, con un tempo di percorrenza di tre ore, e a Pechino. Il tempo di viaggio per la capitale sarà di appena sei ore. Queste infrastrutture rendono più agevoli gli investimenti per l'export da parte delle aziende estere perchè connettono in poche ore questa zona con i porti.

domenica 2 marzo 2014

6.3.6: Disugualianze regionali (1): il Go West

6. L'imminente crollo della Cina
6.3 Disugualianze

PIL procapite per le diverse regioni (provincie)

In Cina ci sono tre fondamentali disparità. Due, quella tra lavoratori industriali e agricoli, quella tra città e campagna le abbiamo già affrontate. Rimane da affronatre quella tra regioni che in Cina si chiamano provincie. La differenza tra regioni costiere e dell’interno si aggiunge a quella tra città e campagna in quanto le regioni litoranee orientali sono prevalentemente industriali e quelle interne sono agricole.  Le differenze sono anche originate sia dalle differenti sorgenti di reddito ad esempio l’aumento degli stipendi nelle aziende collocate in campagna sia dalla differenza nel ruolo dell’educazione in particolare nella spiegazione delle differenze regionali nei redditi cittadini. Dove l'istruzione è più sviluppata i redditi sono maggiori.
Differenze di PILe di consumo procapite tra le varie provincie cinesi nel 1952. Da rilevare la notevole disparità mitigata dai consumi che sono più omogenei, come abbiamo avuto occasione di spiegare riguardo ai sistemi di rilevamento delle disegualinze tra Cina e India.
Il paese viene diviso dal governo in tre principali regioni: le dodici province sviluppate dell’est e della costa, le nove meno sviluppate del centro e le nove sottosviluppate dell’ovest. Il governo ha stipendi differenziati a secondo delle province per i suoi impiegati già dalla metà degli anni ’50.

Chi siamo

Debunkers dei miti sulla Cina. Avversari della teoria del China Collapse e del Social Volcano, nemici dei China Bashers.