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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

martedì 15 luglio 2014

25° di Tienanmen: Parte prima



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15 aprile
15 aprile, con la morte di Hu Yaobang. Gli studenti ne aprofittano per chiedere riforme democratiche di stampo liberale. Il 16 aprile, il quotidiano di Hong Kong "Ming Pao", parla dell'aperta politicizzazione dell'evento. Il 17 durante la notte Wang Dan raduna un migliaio di studenti. Il 18 propone di negoziare assieme a Li Shuk Han, sulla base di sette richieste, le più importanti sono due: in primo luogo, a rivalutare i meriti di Hu Yaobang, in secondo luogo, la fine della lotta contro la liberalizzazione borghese e la fine dei quattro principi cardinali ossia si chiede di fatto la restaurazione completa del capitalismo.  Prima della mattina, gli studenti sono davanti alla Grande Sala del Popolo per presentare una petizione al Comitato permanente. Il personale responsabile ha promesso di trasmettere le loro richieste. 07:30, Wang Dan insiste che mobiliterà più di 6.000 studenti in una manifestazione di solidarietà. 
08:00, i responsabili  dell'Ufficio centrale, invitato i rappresentanti degli studenti per entrare nella Grande Sala , per ascoltare le loro opinioni e richieste. Wang Dan, Guo Haifeng consegnano la petizione. La cosa doveva finire lì ma Wang Dan, sostiene che il dialogo non è soddisfacente, e alza la posta (cosa che farà continuamente il movimento) chiedendo il dialogo Comitato permanente Presidente. La sera alle 07:50, il membro Comitato permanente del Congresso Mazionasle del Popolo Liu Yandong e altri deputati hanno ricevuto le petizioni degli studenti. Erano presenti una dozzina di corrispondenti stranieri. Nel giro di tre ore, più di 2.000 persone si sono riuniti intorno alla porta Xinhua, Chang'an Avenue, bloccando il traffico. Intanto cominciano i primi scontri con i primi poliziotti feriti. Il movimento avrà fin dall'inizio un'ala violenta.


21 maggio 1989
La situazione si fa via via sempre più caotica. Compaiono le prime barricate, già il 21 maggio, che sono un'aperta sfida alla legge marziale:
Quando riusciamo a svoltare sul viale che porta alla guest-house di stato, cominciamo a cadere in preda al panico. Anche questo viale è inondato da un fiume di folla ed a ogni crocicchio l'ingorgo è aumentato dai posti di blocco e da quelle che cominciano ad apparire come le pri­me barricate. Le divisioni corazzate sono accampate a po­chi chilometri e il loro arrivo potrebbe essere imminente, perché — se l'operazione si farà — essa verrà verosimilmente compiuta di notte. I posti di blocco, in questa zona, sono formati da autobus messi di traverso, lasciando soltanto un varco per le camionette che trasportano i gruppi verso la piazza. Le sentinelle di guardia fermano le macchine con targa cinese, controllano i documenti, fanno scendere i conducenti ordinando loro di aprire i portabagagli, per­ché temono che le forze dell'ordine mandino camuffati i loro informatori. Una volta accertata la nazionalità della macchina, fanno di tutto per aprirmi il passaggio, che è tuttavia impresa drammatica: le automobili cinesi che mi precedono sono bloccate, la folla spinge da ogni parte e non c'è spazio per la manovra, per una via d'uscita lunga non più di cento metri perché al prossimo bivio la storia si ripeterà (Fiore 1989, pp. 153-154).



24 maggio
24 maggio ancora feriti, naturalmente tra i militari
Il 24 maggio i primi incidenti reali: "Un gruppo di giovani, appostato sul cavalcavia nella strada ferrata che conduce al quartiere del mercato ortofruttico­lo, ha attaccato la colonna con pietre e mattoni. I soldati si sono fermati, restando per un po' al chiuso dietro i ten­doni abbassati, e poi quando la gragnola di sassi è cessa­ta sono scesi a parlamentare. L'equivoco è continuato an­cora per qualche minuto fra spintoni e ingiurie prima che fosse ristabilita la calma. Dodici contusi e due feriti alla testa nel lancio delle pietre: questo è il bilancio della "bat­taglia di Fengtai" (Fiore 1989, pp. 181-182). Da notare che un esercito chiamato per far rispettare la legge marziale viene attaccato con dei feriti si mette a parlamentare con i black block locali. Cose dell'altro mondo, verrebbe da dire.


28 maggio

Sebbene la Piazza si stia svuotando si assiste alla militarizzazione del movimento che cerca di imporre la propria legge a Pechino:
All'incrocio con la via della stazione ho incontrato un gruppo di giova­ni che stavano innalzando un posto di blocco con le tran­senne metalliche che delimitano le corsie dei ciclisti. Al bi­vio della Dongdan un'altra squadra armeggia con le ban­carelle tirate fuori dal vicino mercato coperto. All'altezza del vecchio Hotel Pechino mi fanno passare dopo aver identificato la targa della macchina. Tien An Men è semivuota, con il solito bivacco di alcu­ne migliaia di studenti in quello che adesso sembra un ac­campamento di naufraghi superstiti di un ammutina­mento avviato all'insuccesso. Il fumo che si alza non è di automezzi incendiati ma dei venditori ambulanti che of­frono brochettes di maiale e montone alla brace. Sul lato est del viale, in direzione di Tientsin, sul cavalcavia del se­condo anello periferico, ho incontrato due posti di blocco fatti con bidoni della nettezza urbana e una barricata eretta con gli autobus messi di traverso. Sono sceso sotto il viadotto dove le squadre che si danno il cambio trovano rifugio per qualche ora di sonno. La scena è identica a quella che ho visto sotto il ponte dell'Osservatorio di Matteo Ricci, una mescolanza da corte dei miracoli, di mercatini liberi e di tanta angoscia. Tale è il panorama di queste allucinanti notti che fanno da fondale all'ultimo atto della tragedia. I moti sono cominciati il 21 aprile e dovrebbero termina­re, secondo l'annuncio del movimento studentesco, dopo­domani 30 maggio: in tutto 40 giorni che non hanno scon­volto il mondo ma che al mondo hanno dato un'impressio­nante immagine della Cina (Fiore 1989, pp. 216-217).

Situazione fuori controllo
In una intervista fatta da Albert Chang all’intellettuale cinese Huang Zhao Yu, “visiting Lecturer” alla Brown University questi conferma che la situazione fosse ormai fuori controllo: “Al di fuori della piazza la gente rubava nei negozi. Venditori ambulanti stavano approfittando della situazione, aumentando i prezzi in modo molto elevato. Le persone razionali sono sempre fortemente influenzate da quelle follemente emotive. I taxi non caricavano più le persone per dimostrare il loro sostegno per il movimento. Tutti i mezzi di trasporto si erano fermati. La gente non poteva andare al lavoro. La gente era preoccupata anche per l’andamento degli affari internazionali (riferendosi alla visita di Gorbaciov)" (Chang 2005).



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Sostenitori del vecchio ordine coloniale ad Hong Kong: i cosiddetti "democratici"


Tende gentilmente offerte agli studenti dalla colonia britannica di Hong Kong



30 maggio
Nonostante il movimento sia in crisi non mancano le dimostrazioni di forza: "Da una porta ad arco si accede al complesso cintato da un alto muro in cui ha sede il ministero della Sicurezza e dell'Ordine Pub­blico. E l'organo equivalente al KGB sovietico, quello che ai tempi della "Banda dei Quattro" era comandato dal diabolico Khang Sheng, conosciuto come "il Beria cinese". Stamattina sono passato in bicicletta davanti all'edificio, dove una folla di alcune centinaia di dimostranti stava ten­tando di forzare l'ingresso, a stento trattenuta da un cordo­ne di agenti. Qualcuno dei dimostranti aveva in mano una robusta canna di bambù, qualche altro urlava insulti agli agenti. Erano i compagni degli operai del "Sindacato Au­tonomo Unito", arrestati nella notte per aver formato un'organizzazione illegale, la stessa alla quale i sindacati di Hong Kong hanno inviato solidarietà e aiuto" (Fiore 1989, p. 240).
Soldato ferito dai rivoltosi. In alcuni casi gli studenti protessero i militari dall'attacco dei teppisti


2 giugno

2 giugno 1989, 10:55, Nel quarantesimo anniversario della fondazione della Repubblica la CCTV aveva preso a prestito una jeep dal Corpo di Polizia Armata di Pechino. Un grave incidente si è verificato con il veicolo finito all’improvviso sul marciapiede, causando tre morti e un ferito grave. Ciò è stato preso a pretesto dagli agitatori per sostenere che le truppe di legge marziale stavano intervenendo città per la repressione.Si diffondono voci chei la vettura abbia intenzionalmente ha investito e ucciso degli studenti. Gli studenti incitano i cittadini, a bloccare l'Esercito Popolare di Liberazione in città per impedire il ristabilimento dell’ordine.



Attacco alla sede centrale del Partito
2 giugno 1989. Pomeriggio. A causa della pubblicazione Beijing Daily il 1 giugno della lettera aperta di studenti universitari cinesi all'estero prima di lasciare Pechino: "Piazza Tiananmen, ah, io piango per te" più di un migliaio di studenti universitari manifestano davanti al Beijing Daily in segno di protesta per la pubblicazione sul giornale di articoli che screditano la leadership di alcuni studenti di Piazza Tiananmen.


2 Giugno, 16:00 i quattro intelletuali Liu Xiaobo, Zhou Duo, Gao Xin. Hou Dejian annunciano uno sciopero della fame in Piazza Tiananmen, rendendo nota una "dichiarazione di giugno dello sciopero della fame". E affermano che lo scopo è la lotta contro il governo, fino alla fine, per sconfiggere "il burattino" Li Peng.
TTV News. Notte del 2 giugno. Soldati disarmati arrivati per sgomberare la piazza costretti a soccombere

A questo punto molti degli osservatori e in testa i corrispondenti stranieri si dicono stupiti del ritardo con cui i dirigenti cinesi passino al contrattacco nel tentativo di mettere ordine:
Non si capisce il ritardo dei falchi nel passare all'attacco. I discorsi di Li Peng e di Yang Shangkun durante il mee­ting del 19 maggio che adottò la legge marziale parlavano di imminente pericolo per le istituzioni dello stato. Il primo ministro aveva ripetutamente denunciato lo stato di anar­chia che regna a Pechino. Il presidente Yang Shangkun aveva detto di accettare la proposta di Li Peng per la legge marziale, affermando che i militari dovevano compiere il loro sacro dovere di difendere il governo legale della re­pubblica. Il segretario del partito di Pechino, Li Ximing, aveva descritto i disordini in città come la minaccia più grave accaduta nei 40 anni di vita della Cina popolare. Perché allora da tredici giorni lasciano continuare il caos? La ragione non può essere trovata nel fenomeno cinese del­la tolleranza umanitaria (non sia mai detto!!!). La verità è che il vertice non è an­cora completamente unito sulle direttive da seguire. Se so­no false le voci che dividono i militari in buoni e cattivi, è però vero che il ministro della Difesa, Qin Jiwei, considera­to una colomba, vuole impedire un bagno di sangue, evi­tando ogni ombra di colpo di stato militare, sinceramente convinto che l'Esercito è un'istituzione popolare e che con­tro il popolo non dev'essere impiegato. I falchi sanno dei sinistri episodi accaduti la notte scorsa e stamattina in alcuni punti della città, di attacchi ad automez­zi militari e di tafferugli contro unità dislocate alla periferia.




3 giugno
Tra le 0:00 e 01:00 del 3 giugno. Le radio della Beijing Normal University e di altri college e università lanciano appello alla mobilitazione: Le truppe della legge marziale stanno entrando in città, utilizzando veicoli militari, o altri veicoli, stanno marciando su Piazza Tiananmen in divisa con armi, o in borghese con pugnali, mazze o pale e altre attrezzature. Siccome le truppe della legge marziale hanno intenzione di sgomberare con la forza la piazza occorre che la popolazione blocchi ai principali nodi stradali i veicoli militari. Inoltre si dice che l'auto pilota delle truppe ha ucciso tre persone.


Fiore ci fa la cronaca dei primi tentativi, nella notte del 2 giugno, di entrare pacificamente nel centro:
Le due colonne autotrasportate sono giunte verso l'una di notte all'altezza degli incroci del vecchio Hotel Pechino da una parte e del quartiere di Xidan, prima della Città Proibita, dall'altra, trovando rifatte le barricate con auto­bus di traverso, transenne metalliche divelte, mattoni e sabbia. I soldati scesi dagli automezzi per prendere posi­zione si sono visti circondati. Quelli rimasti sugli autobus civili, usati per il trasporto di reparti misti in borghese e in divisa, non hanno avuto modo o voglia di scendere. Tutto il viale Changan, da est a ovest, è diventato teatro dello scontro-incontro fra soldati e studenti. Gli episodi più peri­colosi sono accaduti nella parte occidentale di Pechino. Davanti all'Hotel Yanjing, prima del bivio dove sorge l'edificio della vecchia sede televisiva, una colonna di dodi­ci camion è stata bloccata, i soldati sono scesi senza sparare e i veicoli sono stati perquisiti dai rivoltosi. Le gomme degli automezzi sono state tagliate e la truppa si è rifugiata die­tro i cancelli del palazzo di Radio Pechino (Fiore 1989, p.161).

Questa (del Palazzo di radio Pechino) è la zona del quartiere di Muxidì dove nei palaz­zi a quindici piani del controviale, sulla destra in direzione di Tien An Men, vivono i quadri direttivi del ministero della Radiotelevisione, funzionari di partito e molti scritto­ri, che hanno assistito ai tafferugli. Un chilometro più avanti, all'altezza del palazzo delle Poste e Telegrafi, un'altra colonna si è fermata ai piedi della barricata e sotto una gragnola di colpi di sassi ha dovuto abbandonare gli automezzi. Il grosso delle forze è riuscito poi a superare l'ultimo posto di blocco al bivio di Xidan per raggiungere la posizione all'angolo di Tien An Men. Dalla parte op­posta, un reggimento autotrasportato è stato assalito da un lancio di pietre e costretto a fermarsi sul ponte di Chaoyang sbarrato da una fila di autobus occupati dai di­mostranti. Un'altra interruzione è avvenuta sul viadotto dell'Osservatorio dove quattro secoli fa il gesuita Matteo Ricci passava le notti a studiare le stelle (Fiore 1989, p.161).



Gruppi di studenti e cittadini si dirigono urlando verso Jianguomen, Fuxing Road, Chaoyang Gate, Yongding. Xuanwu, Gongzhufen, Xin Jie Kou, Xidan, Muxidì, Cáogèzhuāng, Wangfujing, Nanheyan e Liu Bu Kou come altre decine decine di incroci stradali. 
04:00. Dodici veicoli militari sono stati fermati a Cáogèzhuāng. A Muxidì i pneumatici dei veicoli militari sono stati forati. Allo Yongding Gate Bridge è stato rovesciato un veicolo militare.
Una pattuglia in camionetta, all'incrocio del viale della Giu­stizia con Qien Men, è stata bloccata da una piccola folla infe­rocita che ha circondato i soldati detenendoli per un paio d'ore. Insultati e picchiati, i militari non hanno reagito e sono stati liberati quando un gruppo di studenti dalla vicina Tien An Men è accorso a sedare il tumulto.



Tv Hong Kong: 0:10 soldato ferito; 1:15 poliziotto ferito; 1:30 gli attacchi si fanno pesanti; 1:53 distribuzione di bastoni, mazze coltelli ecc. da parte dell'Unione degli Studenti sono le 18:30; 2:20 soldato disarmati in ritirata attaccati selvaggiamente; 3.30 soldati catturati rimangono a terra; 3.45 attacco con pietre e bottiglie; 4:30 soldati sparano in aria colpi d'avvertimento; 5:05 viene appiccato il fuoco ovunque.


Mattina 3 giugno. Nel cuore di Pechino non si è dormito per l'emozione, anche se fino all'alba non è stato sparato un solo colpo. Dal nostro quartiere di Jianguomen fino alla via di Dongdan che scende verso il Tempio del Cielo e il quartiere di Tien-qiao, il movimento delle truppe autotrasportate è stato in­tenso ma rallentato dai posti di blocco e dalle barricate. Al­la fine i reparti, sia pure decimati dalla resistenza dei rivol­tosi che li hanno bloccati, sono riusciti ad arrivare sulla piazza. E incredibile quello che poi è successo. I soldati si sono lasciati letteralmente spogliare: gli hanno levato le scarpe, le camicie, gli stivaletti portati dietro le spalle in at­tesa di calzarli, le bustine, le bandoliere, i coltelli e gli apri­scatole della loro dotazione personale. Le loro razioni da combattimento sono state aperte in alcuni casi, rovescian­done il contenuto sui marciapiedi. Spaventati, alcuni si so­no messi a piangere, altri sono scappati nei giardini della Città Proibita, mentre la folla gridava loro: «Nessuno vi fa­rà del male, la nostra è una protesta pacifica» (Fiore 1989, p.161).






Mattina 3 giugno. Un intero reggimento, dopo essere stato disarmato, ha percorso a piedi il lato ovest della piazza, andandosi a sede­re sui gradini della porta sud dell'Assemblea Nazionale, dove all'alba alcune migliaia di soldati allo sbando aspet­tavano ordini e rinforzi. Gli autobus bloccati prima della piazza sono rimasti con i soldati dentro e sul tetto sono sali­ti i giovani che li incitavano a disertare. Squadre di studen­ti fra i più eccitati si sono impadroniti di alcuni contingenti di armi leggere. Una compagnia della colonna venuta dal quartiere est ha camminato di corsa verso il centro di ospi­talità del comando della Forza Aerea, sull'anello della cir­convallazione. Dal tetto del palazzo di Jianguomen dove abito ho visto la lunga fila di ombre umane che correva verso i cespugli del viale dalla parte dell'edificio aeronauti­co. Sono rimasto al buio, aspettando da un momento al­l'altro gli spari con l'apertura delle ostilità (Fiore 1989, p.161).

Sul viadotto dell'Osser­vatorio di Matteo Ricci, dove staziona in permanenza una squadra della polizia armata, un altro gruppo di scalmanati stava per gettare giù dal ponte un agente e solo l'arrivo di una macchina dei vigili lo ha salvato. Che cosa aspettano, dunque, a intervenire? Qualcosa di strano, o di inconfessabile, sta accadendo nel Palazzo. L'esitazione potrebbe essere motivata soltanto dalla noti­zia, ovviamente non confermata, che Deng Xiaoping è sta­to colpito da un infarto ed è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale. La notizia è stata diffusa all'estero dalle agen­zie e ripresa stamattina dalla «Voce dell'America». Sol­tanto la scomparsa del Grande Vecchio lascerebbe il verti­ce senza una guida sicura, costituendo, in questo momen­to, una disgrazia nella disgrazia. Ho cercato di saperne di più, recandomi nel tardo pomeriggio al grande ricevimen­to offerto per la festa del 2 giugno dall'ambasciatore Solera nei giardini dell'ambasciata d'Italia. Anche questo ricevi­mento è una conferma della "normalità nell'anormalità" (Fiore 1989, pp. 246-247).

Alla Porta Chaoyang più di 400 soldati sono stati colpito con pietre. La strada di fronte al Palazzo del Telegrafo era circondata dalla folla. 



A Liu Bu Kou veicoli militari e soldati sono stati assediati dai manifestanti.
05:00: La radio del movimento studentesco di piazza Tiananmen dichiara: Abbiamo vinto! Studenti e cittadini sono tuttuno. Ormai è delirio da onnipotenza.




Mattina 3 giugno. Non è successo niente. I militari hanno cercato e trovato rifugio, gli autocarri sono rimasti vuoti e dalle casette del quartiere cinese al di là del muro si sono sentite le voci dei ragazzi che si chiamavano per riunirsi dopo la fuga dei sol­dati. Dopo la legge marziale "alla cinese", abbiamo adesso una stessa versione della guerriglia urbana? Si deve conclu­dere che il primo tentativo dell'Esercito di occupare Tien An Men è goffamente fallito. Le truppe rifiutano evidente­mente la prova di forza contro il movimento ribelle. Oppu­re sono stati impartiti loro gli ordini di non usare le armi. Ma, allora, non si vede il senso della manovra. Gli alti co­mandi non potevano ritenere che una semplice azione di­mostrativa intimidisse i ribelli fermamente decidi ad arre­stare la marcia delle colonne. Il segno della decisione rima­ne di carattere oscuro: esporsi ad una figuraccia sotto gli occhi della popolazione e di noi osservatori stranieri senza pensare di averne un profitto è certamente un gesto ridico­lo. (Fiore 1989, p.161).

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06:15. Una sessantina di studenti universitari mostrano materiale militare e altri trofei sequestrati ai soldati delle truppe di legge marziale di fronte a Xinhua.
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“Gli anziani Partito hanno approvato la decisione di schiacciare la 'rivolta controrivoluzionaria' e liberare la piazza con la forza militare. La maggior parte di essi spera che possa essere fatto senza vittime” (Memory S.d.). Viene presa la decisione di far entrare in città le truppe che erano rimaste fuori Pechino. La mattina del 3 giugno si succedono numerosi attacchi contro veicoli militari. I soldati sono ora armati "anche se l'ordine di evitare la violenza" come riporta il Wall Street Journal. Il reporter della rivista Time riporta che alle 7.00 del mattino, studenti e giovani lavoratori fuori Zhongnanhai bloccano due autobus militari pieni di mitragliatrici leggere e casse di munizioniI manifestanti prendono soldati dell’EPL in ostaggio e le manifestazioni cominciano a diventare violente. Le truppe sono circondate agli incroci e sovrappassi per la città. In alcuni luoghi, i soldati sono spogliati quasi nudi, inseguiti o colpiti. Altri soldati feriti hanno difficoltà di arrivare agli ospedali, con la folla che sgonfia o taglia le gomme alle ambulanze militari.

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Pomeriggio 3 giugno. Ancora Fiore si domanda il perché dell'operazione della notte del 2 giugno:
La fallita operazione militare della scorsa notte lascia perplessi, ma la crisi si è impennata e si sta avviando verso la sua naturale conclusione. Gli esperti di problemi militari sono i primi a non capire la ragione di un tentativo cosi as­surdo. Essi giustamente partono dall'idea che il quartier generale abbia impartito alle truppe l'ordine di entrare a Tien An Men senza usare le armidi non reagire alle pro­vocazioni e di lasciarsi ingloriosamente soverchiare da una folla di scalmanati. Una tale dimostrazione di impotenza è contraria alla teoria e alla pratica di qualsiasi comando mi­litare del mondo. I soldati che non hanno sparato avrebbe­ro dunque agito di testa loro, e questo significherebbe che l'unità dell'Esercito è rotta e che la crisi del governo Li Peng è destinata a peggiorare. Comunque sia, gli esperti giurano stamattina che i militari sono pronti a prendersi un'immediata rivincita.(Fiore 1989, p.252-253)


Pomeriggio 3 giugno. L'assenza del potere e la continuata protesta stanno pa­ralizzando un'altra volta il centro di Pechino. I quartieri centrali sono sottosopra. Transitando sul viadotto dell'Os­servatorio ho visto una scena che può essere paragonata a un quadro di sconfitta militare. Sugli alberi del piazzale davanti all'Osservatorio sono appesi stivali, scarpe, fruste e lacci d'acciaio di cui non si capisce l'utilità. Armi e oggetti appartenenti ai militari sono ammucchiati sul marciapie­de. A tutti gli incroci dove le barricate hanno interrotto la marcia della colonna lo spettacolo è identico. Davanti al­l'Hotel Pechino, a pochi passi da Tien An Men, i ribelli hanno rifatto un posto di blocco. Sul marciapiede c'è un enorme paniere di vimini pieno di berretti militari dei sol­datini che sono stati spogliati poche ore fa. Uno degli alberi di magnolia davanti all'albergo è tappezzato con le loro camicie (Fiore 1989, p.252-253).

12:00, La marcia delle truppe da Fuyoujie in direzione nord è fortemente ostacolata. A Xuanwu Gate, Hu Fangqiao MuXi alcuni soldati dell'Esercito Popolare di Liberazione, alcuni sono stati feriti. Gli elmetti e altro materiale vengono rubati.


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13:00. A Liubukou, intercettazione di un autobus carico di armi e munizioni. Migliaia di persone si sono riunite intorno. Diversi giovani studenti universitari montano sul tetto, mostrando la V di vittoria con le mani.Una mitragliatrice viene posta sul tetto del bus. Diversi giovani maneggiano fucili con baionette ed elmetti che vengono mostrati alla gente. Le forze armate e poliziotti tentano di mettere in salvo le armi senza successo.




Le mosse iniziali contro gli studenti hanno suggerito a molti che la leadership cinese fosse ancora impegnata, a partire dalla mattina del 3 giugno, per una risoluzione relativamente pacifica della crisi. I curatori dei Tieanmen Papers scrivono che la sera del 3 giugno il Comando della legge marziale iniziò le mosse mirate a uno sgombero pacifico della piazza. Un documento dell'ambasciata americana descrive due incidenti che a posteriori possono avere convinto le autorità cinesi che l'uso della forza era necessario. Il documento riporta, secondo varie fonti, che 'Approssimativamente 5.000 soldati disarmati ... sono stati respinti dagli studenti e dai cittadini quando hanno tentato di avanzare a piedi fino a piazza Tiananmen.'Più tardi durante il giorno la polizia di Pechino sparato gas lacrimogeni sulla folla radunata nei pressi del palazzo del Partito a Zhongnanhai, ma il rapporto suggerisce che si trattava di un tentativo accidentale piuttosto che un premeditato di aumentare il livello di forza al di là di quello utilizzato, senza successo, nella prima parte della giornata'. Per quanto riguarda il ritiro disordinato delle unità militari in precedenza nella giornata, la nota sottolinea l'evidente 'confusione di molti soldati suggerisce che non erano preparati a sostenere l’opposizione che i loro movimenti hanno innescato' (Secretary's 1989a).
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14:30 circa. Soldati e poliziotti a Liubukou lanciano gas lacrimogeni, per mettere in salvo armi e munizioni. Alcuni manifestanti hanno attaccato la polizia con pietre.

Nel corso della giornata del 3 giugno, si sarebbero verificati alcuni incidenti che aggravano la situazione. Il primo avviene quando la folla sequestra un veicolo che trasporta armi e le forze di sicurezza hanno ingaggiato un’intensa battaglia. Anche se nessuno è stato ucciso, alcuni rivoltosi sono stati feriti. I leader degli studenti sostengono che hanno provato a restituire 27 fucili presi ai soldati ad un comandante militare, ma che questo ha rifiutato di accettarli. Un altro leader rivendica che gli studenti hanno restituito due convogli di armi e hanno ancora la ricevuta. Ciò dunque prova che comunque delle armi sono cadute in mano ai rivoltosi e che probabilmente alcuni le hanno usate e ciò non solo ha portato all’uccisione dei soldati ma anche verosimilmente alla morte di cittadini che assistevano agli scontri.
La Great Hall,  il palazzo della Radio-Televisione e il Dipartimento Centrale di Propaganda e altri importanti edifici strategici, sono stati assaltati.
Mentre montano i disordini a causa di elementi violenti molti altri cercano di proteggere l’esercito cercando di soccorrere i feriti.



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Secondo i cablogrammi segreti dell'Ambasciata americana a Pechino resi pubblici da Wikileaks nel 2011: "Secondo alcuni rapporti, alcuni soldati del PLA per tutto il pomeriggio sarebbero rimasti prigionieri a bordo dei loro autobus danneggiati (dai manifestanti) nell'intersezione Fuyoujie tra Xidan e Zhongnanhai. Il tentativo di liberare queste truppe potrebbero essere stata la causa del tiro di gas lacrimogeni nella zona un po' dopo le 15.00 ora locale... All'incirca nello stesso periodo, diverse migliaia di soldati, disarmati ma con l'elmetto, sono apparsi sul lato ovest della Grande Sala del Popolo dove erano seduti in righe profonde due o tre uomini. Sono apparsi ben disciplinati. Sono stati osservati vari passanti che gettavano oggetti contro le truppe, che non hanno risposto. Nel frattempo, il lato est della Grande Sala di piazza Tienanmen è rimasto relativamente tranquillo" (Martial 1989). Qui c'è la conferma da parte dell'Ambasciata americana che ancora alle 15.00 del 3 giugno venivano mandati avanti soldati disarmati che non reagivano a lanci di oggetti e provocazioni da parte dei manifestanti.



Da Hu Fangqiao verso Taoranting, un veicolo militare è stato circondato da una ventina di persone. Alcune persone hanno chiesto ai soldati: se avessero il proiettile in canna. Un soldato ha aperto l’otturatore dimostrando che era scarico. Più tardi, i soldati sono si dividono, alcuni soldati sono vengono picchiati. Alcuni soldati feriti sono stati rapiti sulla strada per l'ospedale. Alcuni poliziotti che sono intervenuti per salvare i soldati e proteggere le ambulanze sono stati egualmente picchiati.





Procedendo da Hu Fangqiao verso il centro i soldati sono stati picchiati, alcuni erano feriti agli occhi. Alcuni soldati feriti sono stati intercettati sulla strada per l'ospedale, alle ambulanze sono stati tagliati i pneumatici, i feriti sono stati rapiti.  Tra Hufang e Taoranting 21 veicoli militari sono bloccati mentre la polizia andava in soccorso dei feriti. Nella intersezione Xidan, un autobus è stato circondato con decine di soldati seduti all'interno. Il veicolo è stato messo sotto assedio.



Nell'incrocio di Xidan, scena già vista. Tre autobus militari sono stati circondati e i pneumatici sgonfiati. I dimostranti hanno preso l'equipaggiamento e le armi e sono state esposte sul tetto, afferrando una mitragliatrice esponendola sul tetto del veicolo.





16:00 Yang Shangkun e Li Peng, convocano riunione al quartier generale delle truppe della legge marziale. Alle 21:00 partiranno le truppe per vliberare la Piazza. Dovranno arrivarci per la 01:00 e liberarla completamente entro le 06:00.





17:00. Quartier generale dei lavoratori in piazza Tiananmen si decide di distribuire le armi. Vengono distribuiti coltelli, pugnali, tondini di ferro e catene, e bambù taglienti, ha affermato che "la polizia starebbe uccidendo" L' Alleanza dei lavoratori arbitrariamente chiama la gente a "prendere le armi per rovesciare il governo." Ci sono migliaia di persone riunite, si abbattono i muri di un cantiere nei pressi di Xidan, rubando un un gran numero di strumenti di costruzione e mattoni, per colpire la esercito e polizia.
Alle 17:00  secondo il governo furono distribuiti coltelli da cucina, pugnali e bastoni di ferro, alla folla a Piazza Tienanmen, incitandoli a prendere le armi e rovesciare il governo. Circa 1000 persone sono entrate in un cantiere vicino a Xidan sequestrando sbarre di ferro, attrezzi, mattoni e altro che possa essere utilizzato per i combattimenti di strada (circostanza riferita anche da fonti giornalistiche occidentali). Secondo il rapporto ufficiale è stato in questo frangente che dalla piazza è stato sollecitato il "rovesciamento del governo". Ormai la situazione a Pechino è davvero fuori controllo.

In questa situazione di emergenza, la Commissione Militare e Dipartimento Centrale di Stato comandano alle truppe che stazionano intorno alla capitale, di trasferirsi nella zona del centro per sedare le rivolte.



Alle 18:30 della sera del 3 giugno, viene annunciato ai cittadini di Pechino di rimanere nei loro quartieri e stare lontano da piazza Tiananmen. Il Toronto Globe and Mail descrive quello che è successo: "La sera successiva [3 giugno], il governo ha deciso di far avanzare i carri armati, eppure non ci sarebbe stata nessuna sparatoria contro i civili. Fonti cinesi hanno detto che il presidente Yang Shangkun ha emesso un ordine segreto dicendo che i soldati potevano usare tutte le misure ad eccezione di sparare per sgombrare la piazza". Le direttive date dal governo d’altra parte sono molto nette: non si devono usare le armi se non in casi estremi [1]. La fonte sono quei Tienanamen Papers, fatti uscire clandestinamente dalla Cina e pubblicati in America.




18:30: Il governo popolare municipale di Pechino e il comando delle truppe di legge marziale trasmettono ripetutamente la "notifica di emergenza". Si chiede alla popolazione il rispetto del coprifuoco d e di non ostacolare le truppe : le conseguenze ricadranno su chi viola l'ordinanza
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18:45 Persone che trasportano bastoni, mattoni e altre armi si precipitano ad occupare ogni ogni incrocio e Piazza Tienanmen. A Gongzhufen si riunisce una moltitudine di gente.






Intorno alle 19:00. I manifestanti assediano l’esercito, salgono sugli automezzi per impossessandosi di armi, munizioni e altre forniture militari. A Xinjiekou i bus vengono messi di traverso sulla strada. Decine di soldati seduti su camion e bus sono circondati di persone su entrambi i lati. I manifestanti gridano, i soldati rimangono seduti. Da Jianguomen verso est, le truppe della legge marziale sono circondate dalla gente e dagli studenti. Qualcuno tra la folla  lancia pietre contro i soldati. Al cavalcavia di Jianguomen, a sei, sette soldati sono state strappate le divise.






Secondo il Toronto Globe and Mail migliaia di soldati a piedi, per lo più disarmati e in abiti civili, dovevano entrare in modo inosservato, circondare la piazza e pacificamente convincere gli studenti ad abbandonarla. Ma la folla ha inghiottito i soldati. Alcuni manifestanti li hanno inseguiti fino a quando i soldati hanno rotto i ranghi. Una colonna proveniente dalla direzione opposta ha incontrato una forte resistenza. Veicoli militari sono stati rovesciati e ai soldati sono state sequestrate le armi. Alcuni soldati sono stati presi in ostaggio (Cortes 2009).


I soldati disarmati cercano di fraternizzare con canti ecc, ma poi vengono respinti, i soldati vengono spogliati e le armi vengono sottratte


19:10: un gruppo di soldati in abiti civili sparpagliati in Piazza Tiananmen.


Vediamo ora la versione dei Tienanmen papers, che, sottolineiamo, non è la versione ufficiale in quanto non destinata alla pubblicazione ma come hanno visto quella tragica giornata le forze governative. Dallo stralcio da «Situazione in piazza Tienanmen e nelle zone circostanti», in «Bollettino» (Kuaibao), Comando della legge marziale, 3 giugno
Verso le 19.30 alcuni giovani uomini che indossavano camicie bianche e pantaloni verdi sono risaliti a gruppetti di due o tre dalla stazione della metropolitana di Qianmen e si sono mescolati alla folla. Non erano armati e tutti portavano uno zaino identico: si trattava di soldati inviati dal Comando della legge marziale. Non hanno attratto granché l'attenzione di studenti e cittadini e non sono stati picchiati, come era accaduto in precedenza nei dintorni di Hufangqiao. Verso le 20.00 viale Chang'an e piazza Tienanmen, dove si stava ammassando la gente, sono stati illuminati da luci brillanti. Gli unici veicoli sul viale erano quelli disposti di traverso per fungere da bloc­chi. La gente continuava ad arrivare in piazza a piedi. Nel frattempo alcune truppe sono entrate nel Palazzo dell'Assemblea del Popolo da ovest, mentre studenti e cittadini che osservavano la scena gridavano: «Questa è la nostra vittoria!» Intorno alle 20.30 gli elicotteri hanno iniziato a sorvolare viale Chang'an (sia a est sia a ovest) e piazza Tienanmen, per controllare la situazione in vista dell'imminente arrivo delle truppe in piazza. Uno studente è entrato di corsa, senza più fiato, al centro di comando degli studenti nella piazza per informare che «i soldati della Guarnigione occidentale si stavano preparando a muoversi». Una ragazza che sembrava essere il capo ha preso un altoparlante e ha chiesto agli stu­denti di tornare alle rispettive università per cercare gente in grado di «difendere piazza Tienanmen». Verso le 21.00 i cittadini che avevano udito l'annuncio trasmesso alla televisione hanno iniziato ad allontanarsi, per tornare alle proprie abitazioni oppure dirigersi verso la periferia della città e tentare di impedire l'avanzata delle truppe. Su viale Chang'an sono rimaste solo un migliaio di persone circa e l'enorme strada sembrava stranamente deserta. A quell'ora alcune truppe fiancheggiavano la piazza, mentre altre si trovavano all'interno del Palazzo dell'Assemblea del Popolo, in attesa di ordini. Allo stesso tempo, improvvisati «centri di comando» della FAL, a nord della piazza, stavano distribuendo mazze, manga­nelli e aste di bambù, (Nathan and Link 2001).



19:45: Un manifestante ha improvvisamente gettato su un veicolo blindato un oggetto, fuggendo poi  in fretta. Dopo solo pochi secondi per vedere la moto su quattro veicoli corazzati da dentro a si sprigiona un fumo giallo-verde, poi i soldati saltarono fuori dall' autoblindo, si accovacciato a terra hanno un morso doloroso alla gola e tirato. Alcuni soldati si mostrano molto arrabbiati, ma ancora riescono a mantenere la massima moderazione. In Taiping Bridge Street, otto veicoli militari bruciati dopo essere stati intercettati.


In decine di incroci, più di cinquecento veicoli militari sono stati bruciati.
In Shuangjing Road sono stati circondati settanta veicoli blindati, compresi carri armati, 23 mitragliatrici sono state rubate.









20:00. Piazza Tiananmen piena.




Sentiamo il resoconto di altro giornalista, John Pomfret. Dopo le 20.00, i soldati tentano di sfondare le barricate. La folla scaglia violentemente pietre contro i soldati. Quei soldati poi scompaiono mentre i corazzati per il trasporto delle truppe [APC] iniziano a speronare i bus. Qualcuno getta una sorta di tappeto imbevuto di benzina negli autobus, e gli autobus si incendiano. Il fuoco sui bus è ardente, e si può sentire il rumore delle APC che speronano gli autobus spingendoli fuori della strada. I soldati ad un certo punto hanno sfondato.







21:00: Chang'an Avenue e Piazza Tienanmen la folla gradualmente si disperde. Nella sede dell'Alleanza dei lavoratori si distribuiscono lunghi bastoni di bambù.

21:00.  Discorso di Wuerkaixi alla stazione radio dell'Università. Egli chiama gli studenti ad organizzare la gente per l'auto-difesa. Nel frattempo, il "consiglio del Comitato preparatorio" del Dipartimento Organizzazione della Peking University dichiara che il movimento studentesco è ormai ad un livello basso, occorre organizzare la propaganda per sensibilizzare la popolazione. In altre Università e scuole sono stati ripetuti dalle stazioni radio degli studenti incitamenti alla popolazione cinese a fermare le truppe.






21:30. Le truppe del trentottottesima Armata sono arrivate in anticipo a Piazza Tienanmen . A Gongzhufen primo incontro le folla, gli studenti hanno bloccato con le auto un lato della strada. La polizia ha cominciato a sparare gas lacrimogeni come avvertimento. Alcune si nascondono su entrambi i lati della strada, mentre altri arretrano. Si ritirano per fermarsi di nuovo.. Le truppe hanno sparato colpi di avvertimento in diverse occasioni, da Gongzhufen. al Museo Militare. A nord, a meno di due chilometri, le truppe avanzavano molto lentamente. In questo lasso di tempo, la folla ha lanciato pietre, bottiglie e altri oggetti.contro le truppe. Ripetute tentativi di persuasione sono falliti, da un fucile mitragliatore sono stati sparati colpi di avvertimento in aria a Tianming.



La Far Eastern Economie Review scrive: "Nel pomeriggio del 3 giugno, un nuovo intervento di soldati a piedi e disarmati è stato fermato di fronte all'Hotel Beijing, ma questa volta, alcuni soldati vengono brutalmente picchiati da bande di giovani criminali che sono apparse la prima volta in piazza Tiananmen con sbarre di ferro e bastoni"





Alle 5:30 del 4 giugno nel lato nord-est del Changan Museum, soldati massacrati dai dimostranti. Un soldato apre la porta del camion ma viene finito. Da notare che passano mezzi blindati senza sparare sui dimostranti come da direttive del partito.

22:00. L'ordine per tutte le truppe legge marziale è di entrare nel centro della città, ma a tutti gli incroci le truppe sono state bloccate. Anche in questo caso, l'esercito ha tenuto un atteggiamento molto sobrio. Alcuni teppisti approfittano dell'atteggiamento contenuto dell'Esercito per picchiare, bruciare e uccidere.La situazione complicata, gli ufficiali PLA e gli uomini preferiscono essere picchiati e feriti, sacrificandosi,piuttosto che usare le armi per autodifesa. Molti soldati sono stati gravemente feriti, e alcuni soldati sono stati picchiati a morte, un gran numero di veicoli militari sono stati bruciati.




Continua il confronto, la folla ha continuato a lanciare pietre, l'esercito apre il fuoco dopo che decine di migliaia di persone ha cominciato a inondare Gongzhufen. La folla stava bloccando le truppe con posti di blocco e delle persone sono state ferite.




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Alle 22:00 il 3 giugno, prime truppe legge marziale intercettate in un veicolo blindato che stanno raggiungendo il luogo designato - vicino al ponte Golden Water davanti alla Porta di Tiananmen. Improvvisamente, alcuni dei teppisti salgono sull'autoblindo con una sbarra di ferro per forzare la porta, rompendo i vetri con le pietre, e infine buttando un tappeto cosparso di benzina. Questa scena, è stata ripresa e mandata in onda  da varie televisioni. Alcuni degli ufficiali e soldati sono riusciti a fuggire. Al Beijing Military General Hospital, viene ricoverato Ciao Tong Gang, di 46 anni,  vice comandante di una divisione meccanizzata presente sull'automezzo. Ha otto lacerazioni alla testa, 32 punti di sutura, con grande perdita di sangue delle ferite. Torace, addome, schiena sono stati lesionati. Frattura multipla del dito medio, contusione ai reni, sangue nelle urine. 
Si tenga presente l'ora: 22:00. Secondo i Tienanmen Papers l'esercito comincia ad usare gas lacrimogeni e proiettili di gomma solo alle 22:30; secondo Fiore solo poco prima dell'una si sentono i primi colpi d'armi da fuoco.

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Jay Mathews del Washington Post scrive: “Noi non prendiamo abbastanza in considerazione il punto che anche i soldati morirono e parte della folla era composta da veri teppisti. Una delle storie che noi non abbiamo colto è che un sacco di gente che si trovava fuori di casa in quella notte era l’equivalente delle gang di strada, che erano fuori per il piacere di creare disordini” (Turmoil 1992). Dunque gli avvenimenti non solo non coinvolsero principalmente gli studenti di Piazza Tienanmen ma i manifestanti dei sobborghi di Pechino furono tutt’altro che pacifici. Una fonte che simpatizza per i manifestanti parla di una vera e propria insurrezione
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Alle ore 22:00 Fiore nota :
Proprio al bivio di Xidan, vicinissimo al posto in cui si trovano, poche ore fa, una riu­nione volante è stata tenuta dai delegati degli studenti di Tien An Men e da quelli del Sindacato Autonomo Unito dell'acciaieria. Sotto la barricata hanno distribuito a un migliaio di rivoltosi i mezzi di difesa e di resistenza da usare contro le truppe. Coltellacci da cucina, sbarre di ferro, vec­chie spade, catene di ferro e bastoni di bambù sono stati scaricati dagli autocarri e consegnati ai cittadini. Hanno distribuito anche delle armi: la notte scorsa gli studenti avevano bloccato un camion e rimorchio carico di armi e munizioni che seguiva la colonna avviata verso Tien An Men nei pressi dello svincolo sul secondo anello del Fuxing Qiao, e quando stamattina un reparto di polizia lo ha recu­perato, disperdendo i rivoltosi con i gas lacrimogeni, gran parte del carico era sparito. Durante la consegna di armi e oggetti contundenti a Xidan, gli organizzatori hanno inci­tato a picchiare sodo poliziotti e soldati. Il sindacato auto­nomo ha trasmesso da Radio Tien An Men un appello ai lavoratori, esortandoli ad unirsi agli studenti per abbattere con la forza il governo di Li Peng (Fiore 1989, pp.259-60).


Alle 22.00 il Comando della legge marziale ha ordinato alle unità di stanza nelle periferie di entrare in città Stralcio da «Situazione nell'area di Muxidi», in «Bollettino» (Kuaibao), Comando delle legge mar­ziale, 3 giugno. Muxidi è un'area di circa cinque chilometri a ovest di Tienanmen, sul viale Fuxing- menwai, la prosecuzione occidentale di viale Chang'an. È il punto dove sono cadute gran parte delle vittime.
Le truppe d'avanzata del Trentottesimo gruppo dell'esercito, che dovevano avvicinarsi da ovest, si sono ammassate nella periferia occi­dentale a Wanshou, Fengtai e Liangxiang. Alle 21.30 queste truppe hanno iniziato ad avanzare verso est, in direzione della piazza, e hanno incontrato il primo ostacolo a Gongzhufen, dove studenti e cit­tadini avevano formato un blocco. Una squadra antisommossa ha sparato alcune bombolette di gas lacrimogeno e proiettili di gomma tra la folla. Inizialmente la gente si è ritirata, ma poi si è fermata. La squadra antisommossa ha premuto ulteriormente per avanzare, spa­rando altro gas lacrimogeno e ulteriori proiettili di gomma. Di nuovo la folla è arretrata, ma si è fermata poco dopo. Le truppe hanno conti­nuato a sparare colpi di avvertimento in aria, ma la gente non ha mostrato segni di paura. Il tratto tra Gongzhufen, il Museo militare, in Beifengwo, e Muxidi è lungo meno di due chilometri, ma l'avanza­mento delle truppe è stato lento a causa dell'interferenza dei cittadini. La folla ha lanciato sassi, bottigliette e altri oggetti, ma le truppe hanno mantenuto una ferrea disciplina e non hanno sparato un solo colpo in risposta. Ritenendo che i militari non avrebbero mai usato munizioni cari­che, i cittadini si sono fatti più audaci. Alle 22.10 circa diecimila persone hanno formato un muro umano a Beifengwo per bloccare le truppe; le due parti opposte si fronteggiavano a una distanza di venti o trenta metri. Alcuni cittadini hanno continuato a tirare sassi e altri oggetti. Servendosi di un megafono elettrico, l'ufficiale in comando ha esortato cittadini e studenti a disperdersi e a lasciare passare le truppe. Quando quell'ammonimento non ha avuto esito, ha deciso di ricorrere all'uso della forza per assicurarsi che i militari potessero raggiungere in tempo la posizione a loro assegnata. I soldati di fanteria hanno fatto strada sparando colpi in aria, poi, due file di uomini (quella davanti inginocchiata e quella dietro in piedi) hanno puntato le armi sulla folla. Verso le 22.30 circa, sotto un bombardamento di pietre, le truppe hanno aperto il fuoco. Dai proiettili che erano respinti dalle pareti sono volate scin­tille. Quando la folla si è resa conto che stavano usando munizioni vere, a ondate si è spostata verso il ponte Muxidi.51 blocchi stradali che gli stessi manifestanti avevano montato hanno ostacolato la ritirata: la gente cadeva e veniva calpestata oppure seriamente ferita (Nathan and Link 2001).


Stralci da «Situazione a Muxidi la sera del 3», in «Importanti informazioni riservate» (Yaoqing), ministero della Sicurezza di Stato, 02.00 del 4 giugno:
Verso le 21.00, quando a Muxidi la folla ha sentito che le truppe sta­vano per entrare in città, si è iniziato a discutere di come bloccarle. Qualcuno ha detto: «Forse non potremo fermare le truppe, ma quelle che arrivano da ovest devono attraversare il ponte Muxidi». Un altro ha gridato: «Dobbiamo fermarli, dobbiamo fare in modo che non arri­vino a piazza Tienanmen!». Un altro ancora ha affermato: «Le truppe sono quelle del popolo, non useranno mai proiettili veri su di noi. Dobbiamo cercare di fare in modo che non prendano posizione in piazza Tienanmen». Qualcuno è sbottato: «Facciamo un blocco stra­dale!» Rapidamente la gente si è messa a lavorare tutta assieme per spingere i filobus sul ponte Muxidi in modo da fermare le truppe. Mentre accadeva questo, una ventina di studenti universitari, che portavano fasce rosse sulla fronte, è arrivata da Tienanmen. Sape­vano che l'esercito sarebbe dovuto passare da Muxidi ed erano giunti per mobilitare la gente e fare in modo che bloccassero i soldati in arrivo. La folla ha applaudito. Qualcuno ha urlato «Procuriamoci dei pezzi di cemento!»; allora, la gente ha iniziato a sfasciare le pietre di pavimentazione dei marciapiedi, per ottenere pezzi di dimensioni maneggevoli che sono stati ammassati su entrambi i lati della strada. Altre persone sono giunte in sella a carretti a tre ruote, carichi di mat­toni spezzati e di sassi e sono arrivati anche un paio di camion che trasportavano materiale simile. Nessuno ha coordinato queste atti­vità. Le attese si sono fatte realtà con l'arrivo delle truppe. I militari improvvisamente hanno cominciato a lanciare sopra i filobus, posizio­nati di traverso sulla strada, bombolette di gas lacrimogeno che sono atterrate ai piedi della gente. Al ponte Muxidi, i soldati sono stati nuo­vamente bloccati quando i cittadini e gli studenti hanno lanciato i pezzi di mattoni che avevano preparato. Alcune dozzine di militari armati di manganelli, membri della brigata antisommossa delle truppe, si sono precipitati sul ponte, dove hanno subito un bombarda­mento fittissimo di pezzi di mattoni. La brigata è stata respinta. Allora le truppe regolari, fila dopo fila, hanno invaso il ponte ripetendo: «Se nessuno mi attacca, io non attacco nessuno; ma se qualcuno mi attacca, io devo rispondere», e hanno rivolto le armi contro la folla. Poi i soldati hanno cominciato a sparare sia in aria sia contro le per­sone. La gente cominciava ad ammucchiarsi a terra. Ogni volta che partiva una raffica di colpi, i cittadini si abbassavano, ma si rialza­vano prontamente quando cessava il fuoco. Lentamente sono stati respinti, ma di tanto in tanto si fermavano e gridavano: «Fascisti!», «Governo barbaro!» e «Assassini!». Le truppe hanno impiegato circa dieci minuti ad attraversare il ponte Muxidi e a raggiungere la stazione della metropolitana tra gli Edifìci ministeriali 22 e 24.71 cittadini e gli studenti che avevano cer­cato riparo tra gli edifìci e tra gli arbusti del giardino che si trovava ai margini della strada, hanno continuato il loro bombardamento ver­bale di «Fascisti!», «Assassini!» e «Banditi!» e hanno seguitato anche a tempestare le truppe di sassi. I soldati hanno spostato i filobus e qualsiasi altro oggetto che fungesse da barricata, quindi hanno rivolto nuovamente le armi verso i dimostranti. Alcuni militari colpiti dai sassi hanno perso l'autocontrollo e hanno iniziato a sparare selvag­giamente a chiunque stesse gridando «Fascisti!» o gettando sassi o mattoni. Circa cento manifestanti sono caduti a terra immersi in pozze di sangue; gran parte di questi sono stati portati di corsa all'ospedale Fuxing da altri studenti o cittadini (Nathan and Link 2001) .


Ad Ovest della Coal Industry School di Pechino, ci sono più di trecento veicoli militari bloccati fino mattina del 4 giugno. 22:00-23:00, da Cui Wei Road, a Gongzhufen, fino a Xidan, 12 veicoli militari sono stati bruciati.





Risulta dunque dai resoconti della stampa internazionale, che le truppe sono state disarmate, i veicoli militari attaccati, e i soldati picchiati molto prima che l'EPL aprisse il fuoco (Tristram 1992).






Dopo le 22:30 sono stati uccisi o feriti centinaia di teppisti, ma anche spettatori. La maggior parte dei feriti sono stati immediatamente portati in ospedale.




Di fronte all'atteggiamento pacifico dell'Esercito l'arma dei rivoltosi è stata la derisione quando non la violenza. Ma il sequestro di armi e il loro uso, come vedremo, la dice lunga sulle intenzione di una parte almeno dei rivoltosi. Il Washington Post (5 Giugno 1989) riporta che i rivoltosi sono organizzati in squadre di 100-150 persone armate con catene, bottiglie Molotov e mazze di ferro, che si scontrano con i soldati. I soldati erano disarmati nelle giornate precedenti alla liberazione della Piazza. Nella tarda sera del 3 giugno, i soldati hanno iniziato a far uso delle loro armi, e combattuto per aprirsi la strada per Piazza Tiananmen. Sia soldati che civili sono stati uccisi. Verso le 10:00 di sera, le truppe si dirigono da varie direzioni verso il centro di Pechino. I rivoltosi, traendo vantaggio del comportamento contenuto dei soldati, bloccano i veicoli militari e li bruciano. Oltre 100 veicoli militari sono stati dati alle fiamme. Con gli autobus bruciati sono state creare barricate. Le truppe disarmate con i soli sfollagente, non sono riuscite a penetrare attraverso le barricate. I soldati disarmati vengono picchiati o uccisi e bruciati e i loro corpi appesi ai cavalcavia. Infine, sono state inviate truppe armate, e hanno ricevuto la stessa accoglienza. Ciò che è avvenuto viene descritto in questo modo anche dall’Ambasciata americana: “migliaia di civili hanno attaccato i veicoli militari. Mezzi per il trasporto delle truppe sono stati dati alle fiamme, e i manifestanti hanno assediato le truppe con pietre, bottiglie e bombe molotov” (U.S. Embassy 1989).
 Due soldati lapidati senza che oppongano nessuna resistenza
Occorre ricordare che le Molotov sono considerate negli USA “strumenti di distruzione” dal National Firearms Act e regolate pertanto dal Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives. Alcuni rivoltosi hanno sequestrato armi da fuoco, munizioni e ricetrasmettitori e un autoblindo e aperto il fuoco mentre lo guidavano lungo la strada. Tra i civili uccisi, alcuni sono rivoltosi e altri sono stati colpiti da proiettili vaganti. E' possibile che siano stati colpiti dagli spari delle truppe ma è anche possibile che alcuni civili siano stati uccisi da altri civili con armi da fuoco, ad esempio dopo che rivoltosi hanno strappato un carro armato, e hanno deciso di provarne la mitragliatrice. La folla ha anche attaccato impianti civili ed edifici pubblici. Diversi rivoltosi hanno guidato un autobus pubblico carico di fusti di benzina verso il Gate Tower di Tiananmen (risalente al 1400), nel tentativo di appiccarvi il fuoco.





Mattoni lanciati verso i soldati. Alcuni teppisti hanno spinto un bus fino all'incrocio, l'hanno poi incendiato bloccando la strada. Alcuni vigili del fuoco si precipitò al fuoco, sono stati colpiti dai teppisti

Intorno alle 23:00, a Hu Fangqiao tre veicoli militari distrutti, una jeep è stata rovesciata. Al cavalcavia di Andingmenwai i militari sono fermati. Lo stesso avviene alla Chongwen Gate Avenue, un gruppo guerriero è il contenimento. Al cavalcavia di Jianguomen 30 veicoli militari vengono fermati.


Intorno alle 23:30 del 3 giugno 1989, il primo veicolo blindato da West Chang'an Avenue arriva a Piazza Tiananmen. Alcuni lavoratori e rivoltosi legati all'occupazione della Piazza Tienanamen cercano di bloccarlo. Vengono lanciate bombe molotov contro il blindati. 

I primi veicoli blindati hanno attraversato le barricate nella direzione di Xidan. 


Più di 300 veicoli militari a ovest della Coal Industry School di Pechino sono stati bruciati. Per garantire che i progressi militari, alcuni soldati e comandanti sono assediati e picchiati, e alcuni sono stati rapiti e scomparsi.







Sono stati feriti tenenti, colonnelli e generali. A Nanyuan tre reparti di veicoli militari bloccati, al fine di evitare conflitti, deviano ad est fino alla porta sud del Tempio del Cielo e sono di nuovo bloccati, molti veicoli militari sono distrutti e bruciati



Rileva il Presidente dell'Associazione Cinese dei Diritti Umani: "La sera del 3 giugno, io stesso ho avuto una visione chiara, perché vivevo al piano inferiore del nostro edificio, vicino a una delle strade principali. Ho visto molto di quello che stava accadendo per le strade. A quel tempo, il nostro esercito venne a sgomberare le persone sulla piazza Tiananmen. Ma prima di arrivare a piazza Tiananmen hanno incontrato dei delinquenti di strada che con delle pietre hanno colpito i soldati. I soldati non hanno reagito". Egli vede un camion militare prendere fuoco, allora "i delinquenti hanno usato pietre e bombe Molotov per colpirlo. I soldati non hanno reagito. Poi ho visto che avevano lanciato un sacco di bombe molotov. I soldati, oltre 12 persone, sono scesi dal veicolo. Dopo essere usciti, molti di questi teppisti li hanno inseguiti. L'EPL non ha reagito. Due dei soldati sono corsi verso la parte superiore della passeggiata pedonale del ponte. I teppisti li ha inseguiti, ne hanno preso uno, e lo hanno gettato giù dal ponte. L'hanno ucciso. Ho visto io stesso". Egli continua: "Ad esempio a Xinhuamen un incrocio importante, una guardia giurata che sorvegliava gli uffici governativi è stata colpito alla testa. In molti caddero così. Quindi, in queste circostanze, senza proiettili di gomma o lancio di gas lacrimogeno, alla fine hanno usato le loro armi. Questa era la situazione. Questo era il risultato" (Mackinnon 1999).




Verso mezzanotte invece:
La battaglia per la conquista di Tien An Men, dal­l'estrema periferia ovest è arrivata nei pressi di Zhong Nanhai dove risiedono i capi del governo e del partito. Mancano pochi minuti a mezzanotte quando mia moglie telefona che sotto le loro finestre le truppe sono passate al­l'attacco. Prima di arrivare alla barricata di Xidan la co­lonna si è fermata, come per prendere fiato in vista dell'ul­tima carica. Gruppi di ribelli, dai tetti e dalle terrazze adiacenti all'Hotel Minzhù, in appoggio ai compagni in strada, hanno cominciato un lancio di sassi e di mattoni contro i reparti dell'Esercito che prima hanno ripiegato e poi hanno cominciato a caricare la folla con i lacrimogeni.
Mia moglie aggiunge che non si sono uditi finora colpi d'arma da fuoco, anche perché tutte le case sul viale hanno dovuto chiudere le finestre, nonostante l'afa notturna, per non respirare i fumi dei candelotti a gas. (da notare che non si sono uditi colpi di armi ad fuoco mentre le violenze sono cominciate fin dalla notte precedente)(Fiore 1989, pp.260-61).
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    4 giugno

Nella prima mattina del 4 giugno, i roghi e le violenze contro i militari si intensificano. Il lato est della strada del Tempio del Cielo, la North Gate of Heaven, la stazione della metropolitana Qianmen Nishiguchi, Qianmen East, Fuyoujie, Liu Bu Kou, Xidan, Fuxingmen, South Lishi, Muxidì, Liánhuāchí, Chegongzhuang, Donghua, Dongzhimen, Chaoyang District, così come Dabeiyao, Hujialou, North Douge, Daxing xiàn County e il Palazzo Vecchio, e a decine di incroci spmono bloccati centinaia di veicoli militari Gruppi di ribelli con benzina, bombe molotov e lanciafiamme fatti in casa hanno acceso incendi furiosi, alcuni soldati sono stati bruciati vivi sui veicoli, oppure dopo essere saltati fuori dalla macchina sono stati picchiato a morte.






A circa l'1:00, la 38°, la 27° e altre truppe della legge marziale sono entrate in piazza Tiananmen. Si ripete continuamente l"annuncio di emergenza".
Alle 2:00, molta gente ed alcuni studenti lasciano la piazza.

Un amico del corrispondente dell'ANSA che era sul tetto dell'Hotel Bejing "Ci raccontò che la sezione della Via della Lunga Pace tra il quartiere residenziale per stranieri di Jianguomenwai e la piazza Tiananmen appariva completamente devastata. Gli autobus, messi di traverso sulla strada a fare da barricate dalla popolazione nel tentativo di fermare i mezzi corazzati, erano stati sfondati e tranciati di netto dai carri armati T-54, che avevano lasciato sull'asfalto i profondi segni dei cingoli. Le transenne metalliche che, in entrambi i lati della strada, separano le corsie riservate alle biciclette da quelle degli automezzi erano state divelte o appiattite dal passaggio dei mezzi blindati. C'erano mattoni rotti o polverizzati dappertutto la gente li aveva presi da alcuni cantieri vicini e se n'era servita per tirare rabbiose ma innocue sassate ai mezzi pesanti dell'esercito liberatore" (Pecora1989). Che le sassate fossero proprio "innocue" non sembra affatto a giudicare dalle tante teste fasciate e dalle migliaia di soldati feriti.



Dopo le 2:00. Un autobus attraversa Tiananmen, da est a ovest, avanzando rapidamente verso la East Golden Water Bridge, svoltando a destra e verso le truppe e i veicoli corrazzati. Decine di quadri e soldati hanno rapidamente circondato il bus. Soldati e ufficiali sono penetrati da una finestra rotta, sei rivoltosi sono stati catturati. Sul bus sono stati trovati due barili di benzina e parecchie bottiglie molotov. I soldati hanno catturato un membro del Comitato permanente del quartier generale degli studenti, ovvero il "Segretario generale" Guo Haifeng.












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