Governare il mondo. Il
colloquio Biden-Xi Jinping e il vertice sul clima
La pericolosità della Cina non è
militare. La pericolosità della Cina è che non può essere ricattata. L’Europa
la puoi ricattare. Quando gli USA provano a far smettere di investire in Iran,
le imprese europee ritirano gli investimenti, la Cina invece ignora le minacce.
Noam Chomsky
Il 16 novembre il presidente
della Cina Xi Jinping e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden hanno tenuto
un vertice virtuale. L’iniziativa era stata presa degli Stati Uniti. Le
aspettative erano basse, il risultato scarso, interlocutorio. Il rapporto tra
le due potenze era precipitato pericolosamente verso il basso. Certamente
l’intento non era quello appianare in un colpo tutte le divergenze. I due
leader hanno cercato di impedire che le numerose controversie tra i due paesi
degenerassero in un conflitto più ampio. Diciamo che una relativa distensione
sarebbe già un successo data la tendenza dell’amministrazione Biden a
proseguire in un trumpismo senza Trump. Similmente all’ultimo incontro con
Trump nel 2019 che aveva segnato l’inizio del deterioramento dei rapporti tra i
due paesi non c’è stata nessuna dichiarazione congiunta come era avvenuto in
passato. Questioni importanti come il controllo degli armamenti non sono emerse
se non attraverso una generica “gestione dei rischi strategici".
Generalmente più ottimista la
lettura da parte di Pechino piuttosto che quella di Washington. Il Global Times
sottolineava che l’esito dell’incontro è relativamente positivo notando come le
controporte non avesse usato parole dure. Ma i cinesi evidenziano pure che
sebbene sia risultato un buon colloquio spesso gli USA tendano a non dare
seguito alle parole spese. Secondo il giornale cinese la controparte ha
rilanciato i messaggi conflittuali subito dopo il vertice dato che il Washinton
Post segnala che probabilmente Biden e altri alti funzionari non saranno
presenti all’inaugurazione dei Giochi Olimpici Invernali a Pechino. Una sorta
di boicottaggio diplomatico senza danneggiare gli atleti americani. Gli Stati
Uniti li hanno boicottati solo una volta, a Mosca nel 1980 mentre non
boicottarono le Olimpiadi nella Berlino di Hitler del 1936.
Boicottaggio diplomatico dei giochi olimpici?
Biden non è stato invitato
formalmente ai giochi perché probabilmente i cinesi sapevano che non avrebbe
comunque partecipato e la diplomazia americana ne avrebbe approfittato
propagandisticamente per delineare una sconfitta diplomatica dei cinesi. La
proposta del boicottaggio diplomatico è della solita Nancy Pelosi già a inizio
anno. La notizia recentemente è stata rilanciata sul Washington Post dal
famigerato Josh Rogin, l’urlatore in capo delle politiche anti-cinesi. Sebbene
l'amministrazione non abbia tecnicamente finalizzato questa decisione, è stata
fatta una raccomandazione formale al presidente e dovrebbe approvarla entro la
fine del mese, avrebbero confermato fonti dell'amministrazione. Biden ha
risposta alla domanda se avrebbe mandato una delegazione con: "la
delegazione sono io". I giornalisti sospettano che, come al solito, non
abbia capito la domanda. Ci potrebbe però essere anche un tentativo dei Cold
warrior nei media di influenzare il presidente. Gli organizzatori hanno già
concordato con il CIO che non ci sarebbero stati cittadini stranieri ammessi,
solo persone residenti in Cina. È la stessa modalità con cui si sono tenuti i
Giochi di Tokyo della scorsa estate. Neanche Biden andò a Tokyo, mandò sua
moglie. Pochissimi altri stranieri di
alto livello vi parteciparono.
Le Olimpiadi estive del 2008 sono
state un grande successo. Un po’ meno i Military World Games di Wuhan nel 2019.
Siamo però sicuri che i cinesi terranno d'occhio questa volta tutti i
visitatori americani e saranno pronti ad agire immediatamente su chiunque
sembri mostrare un insolito interesse per le maniglie delle porte e i
corrimani. Xi dovrebbe invitare Biden a soggiornare al Wuhan International
Hotel (quello abbastanza vicino al famigerato "mercato umido"), dove
hanno soggiornato i concorrenti statunitensi durante di Giochi Militari. E
dormire sul letto di Maatje Benassi. Così, per fare un po’di complottismo.
Le Olimpiadi del 2008 hanno
mostrato straordinarie imprese della disciplina collettiva, coesione e
coordinamento, esempi simbolici del potere del partito e dello stato cinesi. I
luoghi dove si sono svolge hanno anche impressionato per la capacità di
costruire infrastrutture, un tema che continua fino ai giorni nostri. Il 2008
ha preannunciato il posto che avrebbe assunto la Cina sulla scena mondiale.
Le imminenti Olimpiadi, sulla
base di ciò che dice il Global Times, metteranno in evidenza robot e altre
tecnologie avanzate, segnalando il passaggio della Cina da fabbrica del mondo
ad avanguardia della nuova rivoluzione industriale. Se quel messaggio avrà
successo, il tentativo degli Stati Uniti di schierare "alleati" per
contenere la Cina sarà ulteriormente ridotto. Non c'è da meravigliarsi se gli
Stati Uniti vogliono sminuire il più possibile le Olimpiadi di Pechino. Ma
intanto il mainstream guidato dal New York Times è all’opera per il
boicottaggio dei giochi con codazzo di femministe pro-impero e altri
dirittoumanisti a senso unico. L’occasione è data da un post di una tennista
cinese. Peng Shuai ha pubblicato un post sui social media in cui era triste per
la fine di una storia d'amore durata anni. Pochi minuti dopo lei, o qualcun
altro, ha eliminato il post. Gli screenshot, tuttavia, erano stati realizzati e
continuavano a circolare.
Peng Shuai, che ha 35 anni, ha avuto
una relazione insolita con un uomo sposato che ha 40 anni più di lei. Hanno
iniziato a fare sesso consensuale dieci anni fa e quella relazione è andata
avanti per un po' fino a quando l'uomo non è stato promosso. L'uomo, Zhang
Gaoli, si trovava in una nuova posizione di potere dove qualsiasi scandalo
avrebbe avuto gravi conseguenze per lui, per chiunque fosse coinvolto, per il
partito e per il Paese. Ma non aveva dimenticato Peng Shuai e appena andato in
pensione la contattò nuovamente. Si sono incontrati, lei non voleva fare sesso
quel pomeriggio e non afferma da nessuna parte che abbiano fatto sesso quel giorno.
Lui glielo ha chiesto, lei ha detto no. Non è successo niente. È rimasta a
cena.
Steve Simon, numero uno della associazione
tennistica WTA, e altri tennisti si sono uniti alla condanna delle presunte
“violenze”sulla donna sulla base di false informazioni del New York Times. L'e-mail
mandata dalla tennista cinese al WTA chiarisce: "Le notizie nella
dichiarazione del WTA, comprese le accuse di aggressione sessuale, non sono
vere. Non sono sparita, né in pericolo". Nell'e-mail Peng Shuai chiede
anche sensatamente di chiedere la conferma a lei stessa per qualsiasi ulteriore
dichiarazione WTA su di lei. Peng Shuai non ha mai affermato che sia stata "aggredita".
L'affermazione di una "aggressione" è stata completamente inventata
da alcuni giornalisti del New York Times. Ma ormai l’Apparato Mediatico-Industriale
è altrettanto pericoloso quanto quello Militar-Industriale nel promuovere le
guerre più o meno fredde.
L’esito dell’incontro dipende dalla questione Taiwan
La prova dell’esito positivo dell’incontro
sarà come verrà gestita la questione Taiwan in futuro. Se Biden e il suo gruppo
continuano a spingere per l'indipendenza di Taiwan, la Cina intensificherà la
propria risposta. Molto probabilmente hanno influenzato l’atteggiamento morbido
di Biden i donatori che tirano le fila della sua campagna elettorale con cui la
Cina coltiva sempre rapporti molto buoni e che sono desiderosi di fare sempre
più affari ora che la Cina sta diventando il compratore in ultima istanza.
Parlando con Biden, Xi Jinping ha
proposto questi principi per le relazioni USA-Cina: rispetto reciproco, trattare
l'un l'altro come uguali, cercare un terreno comune; convivenza pacifica, fare
di tutto per evitare conflitti; cooperazione vantaggiosa per tutti, il mondo è
abbastanza grande perchè gli Stati Uniti e la Cina possano convivere.
Il Global Times poi ha riportato
che Biden ha riaffermato che gli Stati Uniti non sosterranno l'indipendenza di
Taiwan. Ci si basa però su dichiarazioni che non sono disponibili
pubblicamente. Tuttavia, Biden deve averlo ribadito a Xi affinché il giornale
semiufficiale del governo e del partito faccia questa dichiarazione. Se così
fosse, sarebbe una buona notizia. Significa che l'amministratore di Biden non
vuole entrare in guerra contro la Cina in questo momento.
Xi ha sottolineato che
attualmente la Cina e gli Stati Uniti sono in una fase critica di sviluppo e
l'umanità sta affrontando molte sfide. Le due principali economie del mondo di
paesi membri permanenti del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
dovrebbero rafforzare la comunicazione e la cooperazione, non solo per fare
bene i propri affari interni, ma anche “per assumersi le dovute responsabilità
internazionali e promuovere congiuntamente la nobile causa della pace e dello
sviluppo dell'umanità. questa è l'aspirazione comune della Cina e del Stati
Uniti e dei popoli del mondo, ed è anche la missione comune dei leader della
Cina e degli Stati Uniti".
Questa è chiaramente
un'affermazione "ambiziosa", che non descrive ciò che l'oratore crede
che accada, ma ciò che vorrebbe che accadesse. Le dichiarazioni ambiziose non
sono offensive, come troppo spesso lo sono le dichiarazioni americane, ma nel
contesto dovrebbero essere compreso che questo è ciò che gli Stati Uniti
dovrebbero fare ma non fanno. Si mostra direttamente il progetto per il futuro
che ci si aspetta di creare. Piuttosto che soffermarsi sugli errori, i cinesi
mettono in risalto la tendenza positiva per il mondo e i suoi leader superando
questo periodo di dominio oligarchico e unilaterale verso uno di vera
leadership illuminata.
I media cinesi in lingua inglese
hanno affermato che Biden era d'accordo con Xi su questi punti. Inoltre, si può
vedere come la Cina alla fine ha diretto la conferenza verso gli esiti voluti
come negoziatore da una posizione di forza; in questo caso e in altri che
vedremo presto, da una posizione di saggezza superiore: il fratello maggiore che
parla al fratellino. Il primato degli Stati Uniti, se mai lo ha avuto, è in
realtà una reliquia del passato. Ora è in grado di controllare solo stati
corrotti e deboli.
L’atmosfera era un pochino
diversa dal vertice in Alaska. Ad Anchorage nel marzo 2021, Yang Jiechi e Wang
Yi incontrarono Anthony Blinken e Jake Sullivan, Yang Jiechi disse agli Stati
Uniti che "non erano qualificati per parlare da una posizione di
forza".
La Casa Bianca ha affermato che
durante i colloqui, il presidente Biden ha sfidato la sua controparte cinese su
quella che Washington vede come persecuzione contro la popolazione uigura nella
regione dello Xinjiang, nonché violazioni dei diritti umani in Tibet e Hong
Kong. La Cina ha negato con forza le affermazioni, accusando gli Stati Uniti di
interferire nei suoi affari interni. D’altra parte, dopo la fuga ingloriosa
dall’Afganistan, con conseguente strage di civili innocenti, un qualche
successo Biden doveva mostrarlo alla sua gente. In ogni caso il primo risultato
è stato che l’annuncio di un nuovo formato strategico per i contatti tra Europa
e Taiwan su questioni commerciali ed economiche è stato rinviato. In Europa si
teme che gli USA li vogliano ancora una volta fregarli facendo con la Cina gli
affari propri mentre predicano ai sudditi di fare gli affari del loro patron
d’oltre oceano. Fate come dico e non come faccio!
In occasione del centenario del
PCC, Xi Jinping ha affermato: "Mentre ci impegniamo consapevolmente
nell'imparare dalla storia per creare un futuro luminoso... dobbiamo continuare
a lavorare per promuovere la costruzione di una comunità globale di futuro
condiviso". I cinesi continuano a spendere soldi per la Belt and Road e
per rafforzare le sue forze armate senza per questo condurre la corsa agli
armamenti. Al fine di estendere la “moderata prosperità” anche agli altri
popoli il beneficio che ottiene la Cina è un miglioramento della connettività
mondiale e del mercato per la propria economia, relazioni notevolmente
migliorate con il terzo mondo e un esercito notevolmente migliorato. Ciò che la
Cina sta facendo ora è promuovere un network di reti che utilizzino ferrovia,
strada, 5G, rotte marittime, partner di cooptazione quando disponibili, ad es.
Russia, Pakistan, Iran, ASEAN, et al. La rete è così grande che non può essere
costruita tutta in una volta, quindi, anche quando un partner o due dovessero
temporaneamente inciampare (rivoluzione colorata ecc.), altre parti della rete
possono continuare a crescere rapidamente. Una parte enorme della rapida
crescita degli Stati Uniti è venuta dalla costruzione rapida della loro rete
ferroviaria in tutto il continente nordamericano (ironicamente, utilizzando il
lavoro degli schiavi, questi sì, cinesi).
Come riporta Qiushi giornale del
PCC: “La Cina e gli Stati Uniti dovrebbero rafforzare la comunicazione e la
cooperazione, non solo per fare bene i propri affari interni, ma anche per
assumersi le proprie responsabilità internazionali e promuovere insieme la
nobile causa della pace e dello sviluppo dell'umanità. questa è l'aspirazione
comune della Cina, degli Stati Uniti e dei popoli del mondo, ed è anche la
missione comune dei leader della Cina e degli Stati Uniti".
La battaglia sul clima
Biden ha detto che Xi ha
sbagliato a non essere presente al Cop26 a Glasgow. Xi Jinping ha parlato in
videoconferenza che produce molte meno emissioni che un jet privato o
dell’enorme corteo di automobili per le strade di Roma. Il gelo della guerra fredda non aiuta la
lotta al riscaldamento globale. La lotta contro le guerre è prima battaglia ecologista.
Il principale modo di incolpare
la Cina per la crisi climatica è quello di descriverla come il paese che emette
più CO2 al giorno d’oggi. Vero, ma con una popolazione di 1,4 miliardi di
persone sarebbe difficile che non fosse così. La narrazione dei veri paesi
inquinatori evita di menzionare le sgradite emissioni pro-capite. In altre parole
i poveri cinesi non hanno diritto di inquinare pro-capite quanto noi che siamo
di pura razza ariana e possiamo fare i nostri comodi. I cinesi dopo essere stati accusati di genocidio
per aver effettuato il controllo delle nascite ora devono autodistruggersi con
un ulteriore genocidio perché sono in troppi. Sarebbe ora che simili discorsi
fossero censurati dai giornali seri che invece li rilanciano.
L'anno scorso, il presidente Xi
Jinping ha promesso che le emissioni di anidride carbonica della Cina avrebbero
raggiunto il picco prima del 2030 e che il paese sarebbe diventato carbon
neutral prima del 2060. Un articolo di KJ Noh e Michael Wong,
originariamente pubblicato su Asia Times il 12 novembre 2021, descrive
in dettaglio i notevoli progressi che la Cina ha compiuto nella
decarbonizzazione della sua economia. Vediamone alcuni punti salienti
aggiungendo qualche particolare.
La Cina ha il più grande
programma di sviluppo dell’energia rinnovabile di qualsiasi altro paese. Genera
più energia rinnovabile del Nord, Centro e Sud America – 42 paesi – messi
insieme. Ha più parchi solari e parchi eolici di qualsiasi altro paese. L'anno
scorso ha creato più energia eolica rispetto al resto del mondo messo insieme. John
Kerry nel dicembre 2019, quando stava esponendo la sua visione sugli Stati
Uniti futuro attore importante nelle energie rinnovabili, ha scritto sul New
York Times che la Cina sta diventando una superpotenza energetica nel settore.
La Cina ha più veicoli elettrici
di qualsiasi altro Paese: gestisce 420.000 autobus elettrici, il 99% del totale
mondiale; la sola Shenzhen ha 16.000 e-bus e 22.000 e-taxi; mira ad avere 325
milioni di veicoli elettrici operativi entro il 2050.
La sua rete ferroviaria ad alta
velocità che copre 38.000 chilometri è così estesa ed efficace che il trasporto
aereo sta iniziando a diventare obsoleto. Nessun paese ha un sistema denso,
ampio ed efficiente di trasporti pubblici puliti e ferrovie ad alta velocità
come la Cina.
Inoltre, la Cina ha il più grande
programma di rimboschimento per la cattura e il sequestro del carbonio al
mondo, creando foreste delle dimensioni del Belgio ogni anno. Ha aumentato la
sua copertura forestale al 23% negli ultimi 40 anni. L'analisi satellitare
condotta negli ultimi 20 anni dall'Ames Research Lab della National Aeronautics
and Space Administration degli Stati Uniti dimostra che la Cina ha contribuito
a rendere verde il pianeta più di qualsiasi altro paese al mondo.
In altre parole, per quasi tutti
gli indici di sostenibilità, la Cina è leader mondiale, ad esempio molto più
avanti degli Stati Uniti, e sta aprendo una strada da seguire per il pianeta.
Probabilmente raggiungerà i suoi obiettivi prima del tempo.
Queste cose stanno accadendo
perché la Cina ha inserito la sostenibilità e lo sviluppo ecologico
direttamente nella sua costituzione. Questo viene quindi implementato nella
politica regionale e locale: con le eco-città sostenibili, la politica dei
trasporti, le infrastrutture energetiche e la ricerca avanzata, oltre a
finanziamenti dedicati per lo sviluppo di energia alternativa per le aziende
per avviare e costruire tecnologie energetiche pulite.
Questi impegni esistono
nonostante il fatto che le emissioni storiche e pro-capite di GHG (Greenhouse
gas emissions) e CO2 della Cina siano una frazione del totale mondiale. Secondo
la Banca Mondiale, su base annua pro-capite, la quota della Cina è meno della
metà degli Stati Uniti; il suo consumo energetico domestico è un ottavo di
quello americano.
Le quantità storiche di emissioni
accumulate contano perché la CO2 non si dissipa ma si accumula nell'atmosfera:
ciò che conta sono le scorte, non i flussi. Nella contabilità, si guarda al
proprio debito totale maturato, non alle proprie spese di credito giornaliere,
per determinare ciò che si deve agli altri. Allo stesso modo, è necessario esaminare
i GHG accumulati storicamente per comprendere con precisione danni,
responsabilità che si ha per la sua mitigazione.
Si noti inoltre che tra il 14% e
il 33% delle emissioni annuali di gas serra della Cina sono in realtà quelle
occidentali che sono state trasferite all'estero attraverso la produzione. In
questo modo, anche l'Occidente può avere la sua torta e mangiarla: consuma,
inquina e distrugge il pianeta, mentre sottolinea le proprie virtù e incolpa
paesi in via di sviluppo come la Cina per il costo del consumo occidentale.
Troppo comodo.
Molto è stato fatto anche delle
centrali a carbone cinesi, ma il fatto è che si tratta di impianti cosiddetti supercritici
o ultra-supercritici avanzati, il che significa che sono molto più efficienti e
puliti di molti degli impianti ereditati dall'era industriale negli Stati
Uniti.
Sul fronte finanziario la banca
centrale cinese valuterà istituti sulla base del livello di prestiti verdi e
sulla detenzione di bond verdi, fornendo prestiti a tassi scontati a quelli che
si impegnano seriamente su tale fronte, mentre il mercato delle obbligazioni
verdi è in pieno boom.
La Cina ha un approccio più
sostenibile lungo l'intera catena di produzione e consumo. Detto questo, la
Cina considera il carbone come una fonte di transizione che vuole eliminare
gradualmente, tranne per il fatto che gli Stati Uniti hanno un piano militare
esplicito per soffocare le importazioni cinesi di combustibili alternativi
attraverso il Mar Cinese Meridionale. Gli USA cercano
pure di vietare l’importazione dei pannelli solari cinesi e di pale eoliche. A seguito delle azioni del Dipartimento del
Commercio e della Sicurezza interna del 23-24 giugno contro le società cinesi
nel settore dell'energia solare, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti
pubblica un aggiornamento della consulenza aziendale sulla catena di fornitura
dello Xinjiang , tra cui gli aggiornamenti evidenziati sono "informazioni
sul lavoro forzato nella catena di approvvigionamento di silicio e polisilicio
dello Xinjiang e sulla prevalenza di input provenienti dallo Xinjiang",
indicando che l'amministrazione Biden continuerà a dare la priorità alla
competizione della Guerra Fredda con la Cina rispetto alla cooperazione sul
clima. Questo almeno fino alla visita di John Kerry che ha aperto uno
spiraglio.
La Cina ha bisogno di mantenere
la capacità di riserva nel carbone pulito mentre passa alle energie
rinnovabili, che costituiranno l'80% del suo portafoglio energetico entro il
2060. Per quanto riguarda il finanziamento delle centrali a carbone all'estero,
l'87% di tale finanziamento proviene dall'Occidente o dal Giappone, e la Cina
si è impegnata a non finanziare più impianti a carbone all’estero. Con queste premesse,
la Cina ha dimostrato di essere impegnata nella sostenibilità e nella
neutralità del carbonio sia nazionale che globale.
Infine, la maggior parte dei
calcoli delle emissioni di GHG tralascia l'apparato militare degli Stati Uniti,
il singolo più grande emettitore istituzionale del mondo, maggiore delle
emissioni di 140 paesi. Aggiungendo il costo delle infinite guerre statunitensi
e sottraendo i gas a effetto serra offshore dall'Occidente dal totale della
Cina, si ottiene un'immagine diversa della responsabilità per le emissioni
globali.
Nonostante l'ipocrita parata contro
la Cina alla COP26 dai peggiori inquinatori, Stati Uniti e Occidente, i
semplici fatti confutano le menzogne.
Fatti contro menzogne
La Cina è una nazione creditrice
netta di gas serra, non una debitrice. The Lancet ha mostrato che il 92%
delle emissioni al di sopra del livello di sicurezza di 350 parti per milione
può essere attribuito al Nord del mondo, di cui il 40% solo agli Stati Uniti.
Al contrario, la Cina è una nazione creditrice netta.
In altre parole, l'atmosfera
(capacità di carico atmosferica), prezioso bene comune globale, è stata
colonizzata e monopolizzata dall'Occidente a scapito del resto del mondo. In
questo, gli Stati Uniti hanno la più grande responsabilità individuale per la
crisi climatica globale.
Nonostante tutto ciò, la Cina è
leader nelle soluzioni: nella tecnologia, nella politica, nella pianificazione
della transizione e nell'implementazione. Non si sta solo occupando di ciò che
gli compete, sta mostrando al mondo una via da seguire.
Questo è in netto contrasto con
gli Stati Uniti, dove il 25% dei membri del Congresso rifiuta ancora di credere
nei cambiamenti climatici causati dall'uomo e dove l'ultimo presidente ha
affermato che il riscaldamento globale era una "bufala cinese". Gli
Stati Uniti sono stati anche responsabili della uscita dal Protocollo di Kyoto
originale del 1997 abbassando gli standard, progettando scappatoie sul carbonio
("carbon trading"), esentando le emissioni militari e cercando
ingiustamente di scaricare la responsabilità sui paesi in via di sviluppo.
Nella recente dichiarazione
congiunta Cina-USA di Glasgow sul rafforzamento dell'azione per il clima, gli
Stati Uniti hanno momentaneamente abbandonato il loro attacco alla Cina e si
sono impegnati a rafforzare l'attuazione dell'accordo di Parigi.
Questo voltafaccia è un segno di
un tentativo significativo di lavorare insieme o è una tregua temporanea e
opportunistica per ragioni elettorali interne? Gli Stati Uniti sono in grado di
cooperare per il bene globale o si tratta di un momentaneo reset tattico
all'interno di una strategia generale di escalation dell'ostilità contro la
Cina?
La costante demonizzazione della
Cina da parte della leadership statunitense, non solo sul cambiamento
climatico, ma su tutti i fronti, rafforzata da un incessante eco nei media
mainstream, non promette bene.
Per il bene del pianeta si deve
cercare una vera cooperazione vantaggiosa per tutti su tutti i fronti per
affrontare la minaccia esistenziale del nostro tempo. La Cina sta facendo la
sua parte dimostrando come potrebbe essere una civiltà ecologicamente
sostenibile basata sulla prosperità comune.