2.
Ancora una primavera. Tienanmen e dintorni
2.1
Il mito del massacro di Tienanmen
Si tende ad ignorare il numero limitato di opzioni che aveva di fronte il PCC per risolvere la situazione e non viene mai sfiorato l’argomento di cosa avrebbe fatto un governo occidentale in simili condizioni (vedi critica della Tristram) (Chang 2005). Lo stesso Clark rileva che governi come quello messicano e tailandese che effettivamente perpetrarono massacri contro gli studenti, rispettivamente nel 1968 e nel 1973, hanno goduto dell’appoggio occidentale mentre la Cina per un non-massacro ha subito ostracismo e sanzioni economiche. Sia in Messico che in Tailandia le autorità non intrapresero nessun dialogo con gli studenti. Le truppe si mossero immediatamente sparando sui dimostranti[1]. E’ difficile che un governo lasci per quasi due mesi il controllo della principale piazza della capitale, una piazza simbolo, ai manifestanti nella totale anarchia. Questo tipo di eventi non è unico della Cina. Le azioni intraprese dal governo USA per sopprimere i disordini dei propri cittadini afro-americani in molte città produssero parecchie vittime tra questa comunità[2].
Il candidato di Obama come capo del National
Intelligence Council, l’organismo incaricato di redigere valutazioni
sull'intelligence nazionale, Charles “Chas” Freeman Jr, scrisse nel 2006
in un forum: che “L'imperdonabile e abnorme errore” della leadership cinese
fu di avere agito con troppa cautela. Ossia di avere agito in maniera
irresponsabile: “Credo che nessun paese consentirebbe a un gruppo di
dissidenti, intenti solo alla sovversione del naturale funzionamento delle
proprie istituzioni, di occupare il cuore della propria capitale, per quanto
affascinanti le loro grida di propaganda possano apparire a certi stranieri
(Schoenfeld 2009)[3]”. Egli trova l'opinione dominante
in Cina molto plausibile, ossia che l'errore davvero imperdonabile delle
autorità cinesi è stato il mancato intervento quando tutti le altre misure non erano
riuscite a ristabilire la tranquillità interna a Pechino e negli altri grandi
centri urbani in Cina. In questa ottica, la risposta del Politburo alla folla a
Tiananmen si erge come un monumento al comportamento eccessivamente cauto da
parte della leadership, non come un esempio di azione avventata. Freeman non
crede sia accettabile per un paese consentire che il cuore della sua capitale
possa essere occupato da dissidenti con l’intento di disturbare le normali
funzioni di governo, che siano veterani della 'Bonus Army' o una 'rivolta
degli studenti dietro la Dea della Democrazia, essi devono
aspettarsi di essere sloggiati dal suolo che essi occupano con un ordine di
tipo militare. Egli non concepirebbe un governo americano che si comporti con
la mal riposta moderazione che l'amministrazione Zhao Ziyang ha impiegato in
Cina, permettendo agli studenti di occupare le zone che sono l'equivalente
della Washington National Mall e Times Square combinate assieme, con la
chiusura di gran parte delle normali attività del governo cinese. Si
augura dunque che nessun governo cinese possa ripetere gli errori della tattica
dilatoria sostenuta da Zhao Ziyang di accondiscendenza nel trattare con i
manifestanti in Cina (Goldfarb 2009). Del resto già la Tristram, pur
confessandosi simpatetica con gli studenti, faceva notare che la pazienza del
regime (grazie alla forte presenza di elementi pro-democratici nella struttura
del potere che trattengono la mano della 'linea dura') è durata molto più a
lungo, per esempio, che quella del governo francese (in tutte le proteste
studentesche dal 1968) o anche del governo Thatcher nella sua risposta alla
marcia degli studenti sul Parlamento e Downing Street nel 1988 (un affare molto
più soft rispetto alle dimostrazioni di Tiananmen). Da chi controlla il potere
di qualsiasi stato ci si può aspettare di adottare misure severe contro coloro
che attaccano i simboli della sua autorità, e in questo contesto il governo
cinese ha agito senza la fretta dovuta.
L'ex premier conservatore Edward Heath affermò:
"C'era stata una crisi dopo un mese in cui le autorità civili sono state
sfidate. Sono passate all'azione. Molto bene" in seguito fece delle
precisazioni in cui prendeva le distanze dalla repressione, ma sostenne anche,
parlando di Tiananmen, che " ... in generale, l'Occidente deve imparare a
essere un po’ più cauto a giudicare gli affari politici in altre parti del
mondo con i nostri standard soggettivi."(Kamm 2006). Così ragionava un
vecchio conservatore: l''imperialismo umanitario "progressista" e
neo-con doveva ancora venire.
Scrive Henry Kissinger che è improbabile
che un qualsiasi governo presieda supinamente alla propria scomparsa e che:
“Nessun governo al mondo avrebbe tollerato che la principale piazza del paese
fosse occupata per otto settimane da decine di migliaia di persone che hanno
impedito all'autorità di avvicinarsi all'area di fronte al palazzo del governo
centrale”. In Cina, una dimostrazione di impotenza nella capitale avrebbe
scatenato il regionalismo sempre in agguato come i signori della guerra nelle
province. Egli difende Deng che comunque si è impegnato nella riforma che è
stata lo scopo della sua vita e causa di sofferenza personale: “L'esitazione di
otto settimane prima del giro di vite, l'impegno anche di Li Peng per incontrare
i leader degli studenti, la visita di Zhao Ziyang e Li Peng agli scioperanti
della fame in ospedale dimostrano la riluttanza (all’uso della forza)”
(Kissinger 1989).
E’ un fatto storico nessun governo ha mai
tollerato l’occupazione della piazza principale del paese per così tanto tempo.
La Tailandia ha avuto il record delle proteste di massa per 193 giorni nel 2008
ma l’impatto delle proteste sul lato economico è stato devastante: l’indice
borsistico è crollato del 24,7% e la moneta calò per un intero anno. La
chiusura degli aeroporti per le proteste ha causato 100 milioni di dollari al
giorno. I danni alla proprietà furono di 300.000 milioni di dollari (Jones
2009).
Il raffronto che spesso viene richiamato
(Salisbury, Freeman ecc.) è quello con la Bonus Army, i veterani
della prima guerra mondiale che protestavano per il bonus a cui avevano diritto
per i giorni passati in guerra. Migliaia di militanti della "Bonus
Expeditionary Force" si accamparono a Washington per premere sul
parlamento americano. Il presidente Hoover mobilitò alcuni tra i maggiori
generali americani come Douglas MacArthur, Dwight Eisenhower e George Patton.
Ci furono morti, tra cui due bambini, feriti e numerosi arresti. MacArthur ha
sperimentato per la prima volta i carri armati Sherman sulla Pennsylvania
Avenue, e poi la cavalleria ha caricato con le sciabole 2000 veterani di guerra
e le loro famiglie (affamati e veramente disarmati), che rimanevano accampati
nella capitale e chiedevano i soldi che gli erano stati promessi. La fanteria
entrò nei campi dei veterani con le baionette innestate e con lanci di gas di
adsamite. Qui non c’erano decine di migliaia di manifestanti alcuni dei quali
in possesso di AK 47. La maggior parte dei manifestanti per altro erano già
partiti. Non c'erano telecamere e satelliti per trasmettere le immagini di quanto
accaduto nella capitale USA in quel giorno d'estate. Pochi giornali hanno
condannato la repressione ordinata del presidente Hoover. Da allora, nessuno ha
ricordato l’anniversario e non c'è nessun monumento a Washington per le
vittime. La maggior parte degli americani non hanno mai sentito parlare della Bonus
Army e del suo destino. Quale dei due governi, Americano o cinese, ha
reagito in maniera avventata? Douglas MacArthur, Dwight Eisenhower e
George Patton, lungi dall'essere criminalizzati, sono tuttora onorati per avere
fatto il loro dovere. Eisenhower divenne addirittura presidente degli USA.
Quando il governo cinese ha deciso di
ordinare all'esercito di porre fine alle manifestazioni e disperdere la folla,
la situazione era fuori controllo. Naturalmente, la domanda è cosa farebbe
il governo degli Stati Uniti o qualsiasi altro governo se oltre un milione di
persone si accampassero presso la sede stessa del potere, con la richiesta del
rovesciamento della leadership? Le proteste di massa negli USA anche con poche
centinaia di persone richiedono un processo di approvazione. La negazione degli
spazi ricorre piuttosto spesso e per legge ci sono “no protest zone” (Jones 2009). A Washington, DC, un
evento del genere è impossibile. Le marce nella capitale degli USA devono
essere approvate e coordinate in anticipo con l'assistenza del Congresso, delle
diverse forze di polizia (polizia cittadina, Park Service, Capitol Police,
Servizi segreti) con preparativi per servizi igienici, parcheggi, gestione della
folla e di controllo del traffico.
Quando la polizia di Chicago ha affrontato
i manifestanti per la convention nazionale del Partito Democratico nel 1968, la
folla cantava "il mondo intero sta guardando" i giovani manifestanti
hanno creduto che la televisione svergognasse le autorità trasmettendo le loro
azioni. Ma due anni dopo, gli studenti sono stati uccisi durante le proteste
alla Kent State University in Ohio. Per tutto il 1960 e nei primi scontri 1970
ci sono state repressioni nelle città americane, compresa la capitale, con
truppe e carri armati. Erano passati quasi venti anni da quel periodo, quando
il pubblico del mondo ha visto le proteste di piazza Tienanmen dispiegarsi in
televisione nell'estate del 1989. Erano passati una trentina d’anni dalla
repressione del 1932 nella capitale USA, quando sono scoppiate le forti
proteste degli anni ‘60, ma nessuno ricordava la Bonus Army. Se
una protesta spontanea con una scala di grandezza paragonabile a quella di Tienanmen
si fosse verificata a Washington, sarebbe stata repressa più rapidamente.
Ancora dopo vent'anni i media occidentali
sono particolarmente fissati con ciò che è successo in piazza Tienanmen nel
giugno del 1989. E' ora di smettere di soffermarsi solo su questo evento che
riguarda un particolare momento storia moderna cinese. Dobbiamo guardare il
nostro passato, rivedere le nostre esperienze, e non giudicare alla cieca. Nelle
parole del memoriale del massacro della Kent State University, sta
scritto che dovremmo 'Informarci, imparare, riflettere" scrive Ben Calmes
(Calmes 2009).
Durante il famoso maggio francese il
governo sembrava essere prossima al collasso, il presidente De Gaulle,
dopo aver verificato che i militari gli erano leali andò alla radio il giorno
successivo (era in corso uno sciopero) per annunciare lo scioglimento
dell'Assemblea Nazionale, e indire le elezioni il 23 giugno. Il presidente ha
ordinato ai lavoratori di tornare a lavorare, minacciando di istituire uno
stato di emergenza se non lo avessero fatto. I lavoratori sono tornati
gradualmente a lavorare o sono stati cacciati dai loro impianti che occupavano
da parte della polizia. Il sindacato studentesco ha sospeso le manifestazioni
di piazza. Il governo ha messo fuorilegge un certo numero di organizzazioni di
sinistra. La polizia ha ripreso la Sorbona il 16 giugno. De Gaulle ha
trionfato nelle elezioni legislative di giugno, e la crisi si è
conclusa. La Festa della presa della Bastiglia il 14 luglio ha visto
le manifestazioni di piazza risorgere nel Quartiere Latino, con conseguente
spargimento di sangue, causato dalla repressione brutale da parte della polizia
degli studenti e persino dei turisti accorsi per la festa nazionale.
Scrive la Tristram:
Il governo cinese mandò all'inizio
truppe disarmate.
I loro camion furono bruciati.
|
In Middlemarch di George Eliot Dorothea osserva che, mentre tutti hanno condannato il suo comportamento, “nessuno ha dichiarato cosa avrebbe fatto se fosse stato nei suoi panni. Quando, nell'autunno del 1989, ho riguardato i vecchi numeri del Guardian, del Times e dell' Independent da aprile ad agosto, ho pensato a questa che frase riassume l'atteggiamento della stampa nei confronti della leadership cinese. Nessuno si è chiesto ciò che il governo britannico avrebbe fatto nella loro situazione, ma se ci si chiedesse questo la risposta sarebbe abbastanza semplice. Supponiamo che migliaia di studenti pongano l'assedio a Downing Street chiedendo dichiarazioni dai membri del governo sulle loro rispettive retribuzioni ed interessi economici, combattendo con la polizia mentre cercano di forzare l’ingresso e si accampino fuori. Supponiamo che in decine di migliaia abbiano bloccato le strade di accesso da Harrow a Trafalgar Square con dimostrazioni, occupando un miglio quadrato nel pieno centro di Londra, interrompendo una visita di stato di grandissima importanza, abbiano esteso la loro permanenza per più di sette settimane ed eretto una statua di Mao davanti a Buckingham Palace. Avrebbe la signora Thatcher colloquiato con gli studenti, facendosi riprendere dalla televisione nel Palazzo di Westminster quattro settimane prima, mentre il presidente del NUS (National Union of Students), la rimprovera con un dito minaccioso, dicendo: 'E' tuo dovere di combattere la corruzione?'. Essa avrebbe quindi visitato gli scioperanti della fame e espresso preoccupazione per la loro salute? E quando gli studenti si fossero fatti beffe della legge marziale e avesse inviato l'esercito, avrebbe mandato soldati disarmati, o con l'ordine di non sparare, in prima istanza? Certo che no (Tristram 1992).
Massacro di studenti a Bangkog nel 1976 |
Ai primi di giugno del 1989 la polizia di
Hong Kong fu inviata prontamente a sedare una sommossa a seguito di una
dimostrazione per la democrazia che portò a vari danneggiamenti. È stato
affermato, che la repressione era avvenuta per sopprimere gli "elementi
criminali e ribelli". Le strade erano state sgomberate entro due ore e non
c’è stata alcuna ulteriore marcia.
Quello che si è visto sui media
occidentali ha prodotto una certa visione della Cina completamente difforme
dalla realtà. Quale governo avrebbe tollerato che la
Piazza principale del paese fosse occupata per settimane da manifestanti
che, in una continua guerra per bande, giocavano a rubarsi il microfono e la
leadership? Chi avrebbe mandato i soldati disarmati davanti a gente che voleva
immolarsi dopo avere immolato un buon numero di soldati? Berlusconi ha
minacciato di mandare la polizia contro gli studenti che occupano le Università
cioè per molto meno, e Sarkoszy ha represso senza tante storie le proteste
degli immigrati nelle banlieu.
Il movimento "Occupy Wall Steet"
che ha addirittura fatto un manifesto che riecheggia i fatti di Tienanmen. ha
portato a varie centinaia di arresti non appena ha messo il naso fuori dagli
spazi in cui era relegato. Lo stesso è avvenuto con gli indignados. "Per
quasi sette settimane intere, comprese due settimane dopo che la legge marziale
era stata promulgata, i manifestanti sono stati autorizzati a rimanere in
piazza Tienanmen. Consideriamo che i manifestanti di Occupy Wall Street sono
stati vittime della repressione della polizia con arresti di massa ancora nella
fase iniziale... Nel corso del 1989 degli incidenti di Tienanmen, i
manifestanti che hanno eretto barricate contro le autorità; mentre nel corso
delle proteste del 2011 Occupy Wall Steet, è
stato il governo degli Stati Uniti che ha impostato barricate contro i
manifestanti. Una semplice camminata attraverso la linea stabilita dalla
polizia significava l'arrestato in nome della legge" scrive il
giornalista Wei Ling Chua (Chua, 2014). Per una gomitata ad un poliziotto (che
gli aveva messo le mani sul seno) una ragazza che ha partecipato s0lo
occasionalmente rischi ora sette anni di galera.
Occupy Wall Street.Oakland 2011
|
Alcune delle notizie su questo movimento: Il 5 giugno 2001 a Lisbona la
polizia è intervenuta quando un giovane ha cercato di appendere uno striscione
nella giornata del silenzio prima delle elezioni politiche anticipate,
arrestando tre persone. Il 2 ottobre la polizia arresta 770 dimostranti per
avere bloccato il traffico sul ponte di Brooklin a New York. Il 4 novembre la
polizia ha reagito con cariche, lacrimogeni e proiettili di gomma con oltre 100
arresti e otto feriti (cinque manifestanti e tre poliziotti). Il 5 novembre gli
agenti in tenuta antisommossa hanno costretto gli occupanti di Zuccotti Park ad
andarsene per "ragioni igieniche" e settanta arresti. Anche in
California, i dimostranti sono stati allontanati: trentatré arresti. I
giornalisti, come riferisce il New York Times, sono stati allontanati dalla
zona e non hanno potuto vedere cosa stava accadendo. Sono settanta le persone
arrestate per aver opposto resistenza. In entrambi i casi centinaia di
poliziotti in assetto anti-sommossa, il capo protetto da caschi e gli scudi in
pugno, hanno atteso la notte per agire. Il 30 novembre massiccio dispiegamento
di 1.400 agenti ad Oakland. Secondo un fotografo della France Presse, al
momento dell'intervento della polizia erano circa 500 le persone ancora
presenti sul posto. Un resoconto in teoria "illegale", visto che
stando a quanto riportato dal sito del Los Angeles Times, la polizia prima di
entrare in azione avrebbe chiesto ai giornalisti e ai fotografi di lasciare
l'area. La richiesta ha fatto infuriare i manifestanti che hanno gridato al
"black out mediatico". Circa 200 persone sono state portate nei
commissariati. 11 maggio 2012 i manifestanti si sono concentrati a Puerta del
Sol con l'intenzione di restarvi accampati per tre giorni fino, fino alla data
dell'anniversario, nonostante l'avviso contrario delle autorità cittadine - che
hanno autorizzato solo cinque ore di assemblea per oggi e altre dieci ore nei
prossimi giorni -, accompagnato dal dispiegamento di duemila agenti in assetto
antisommossa. "Non vi saranno accampamenti, perché si tratta di atti
illegali", ha detto il ministro degli Interni, Jorge Fernandez
Diaz. Nessuno in Occidente ha tollerato nemmeno una pallida replica di Tienanmen.
Pomfret il corrispondente del
Washinton Post, più volte citato, recensendo un libro di Ezra Vogel scrive:
"Nel discutere le uccisioni intorno a piazza Tienanmen, Vogel si chiede
perché l'Occidente sia così ossessionato da questa repressione, quando massacri
più sanguinosi sono stati commessi in Asia da governi sponsorizzati
dal governo americano - come le uccisioni di Kwangju in Corea del Sud nel
1980 e l'abbattimento dell'élite intellettuale di Taiwan nel 1947 -
relativamente passata inosservata negli annali della storia. Egli osserva che,
per dirne una, le manifestazioni che hanno portato alla repressione del 1989
sono state viste in diretta nei salotti di tutto il mondo. Più in profondità, s’ipotizza
che forse la ragione è che gli americani hanno sempre avuto aspettative
fuori misura sulla Cina" (Pomfret 2011).
Questo senza parlare dei massacri coloniali [4]. Uno fra tutti il 30 maggio del 1925, quando le forze di sicurezza britanniche hanno ucciso 13 studenti e lavoratori (realmente disarmati) a Shanghai che protestavano contro i poteri extraterritoriali degli stranieri in Cina. Nei mesi successivi, associazioni studentesche, gruppi mercantili e le organizzazioni dei lavoratori hanno prodotto opuscoli e conferenze di strada organizzando manifestazioni e cerimonie commemorative. Lo spargimento di sangue ha scatenato proteste in tutto il paese che hanno coinvolto milioni di persone. Il 3 giugno 1925, per esempio, 30.000 studenti di Pechino hanno lasciato le loro aule per manifestare. Durante l'estate, studenti e lavoratori di volta in volta hanno minacciato di prendere in consegna le strade della Cina urbana. Ad agosto, il movimento è stato soppresso a livello nazionale. Ma questo nessuno se lo ricorda, tantomeno l'impero britannico.
[1] Il 2 ottobre del 1968, ci fu il
massacro di Città del Messico conosciuto come “La Noche de Tlatelolco” quando
circa 10.000 studenti universitari e liceali si riversarono in piazza per
denunciare la corruzione del governo. Protestavano anche contro l’intervento
della polizia di qualche giorno prima nelle università, dove gli studenti
furono picchiati indiscriminatamente. Il “Battaglione Olimpico” dell’esercito
aprì il fuco uccidendo un trentina di dimostranti, ferendone centinaia e
arrestando centinaia di dimostranti. Le inchieste successive dimostrarono che
la polizia aprì il fuoco deliberatamente. Inoltre la Cia non fu estranea alla
preparazione del massacro. Un altro caso il massacro di Gwangju in Corea del
Sud per protestare contro i golpisti che avevano preso il potere l’anno
precedente, dove morirono circa 144 civili (ma altre fonti parlano di miglia di
morti). Avvenuto a quanto pare con la con la complicità più o meno esplicita
degli USA. Per non parlare di quando la Guardia Nazionale uccide a freddo
quattro studenti ferendone una decina.
[2] L'intervento dei paracadutisti durante
la rivolta nel ghetto nero di Detroit nel luglio del 1967 produsse quaranta
morti e circa duemila tenti tra i dimostranti e altri venti morti e 1500 feriti
a Newark.
[3] La stampa americana ha preso a
pretesto da queste dichiarazioni per condurre un gioco al massacro contro
Freeman, presidente del Middle East Policy Council, colpevole anche di avere
posizioni non troppo tenere nei confronti di Israele. Insomma i governanti
cinesi sono i veri assassini mentre quelli israeliani sono solo biricchini.
[4] Uno per tutti. Il 13 aprile 1919 ad Amritsar, nel Punjab, il generale Reginald Dyer ordinò alle sue truppe, di aprire il fuoco sulla folla che assisteva ad un comizio in una piazzetta della città, causando più di 1500 tra morti e feriti. Non ritenne di sparare alcun colpo di avvertimento affinché la folla si disperdesse. I partecipanti protestavano contro il Rowlatt Act, legge che consentiva incarcerazioni arbitrarie di dissidenti senza alcun processo. In questo caso si può parlare di massacro deliberato
Bibliografia
Ben Calmes 2009. Tiananmen 1989 20 Years Later: A
Perspective, Sinomania
Chang, A., 2005. Revisiting
the Tiananmen Square Incident: A Distorted Image from Both Sides of the Lens.
Stanford Journal of East Asian Affairs.
Chua,Wei Ling
2014. Tiananmen Square "Massacre"? - The
Power of Words vs. Silent Evidence (The Art of Media Disinformation is Hurting
the World and Humanity), Createspace 2014.
Festa, Roberto 2014. Occupy Wall Street, giudicata colpevole Cecily MCMillan:
rischia 7 anni, Il
Fatto Quotidiano, 6 maggio 2014
Jones, M. A.. 2009. “Sorting
Fact from Fiction – Tiananmen Revisited (Part 1).” Fool’s Mountain: Blogging
for China.
http://blog.foolsmountain.com/2009/05/08/sorting-fact-from-fiction-%E2%80%93-tiananmen-revisited-part-1/
Kamm, O., 2006.
Livingstone (and others) on China. Available at:
http://oliverkamm.typepad.com/blog/2006/04/livingstone_and.html.
Kissinger, H.,. 1989. “The
Caricature of Deng as a Tyrant Is Unfair.” Washington Post.
http://www.naomiklein.org/shock-doctrine/resources/part4/chapter9/caricature-deng-tyrant-unfair.
Tristram,
Philippa 1992. “Tiananmen
Revisited (print Version).” London Review of Books 14 No. 22 (November 19).
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