2. Ancora una primavera. Tienanmen e dintorni
Il "massacro"
di Piazza Tienanmen è un incidente così avvolto nella mitologia, per la maggior
parte generata da giornalisti occidentali e dai loro amici dissidenti
professionisti, che è quasi impossibile che qualsiasi analisi
"revisionista" possa essere ascoltata. Il mondo ha visto la Dea
della Democrazia, le insegne luminose e l'idealismo giovanile dei manifestanti,
un gigantesco concerto rock tenutosi sotto lo sguardo, apparentemente
incongruo, del presidente Mao, il cui gigantesco ritratto domina la piazza. Indelebilmente
impressa nella mente popolare è l'immagine di un uomo solo in piedi sulla
strada di un carro armato in arrivo. Il carro armato si sposta a sinistra,
e poi a destra, in uno sforzo inutile, per evitare di schiacciarlo. Questa
sequenza di eventi potrebbe servire come una sorta di riassunto per gli
avvenimenti che hanno portato al famoso incidente.
Justin Raimondo (1999)
L’uso distorto di materiale video ha
contribuito notevolmente a sostenere il mito del massacro di Tienanmen.
L’immagine cult di quelle giornate che è usata per simboleggiare la strage
mostra un cittadino solitario con la borsa della spesa che ferma una fila di
carri armati. La sequenza d’immagini non è presa a Piazza Tienanmen ma in un
grande viale e dimostra che il carrista cerca di schivare il cittadino senza
investirlo. Bene, questa sequenza viene di solito commentata come dimostrazione
che i carri armati schiacciarono i rivoltosi. La televisione cinese ha mostrato
l’intero video prima che il "Tank Man" scompaia nella folla e sebbene
per l’Occidente questa immagine dimostri la feroce repressione dei militari
cinesi nei confronti del loro stesso popolo, per il governo ciò mostra solo
quanta moderazione abbia usato nei confronti dei rivoltosi (Beam 2009).
L’immagine è commentata anche da Li Peng nei Tienanmen papers, che
appunto fornisce questa interpretazione: ”Abbiamo visto tutti le immagini del
giovane uomo che blocca il carro armato. Il nostro carro armato ha ceduto il
passo più e più volte, ma lui stava sempre lì in mezzo alla strada, e anche
quando ha tentato di arrampicarsi su di esso i soldati si sono trattenuti e non
gli hanno sparato. Questo la dice lunga! Se i militari avessero fatto fuoco, le
ripercussioni sarebbero state molto diverse. I nostri soldati hanno eseguito
alla perfezione gli ordini del Partito centrale. E’ stupefacente che siano
riusciti a mantenere la calma in una situazione del genere!”(Nathan e Link
2001, p.486).
Il giornale Global Times, organo semiufficiale del PCC,
parla dell'incidente di Tienanmen intervistando alcuni
Intellettuali cinesi nel 2009. Il China Daily ha ripreso
l'argomento nel 2011 |
L'interpretazione di Li Peng è sorprendentemente simile a quella
dell'imprenditore taiwanese Tsai Eng-Meng, presidente del Want Want
Grou - che possiede molti grandi media, compresi il China
Times, quotidiano di Taipei che ha negato in un'intervista
al Washington Post che la repressione di Pechino 1989 costituisca un massacro.
"Secondo il giornale, Tsai ha detto che è stato colpito a quel tempo dai
filmati del manifestante solitario fermo di fronte a un carro armato
dell'Esercito Popolare di Liberazione e ha detto che il fatto che l'uomo non
sia stato ucciso mostra che i reportage sul massacro non erano veri. "Ho
capito che non molte persone potevano veramente essere morte" (Pomfret
2011).
Possiamo, dunque,
far nostra la tesi di Raimondo, un conservatore tradizionale contrario ai
fomentatori di guerre che siano neocon, oppure le lobby proisraeliane colluse
tra l'industria degli armamenti o i china haters. Egli sostiene che
la scena del "Tank-man" può essere vista come una sorta di riassunto
di ciò che successe. Il carrista (governo) cerca di evitare di schiacciare
l'uomo-tank (il movimento studentesco) nonostante l'ostinazione di questo ad
autoimmolarsi.
Assalto e uccisione di soldati cinesi da parte di teppisti
Ca va sans dire i fotogrammi finali che sono stati mostrati
integralmente dalla televisione cinese, sono stati censurati da quelle
occidentali che lasciano aperta l’ipotesi che il “Tank man” sia stato investito
dal carro. Secondo la stampa occidentale la televisione di stato non ha mai
parlato della vicenda. La televisione cinese ha ovviamente parlato diffusamente
della vicenda mostrando certe immagini e dando la sua versione dei fatti.
Il commento della televisione cinese è
stato: "Chiunque abbia buon senso può vedere che se i nostri carri armati
fossero stati determinati ad andare avanti, questo farabutto solitario non
avrebbe mai potuto fermarli. Questa scena registrata su videocassetta
scopre il volto della propaganda occidentale. Ciò dimostra che i nostri
soldati hanno esercitato il massimo grado di moderazione" (Gate
Heavenly Peace 1995).
Si sono così visti manifestanti con fasce
nere al braccio lanciare molotov e veicoli dell’esercito dati alle fiamme.
Naturalmente sono stati mostrati i soldati uccisi spesso in maniera orribile
(censurati deliberatamente come abbiamo visto dai media occidentali). Questi
filmati si possono ancora vedere su youtube, ma praticamente mai sono mostrati
dalle TV occidentali. Ancora recentemente sia il Global Times sia
il China Daily hanno parlato della vicenda di
Tienanmen (Xie Ying and Lin Jiasi 2009).
Un blogger che è stato studente in Cina
afferma: “Per esperienza personale, stando in contatto con universitari per
quassi tre anni, la maggior parte dei giovani (e anziani) conoscono molto bene
lo sviluppo degli eventi. Sanno che furono i protagonisti, perché si manifestò
e come finì la storia. Uno studente dell'Università di Pechino (dove si può
dire che tutto è cominciato venti anni fa), ha spiegato l'idea che ha la
maggioranza dei giovani cinesi: "Tutti sanno delle rivolte di Tienanmen.
Con i miei amici abbiamo discusso più volte di questo nell'università".
C'è chi pensa che il governo abbia agito male, ma -aggiunge il blogger- ma
anche chi pensa al contrario che la colpa sia degli studenti (Mendez 2010). In
un’inchiesta fatta dal Manifesto, si domanda agli studenti cinesi. "Alla
domanda se conoscono i fatti dell'89, la risposta è netta: «Certo»" (Giordano
& Woo 2009).
Nonostante questo in Occidente s’insiste
sul fatto che i giovani cinesi non riconoscono nemmeno la sequenza fotografica
dell'uomo tank. Beh può essere dato che i mass media non la portano in
processione come la Madonna Pellegrina degli anticomunisti italiani anni
'40-'50. La controprova sarebbe di mostrarla a un centinaio di studenti
occidentali per vedere in quanti la riconoscono. Si potrebbe anche sondare la
conoscenza da parte degli studenti americani della ragazzina colpita dal Napalm
che urla di dolore mentre fugge dal villaggio vietnamita dopo che è stato
colpito dagli americani. Per non parlare di Hiroshima e Nagasaki.
La rivista britannica Standpoint ha
pubblicato un pezzo di Jonathan Mirsky, un giornalista che ama ricordare che
egli è persona non grata in Cina. L’articolo include il seguente paragrafo:
"Ancora oggi, se la parola Tienanmen compare su Internet cinese, chi ha
utilizzato o ha avuto accesso a essa, si può aspettare che qualcuno bussi alla
porta e può unirsi alle decine di attivisti di Tienanmen ancora nelle carceri
cinesi e nei campi di lavoro."(Mirsky 2009). Jeremy Goldkorn del
prestigioso blog Danwei rileva che questa esagerazione
ridicola può essere smentita da chiunque cercando la parola
"Tienanmen" o la parola in cinese su Baidu.com e Google.cn, e mostra
quanto profondamente non informati possono essere gli specialisti della Cina
quando non hanno mai visitato la Cina, Per Mirsky "Tienanmen" si
riferisce al massacro (mai) avvenuto nella piazza centrale di Pechino, che è
una nozione unica ai media occidentali. In Cina, la parola si riferisce a una
posizione centrale a Pechino che ha molte, molte associazioni oltre gli eventi.
del 1989. Per molti cinesi, la prima associazione della parola è la canzone
patriottica "Amo Pechino, Tienanmen" (Goldkorn 2009). Da notare che
Mirsky, al tempo corrispondente del britannico Observer, mentì spudoratamente
assicurando di avere visto parecchia gente uccisa sotto il ritratto di Mao a
Tienanmen (Munro 2009).
Mostriamo ora la dinamica dell'uomo tank'.
I tank abbandonano Piazza Tienanmen |
Ciclisti si muovono tra i tank senza timore. Da notare che sono ancora presenti i bulldozer incendiati dai dimostranti |
Ora i fatti parlano da soli. Il clip
dell'uomo tank è noto al pubblico occidentale come la "prova" della
"soppressione" del movimento democratico da parte del governo cinese.
Ancora una volta, è vero il contrario. Questo dimostra in realtà che non ci fu
nessuna "repressione" indiscriminata. Se ci fosse stata una brutale
repressione, quantomeno il manifestante sarebbe stato arrestato, se non
addirittura ucciso. Tanto più il video è stato girato senza che i soldati
dell'EPL lo sapessero. I soldati erano dunque dei brutali macellai senza
cervello, come sono stati raffigurati dai media occidentali? I soldati hanno
sparano indiscriminatamente? Questi fotogrammi dimostrano solo che l'esercito
non aveva alcuna intenzione di uccidere i civili. I soldati si sono difesi solo
quando sono stati attaccati dalla folla durante la sommossa. Sì, ci sono state
vittime, ma solo perché i rivoltosi hanno attaccato l'esercito; diversi soldati
sono stati brutalmente assassinati (un altro fatto che i media occidentali
ignorano sempre). Infatti, spettatori innocenti sono stati uccisi come
l'esercito ha cercato di difendersi nella confusione di quella fatidica notte.
E' stata una grande tragedia per la Cina, ma il suo utilizzo per demonizzare la
Cina e l'esercito dimostra solo le cattive intenzioni dei media occidentali. Di
fronte ad una provocazione, mentre erano in missione ufficiale, dopo una notte
in cui furono aggrediti selvaggiamente dai rivoltosi, i soldati PLA si sono
dimostrati disciplinati e rispettosi della vita. Chi è stato l'eroe qui? Il
soldato o il manifestante. Secondo molti cinesi oggi queste scene dimostrano
che l'Esercito fu Popolare e di Liberazione! In quanto si dimostrò leale
con il popolo e pronto a liberare un'altra volta Tienanmen dai
controrivoluzionari. Il giornalista d'inchiesta Wei Ling Chua sfata la
rappresentazione mediatica di manifestanti disarmati e
insiste fermamente sul fatto che la reazione dell'esercito fu estremamente
contenuta agendo per legittima difesa. La dimostrazione è proprio il "tank
man" (Chua 2014).
Tank Type 59 |
Sono
i soldati che temono l'attacco della folla, e non
il
contrario come si evince anche dalle foto che seguono.
Queste
foto sono state pubblicate dal Guardian per la
prima volta nel 2009 |
Un blogger ha provato a decostruire la
sequenza del “tank man” (Bill 2010). Seguiamo il ragionamento. La cosa più
evidente è che l'equipaggio dei carri armati si è chiuso dentro l’abitacolo.
Gli equipaggi dei carri armati evitano di farlo e persino in combattimento,
quando possono, cercano di mantenere i portelli aperti. La visione dall'interno
del tank chiuso è molto limitata ed è quasi impossibile sentire i suoni
provenienti dall'esterno, per un tank abbastanza primitivo come il Type 59 (i
cui esemplari superstiti sono ora relegati all’addestramento e alla seconda
linea), questo è ancora più vero. Il pilota quando il suo sportello è chiuso,
può vedere solo attraverso due "blocchi di visione", in primo piano e
leggermente a destra. Il comandante in torretta può fare poco meglio. E in un
tank chiuso, specialmente nei modelli vecchi come il Type 59, fa estremamente
caldo e si agisce in un ambiente stretto ed è difficile per l'equipaggio
operare per periodi prolungati soprattutto con il caldo quasi estivo come nel
giugno 1989. Allora perché i membri dell'equipaggio non si sono esposti? C’è
una sola ragione: proteggere se stessi contro le molotov e gli attacchi dei
rivoltosi.
Andiamo a vedere più da vicino la foto.
Nel primo, terzo e quarto tank si può vedere chiaramente la protezione che
copre la bocca dei loro cannoni principali. Il secondo può avere un tappo nero
o la bocca può essere aperta, ma il resto delle armi sono coperte. La chiusura
delle bocche, ha lo scopo di proteggere l’interno dei cannoni da sporco e
polvere, e non viene mai messa in una situazione in cui l’arma principale può
essere usata. Questa è la prova che i carri armati sono stati inviati senza
alcuna intenzione di sparare con i cannoni principali, qualunque cosa
accada. Allo stesso modo, se l’equipaggio rimane chiuso all’interno del
carro non può utilizzare la mitragliatrice sul tetto della torretta. Il Type
59, è vero, è dotato di due mitragliatrici.
Una serie di camion e bus attaccati e bruciati per poi
farne barricate |
Poi, ci sono le borse della spesa
effettuata dal "uomo del tank" stesso. Ovviamente, se vai a fare
shopping - e nessuno ha mai suggerito le borse della spesa significhino
qualcosa d’altro - ci devono essere negozi aperti. L’esperienza di situazioni
di rivolta dice che i negozi di non aprono mai quando c'è la possibilità di
gravi violenze. I proprietari di negozi hanno troppo da perdere da rivolte e
saccheggi. Se ci sono negozi aperti, il livello di violenza deve essere molto
più basso di quanto si pensi.
Cittadini osservano i soldati
che raccolgono i loro commilitoni morti dai tank e dai camion. |
Ora, se guardate il video, si vede il tank
che si sposta a destra e poi di nuovo a sinistra nel tentativo di evitare
l'uomo. Se le truppe cinesi avevano già ucciso e schiacciato centinaia di
migliaia di civili disarmati, e secondo la mitologia standard, anche in questo
5 giugno, gli studenti tentavano di rientrare in piazza, perché il tank si è
dato la briga di salvare la vita di un miserabile contro-rivoluzionario? Non ci
può essere una spiegazione ragionevole, se non il fatto che i carristi hanno
esercitando la massima moderazione di fronte alla provocazione.
Anche in questo caso, supponiamo che un
iracheno o un afgano abbiano fatto lo stesso a una colonna corazzata americana,
o un palestinese a un carro israeliano Merkava, come molti, in effetti, hanno fatto,
come pensate sarebbero stato chiamato mentre veniva spazzato via? : Ovviamente
"terrorista"!
"Terroristi" (secondo il governo di Kiev) tentano
di
fermare un tank a Mariupol nel Donbass,
ignorando che solo
i terroristi sponsorizzati dalla CIA ne hanno facoltà.
massacro" che ha meritato uno sguardo
più attento. Dopotutto, dobbiamo essere grati al fotografo e all'"uomo
tank" - per motivi direttamente opposti ai soliti racconti dei media
occidentali.
E'
il 5 giugno, lo stesso giorno dell'uomo tank.
Sullo sfondo un camion militare bruciato |
Prima di giungere a una conclusione definitiva sull’uomo tank, però, diamo un'occhiata a un'altra foto, scattata dalla strada e pubblicata solo nel giugno 2009. Presa poco prima della mitica foto, mostra i carri armati in lontananza mentre vengono verso la macchina fotografica, e, in mezzo ad una certa distanza a sinistra, colui che sembra essere (non vi è alcuna prova diretta di questo) "l'uomo del tank", con le borse della spesa in attesa accanto ad un bulldozer, pronto a intervenire all’arrivo della colonna blindata. Diritto in lontananza un ciclista pedala senza fretta, e in primo piano a sinistra un uomo (anche lui con la borsa della spesa) sembra sul punto di mettere il pollice in su, verso la macchina fotografica. In primo piano a destra un giovane mostra forse l'unico segno di fretta o di panico.
|
Terrill Jones dell’Associated Press, che
ha preso questa foto, sostiene che - al fine di evitare di essere colpiti - lui
e gli altri si nascosero e non poterono vedere quello che è successo dopo.
Questa è una di quelle storie che devono essere esaminate attentamente. Primo:
se vi fosse, in effetti, una situazione di violenza, perché il ciclista pedala
tranquillamente in modo incurante, sulla linea di fuoco dei tank? Anche se
è vero che l'uomo in lontananza a sinistra è "l'uomo tank" perché, e
anche se lui è disposto a sacrificare la sua vita per fermare i carri
armati perché, è così indifferente? Perché è l'uomo in primo piano
ovviamente non mostra alcun segno di panico o paura? A quanto pare sembra stia
addirittura sorridendo? Perché l'unico uomo che ha fretta è quello a destra e
che va di slancio verso il fotografo, ma comunque nella possibile linea di
fuoco dei tank?
Ciclisti passano accanto ai tank senza timore. |
Poi, se ci fosse davvero una sparatoria, da dove arriva? Non certo dai
tank, come si è detto, le armi principali sono ricoperte e le mitragliatrici
antiaeree sono all'esterno mentre i soldati sono chiusi dentro al tank. Il Type
59 è dotato di altre due mitragliatrici, di calibro 7,62 millimetri. Una è
un’arma coassiale, che spara lungo la linea del cannone principale, in
qualsiasi direzione l’arma viene orientata. In questo caso tutti i carri armati
avevano i loro cannoni principale elevati in posizione normale, quindi il fuoco
non poteva venire dalla mitragliatrice coassiale - i proiettili sarebbero
andati in cielo. La terza mitragliatrice è quella fissata nella parte anteriore
del serbatoio e tiro dritto attraverso un diaframma molto piccolo nella corazza
anteriore del tank. E’ un'arma quasi inutile, giacché può essere solo
utilizzata ruotando l'intero tank per puntare direttamente al bersaglio. Se ciò
fosse stato fatto solo il primo tank, avrebbe potuto sparare, mentre il fuoco
dagli altri in linea avrebbe colpito i carri armati di fronte a loro.
Ritornando all'ipotesi iniziale sul perché i carristi non si espongono
nonostante il caldo infernale di quei giorni: la risposta viene dai giornalisti
presenti sul posto:
"Ma in questa come in altre occasioni, è stato per colpire dei «caporioni» della rivolta o per snidare dei cecchini appostati sui tetti [...] l'esercito voleva snidare alcuni cecchini che, infiltratisi nel complesso di palazzoni, prendevano di mira i militari dai tetti" (Pecora 1989, pp.17-18). "A una distanza di qualche decina di metri dal viadotto, hanno fatto secco un soldato di quelli che stazionano a guardia dello svincolo. La polizia armata era sicura che avessero sparato anche dall'interno del nostro isolato e ne ha perciò occupato i tre cancelli d'ingresso [...]La polizia pensava di rintracciare i cecchini che hanno ucciso il soldato sul ponte" (Fiore 1989, p.286).
Scena completa mostrata dalla TV cinese:
Il Tank Man non è morto.
Jiang Zemin risponde sulla sorte del
Tank Man.
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