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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

martedì 7 maggio 2019

3.3.1 Xinjiang: crimini di pace delle ONG

3.3 Xinjiang

 Uiguri che escono dalla Moschea protetti dalla polizia.

Nota: le immagini che mostreremo vengono quasi tutte da siti che vogliono dimostrare la politica antimussulmana della Cina. Ad esempio che la Cina proibisce ai mussulmani di andare in moschea, di vestirsi con abiti tradizionali, di portare il velo ecc. L'immagine tipica è quella di poliziotti vicino ad una moschea mentre i fedeli entrano o escono liberamente. Ma questo cosa significa? Dato l'alto numero di religiosi islamici assassinati dai fanatici può solo voler dire che i poliziotti proteggono i fedeli!!!

Sembra sia diventato di moda in alcuni ambienti particolarmente sensibili alla salute  fisica e spirituale passare dal "vegetariano nell’intervallo tra un pasto e l’altro" (ossia il pio monaco calzato Gucci, il Dalai Lama) e concentrarsi sui uiguri, interessamento assolutamente nobile e disinteressato. Certo forse occorrerà più di una pellicola di Hollywood per fare digerire il non proprio popolare islamismo radicale e soprattutto a far sapere dove si trovi la misteriosa regione popolata da questo simpatico e pittoresco popolo. Il livello di comprensione dell’Occidente per tali fenomeni è dato dall’ex ministro degli esteri francese Kouchner, che aveva difeso il popolo degli “Yogurt” (anziché Uigur, in francese).




L'ex ministro degli esteri francese Kouchner, aveva difeso il popolo degli “Yogurt” (anziché Uiguri)

Uiguri sconosciuti (fino a qualche mese fa)

L’agenzia Reuters afferma che milioni di persone appartenenti ad un’etnia sconosciuta ai più, quella Uigura che rappresenta meno dell’1 per cento della popolazione cinese, sarebbero rinchiusi in campi di concentramento. Tre milioni di mussulmani costretti a mangiare carne di cane a cui i loro carcerieri cinesi perseguiterebbero con una sorta di guerra biologica sparandogli contro costolette di maiale, ma soprattutto facendoli ubriacare con l’acqua di fuoco. La fonte, riporta la Reuters è attendibilissima: l’ONU. Chi potrebbe sospettare di una fonte tanto autorevole? Tanto più che i cinesi, contro l’uniteralismo americano, rivendicano periodicamente l’intervento delle Nazioni Unite. Ma c’è un “ma”.

L’ONU e il CERD

La questione è più complessa. L’ONU delega ad un’istituzione indipendente dall'Organizzazione, il CERD che monitora l’eliminazione della discriminazione razziale, di relazionare sui diritti umani. Il sito web ufficiale di questo comitato chiarisce che è "un corpo di  esperti indipendenti", non funzionari delle Nazioni Unite. Il CERD pubblica la relazione dello stato cinese poi ascolta tutte le relazioni delle organizzazioni più o meno umanitarie e fa una relazione finale dopo una discussione in cui  i 18 membri di varie nazionalità chiedono di inserire i propri rilievi. Tra i 18 rappresentanti c’è anche la signora Gay McDougall la quale rappresenta uno stato, gli USA che praticamente non accettano la supervisione del CERD sul loro territorio. Gli USA infatti hanno sottoscritto solo cinque delle dichiarazioni dell'alto Commissariato dell'ONU sui diritti umani contro le otto della Cina.


Come nascono le fake news dell’impero? La precisazione dell’Alto commissariato ONU

Un portavoce dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite (OHCHR) ha confermato in una dichiarazione a Grayzone che l'accusa di "campi" cinesi non è stata fatta dalle Nazioni Unite, ma piuttosto da un membro di un comitato indipendente che però non parla per l'ONU nel suo insieme. Quel membro è stato l'unico americano nel comitato e non ha precedenti di studi o ricerche sulla Cina.
In una e-mail al sito di controinformazione Grayzone, la portavoce dell'Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights (OHCHR) Julia Gronnevet ha confermato che il CERD non era rappresentativo dell'ONU nel suo insieme. «Avete ragione sul fatto che il Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale sia un organismo indipendente", ha scritto la Gronnevet. "I commenti citati sono stati fatti durante le sessioni pubbliche del comitato quando i membri stavano esaminando i documenti forniti dallo stato cinese».
Sostanzialmente come funziona la cosa. Lo stato cinese manda una relazione che è esporremo in seguito, il CERD come organismo indipendente di 18 membri riceve le relazioni delle ONG dei diritti umani quasi tutte sponsorizzate dal Congresso americano, dal Dipartimento di Stato e dal NED poi i vari rappresentati fanno le loro osservazioni che vengono sintetizzate in un documento che raccoglie tutte le osservazioni. Dato che le osservazioni individuali si possono leggere nella discussione che avviene prima della stesura del documento è facile rilevare di chi sia la responsabilità per l’inserimento delle varie pareti del documento.
Chi è che ha voluto l’inserimento della parte incriminata del documento del CERD? La signora Gay McDougall, rappresentate americana (ma vah...) nel comitato. Allora cosa dice la signora McDougall:
GAY MCDOUGALL, co-relatrice della commissione per la Cina, ha espresso preoccupazione per le numerose e credibili notizie che nel nome della lotta all'estremismo religioso e del mantenimento della "stabilità sociale", il partito di stato ha trasformato la regione autonoma uigura dello Xinjiang in qualcosa che assomigliava a un massiccio campo di internamento avvolto nel segreto, una "zona senza diritti", mentre i membri della minoranza uigura dello Xinjiang, insieme ad altri che erano identificati come musulmani, venivano trattati come nemici dello Stato basandosi solo sulla loro identità etno-religiosa. Il correlatore ha preso atto delle denunce di detenzione di massa di uiguri etnici e di altre minoranze musulmane turche, e stima che più di un milione di persone si trovavano nei cosiddetti centri di contro-estremismo e altri due milioni erano stati costretti nei cosiddetti "campi di rieducazione" per l'indottrinamento politico e culturale. Tutti i detenuti hanno violato i loro diritti processuali, mentre la maggior parte non è mai stata accusata di un reato, processata in un tribunale o offerta un'opportunità per contestare la legalità della loro detenzione.  Le relazioni hanno inoltre indicato, ha continuato la signora McDougal, che il Partito di Stato stava trasformando anche le espressioni più comuni di significato etnico-religioso per i musulmani in un reato, compresi saluti quotidiani, possesso di determinati prodotti Halal e barba o barba indossa un velo integrale. I recenti emendamenti al quadro giuridico sono stati concepiti per consentire un controllo ancora maggiore dello Xinjiang Uyghur e di altri gruppi minoritari; gli emendamenti alla legge penale del 2015, la legge antiterrorismo del 2016, la legge sulla sicurezza informatica del 2017 e la legge sui regolamenti per gli affari religiosi emendata nel 2018 hanno stabilito definizioni imprecise e troppo ampie sui reati di sicurezza nazionale relativi al "terrorismo". È l'estremismo' che ha consentito procedimenti giudiziari e condanne abusive, arbitrari e discriminatori.
Navigando nel WEB si scopre che la McDougall fa parte del consiglio dell’Open Society Justice Initiative. Sì la società che il noto speculatore George Soros. Nella sua infinità bontà il compassionevole Soros la usa per mettere in atto i suoi piani tra i quali quello di una battaglia fatale contro Xi Jinping, il male assoluto, e dei suoi strumenti per schiavizzare l’umanità: la Huawei e la ZTE.
Il problema è l'accuratezza della Reuters e di altri che riferiscono che l'Onu ha detto che la Cina ha enormi campi di internamento per i musulmani uiguri. Ma non sono Nazioni Unite nè l’OHCHR che hanno fatto tali affermazioni. La persona che ha presentato la domanda è stata la correlatrice del CERD. La McDougall ha affermato di aver ascoltato resoconti credibili sull'esistenza di questi campi e ha sollevato la questione durante una riunione del comitato. Così, è lei che ha sollevato la questione in seno al Comitato delle Nazioni Unite sull'eliminazione della discriminazione razziale, che non significa, chiaramente, dichiarare che le notizie siano vere a nome di tutta l'ONU. Poi c'è la questione dell'accuratezza delle relazioni e della credibilità delle fonti citate dalla McDougall, che minano l'accuratezza di ciò che la Reuters ha affermato.
Per quanto riguarda l’Italia (per dire) si pensi che:
L’inottemperanza dell’Italia è talmente grave che il CERD ha ritenuto di inserire la questione nella procedura speciale di follow up: entro un anno da oggi il Governo sarà nuovamente chiamato a rendere contro dei progressi compiuti", commenta Carola Carazzone, responsabile dell’Ufficio diritti umani del VIS e portavoce del Comitato per la promozione e protezione diritti umani, cui aderiscono 74 associazioni e ONG italiane.

ONG. La maggior parte delle fonti sulla storia dei "campi" uiguri sono collegate al governo degli Stati Uniti

Innanzitutto quali sono le organizzazioni che vengono sentite? Lo dice già l’articolo della Reuters. I "Rapporti credibili" provengono da un gruppo di opposizione finanziato da governi occidentali senza alcuna trasparenza, la Rete dei difensori dei diritti umani cinesi (CHRD). 
Oltre a questo irresponsabile misreporting, la Reuters e altri media occidentali hanno tentato di colmare le lacune lasciate da McDougall, riferendosi alle relazioni del cosiddetto "gruppo di attivisti" della Rete dei difensori dei diritti umani cinesi (CHRD). Comodamente lasciato fuori dalla storia è che questa organizzazione ha sede a Washington, DC. Il CHRD, che riceve centinaia di migliaia di dollari in finanziamenti da governi “sconosciuti”, contrasta a tempo pieno il governo cinese e ha passato anni a fare campagne per conto di esponenti dell'estrema destra. Il CHRD non è affatto trasparente riguardo ai suoi finanziamenti o al personale. Le relazioni annuali contengono note che affermano: "Questo rapporto è stato prodotto con il sostegno finanziario di generosi donatori". Ma i donatori non vengono mai nominati.
I moduli fiscali 990 disponibili pubblicamente trovati da Grayzone mostrano che l'organizzazione è finanziata sostanzialmente da sovvenzioni governative. In effetti, nel 2015 praticamente tutte le entrate dell'organizzazione provenivano da sovvenzioni governative.

Il modulo 990 di CHRD  2015  rivela che 819.553 dollari del suo fatturato di 820.023 del 2015 (99,94%), provenivano da sovvenzioni governative. La misera cifra di 395 (!!!) dollari proveniva da investimenti, con un altro 75 da altre fonti. Secondo il suo modulo 990 del 2016, il CHRD ha ricevuto  859.091 dollari in sovvenzioni governative. 

Quale governo abbia fornito queste sovvenzioni non è chiaro. La Grayzone non ha ricevuto risposta a diverse richieste di interviste inviate via e-mail alla Rete dei difensori dei diritti umani cinesi. Tuttavia, sembra probabile che CHRD potrebbe ricevere finanziamenti dal National Endowment for Democracy (NED) sostenuto dal governo statunitense.
Una ricerca del database delle sovvenzioni del NED mostra finanziamenti a partire dal 2014 e 2015 per circa mezzo milione di dollari per "sostenere il lavoro dei difensori dei diritti umani cinesi". Non è chiaro se si tratti di un riferimento specifico all'organizzazione, ma la descrizione che accompagna il concede partite a quelle di CHRD.
Il CHRD ha usato i suoi generosi finanziamenti per fornire  sovvenzioni agli attivisti dell'opposizione in Cina, decine di decine di progetti finanziati nel paese .
Sui moduli fiscali, CHRD elenca il suo  indirizzo come ufficio di Washington, DC  che è quello dell’Human Rights Watch. HRW è stata a lungo criticata per la sua porta girevole con il governo degli Stati Uniti e la sua attenzione eccessivamente sproporzionata sui nemici designati da Washington: Cina, Venezuela , Siria e Russia.
Human Rights Watch non ha risposto a una email della Greyzone che chiedeva informazioni sulla sua relazione con CHRD. Il modulo 990 di CHRD rivela anche che il consiglio dell'organizzazione è un Who's Who degli attivisti anti-governativi cinesi esiliati. Il presidente del gruppo è l'attivista statunitense  Su Xiaokang, che ha proclamato che il popolo cinese avrebbe "voluto che gli Stati Uniti controllassero gli attivisti, ed è deluso quando Washington fallisce". Il dissidente americano Teng Biao (ricercato in Cina) è un direttore della CHRD che si è vantato sarcasticamente di come il partito comunista cinese lo abbia definito un "reazionario".
Il segretario di CHRD è l'accademico americano Perry Link, che ha  costruito la sua reputazione pubblica sulla base della "lista nera" accademica del governo cinese. Link ha testimoniato per il Comitato degli affari esteri degli Stati Uniti  nel 2014, sostenendo che il governo cinese sta minacciando la libertà accademica gli Stati Uniti.
Nella sua testimonianza del Congresso, il segretario della CHRD Link ha insistito sul fatto che il governo degli Stati Uniti dovrebbe reprimere l'organizzazione dell'Istituto Confucio del governo cinese e finanziare invece i suoi programmi pro-USA in lingua cinese. Link ha caratterizzato i programmi in lingua cinese come una potenziale arma americana contro il partito comunista cinese, sostenendo che potrebbero "molto probabilmente fare di più per smussare l'avanzata del PCC rispetto a quanto potrebbe fare l'aereo B-2 Spirit Bomber".
Queste sono alcune delle figure governative filo-americane e anti-cinesi che guidano la Rete dei difensori dei diritti umani cinesi. Altrimenti, ci sono pochissime informazioni pubblicamente disponibili su CHRD. Sembra essere in gran parte frutto del suo direttore internazionale, Renee Xia, un attivista dell'opposizione che ha pubblicamente chiesto al governo degli Stati Uniti di imporre  sanzioni ai funzionari cinesi in base al Magnitsky Act».
più recente rapporto della CHRD sulla Cina – quello citato da Reuters e da altri per dare credito alle accuse dei campi di rieducazione uigura –evidenzia ulteriormente i legami dell'organizzazione con Washington e l'imparzialità compromessa.
La fonte più citata nel rapporto CHRD, che rappresenta oltre un quinto dei 101 riferimenti, è Radio Free Asia (RFA), un'agenzia di stampa creata dal governo degli Stati Uniti. Insieme a Voice of America, Radio Free Europe/Radio Liberty, Radio y Televisión Martí e Middle East Broadcasting Networks, Radio Free Asia è gestito dal Broadcasting Board of Governors (BBG), un'agenzia federale del governo degli Stati Uniti sotto la supervisione di il Dipartimento di Stato. Descrivendo il suo lavoro come "vitale per gli interessi nazionali degli Stati Uniti", lo standard di trasmissione principale di BBG deve essere "coerente con gli ampi obiettivi di politica estera degli Stati Uniti".
«La quasi totale dipendenza dalle fonti collegate a Washington è caratteristica dei rapporti occidentali sui musulmani uiguri in Cina e sul paese in generale, che presenta regolarmente titoli e accuse sensazionali. Oltre a CHRD e RFA, è comune che i rapporti citino il World Uighur Congress, un'organizzazione finanziata dal NED . In un recente evento NED, il redattore di Grayzone Max Blumenthal ha intervistato il presidente del World Uighur Congress Omer Kanat, che si è preso il merito di aver fornito molte delle affermazioni dei campi di internamento ai media occidentali». 
Il NED (agenzia semiufficiale della CIA) sponsorizza per sua stessa ammissione con 500.000 dollari annui la causa del separatismo uyguro. La CIA sponsorizzava la rivolta islamica in Afganistan e questi per riconoscenza gli hanno fatto saltare le torri gemelle. Auguri.
Per sapere cosa sia il NED basta leggere quel che dicono i suoi fondatori: «Un sacco di cose che facciamo oggi è stato fatto clandestinamente dalla CIA per 25 anni», ha detto Allen Weinstein, uno dei fondatori del National Endowment for Democracy, in un articolo pubblicato nel 1991 sul Washington Post. Creato nei primi anni Ottanta, ha come obiettivo il sostegno delle organizzazioni “pro-democrazia” nel mondo. Tuttavia, storicamente, gli scopi sono fissati dagli obiettivi di politica estera di Washington.
Un'altra fonte preferita dai media del Congresso per informazioni sulla Cina è la Jamestown Foundation, un think tank neoconservatore fondato durante l'apice della Guerra Fredda dal personale dell'amministrazione Reagan con il supporto dell'allora direttore della CIA William J. Casey. Gli ex membri del consiglio di Jamestown includono Dick Cheney e Zbigniew Brzezinski.
L'ultimo episodio di false segnalazioni di Reuters fa parte di una tendenza sempre più ostile, la copertura della guerra fredda alla Cina da parte della stampa occidentale che coincide con la spinta di Washington per il conflitto con Pechino. In una serie di dichiarazioni politiche, l'amministrazione Trump ha identificato ripetutamente la "minaccia" posta dalla "ascesa economica e militare" della Cina, con il segretario alla Difesa James Mattis che dichiara che "la competizione del Grande Potere, e non il terrorismo, è ora l'obiettivo principale degli Stati Uniti per la sicurezza nazionale".
Oltre al Network of Chinese Human Rights Defenders (CHRD) tra coloro che vengono ascoltati c’è Amnesty International, Asian Solidarity Council for Freedom and Democracy (giapponese con president tibetano e segretario uiguro) http://freeasia2011.org/english/), Group of Hong Kong Ethnic Minority students and youth, Happiness Realization Research Institute (HRRI), International Service for Human Rights (ISHR), Japan Network to Monitor Violations of the Universal Human Rights (JNMV), Southern Mongolian Human Rights Information Center (SMHRIC), The China Union of Anthropological and Ethnological Sciences. Le organizzazioni non legate all’imperialismo dei diritti umani sono, ovviamente, quelle cinesi: China Association for Preservation and Development of Tibetan Culture (CAPDTC), China Ethnic Minorities’ Association for External Exchanges (CEMAFEE), China Tibetology Research CenterCTRC),
Inoltre ci sono The Rights Practice,  Human Rights in China (HRIC), Human Rights Watch (HRW), espressione diretta del dipartimento di Stato e del Congresso USA e del NED, International Free Tibet, Campaign for Tibet, The Tibet Bureau, Tibet Advocacy Coalition finanziati dal NED e espressioni del governo tibetano in esilio.

Crimini di pace delle ONG

Per capire di chi stiamo parlando basta riportare alcune vicende. Il documentario The Gate of Heavenly Peace sui fatti di piazza Tienanmen è del 1995. Il Long Bow Group, la società no-profit che ha prodotto il documentario, è stata fondata nel 1982 e produce media educativi. Richard Gordon e sua moglie Carma Hinton, figlia di William Hinton, ma nata e cresciuta in Cina, dove il padre – fervente comunista, nonché autore del famoso libro Fanshen – l’aveva portata, ne sono i fondatori. Il documentario, frutto del lavoro di sei anni, contiene molte immagini dei fatti del 1989 e ha suscitato delle controversie con il governo cinese, anche se i maggiori avversari del film sono stati i dissidenti e in particolare i leader studenteschi, non molto contenti di come sono stati ritratti.
La realizzazione del film fu una strada in salita; in un frangente a corto di fondi, alla regista Carma Hinton furono offerti diecimila dollari dal fondatore di Human Rights Watch (fondamentalmente una diramazione della CIA), a condizione di non includere, nel film, l’intervista videoregistrata di Cunningham alla controversa leader studentesca Chai Lin. Chai ha tempestato di azioni legali questa società fino al 2009, quando è diventata “cristiana rinata” ed ha abbandonato il caso per “glorificare il Signore”. Chai ha detto che solo Dio può salvare la Cina e ha testimoniato al Congresso sulla pratica “dell’aborto forzato” nel suo paese (Mooney 2010).
Il povero Cunningham, un giornalista onesto nonostante non si fosse fatto mancare nulla in fatto di cattive compagnie, è stato sottoposto a una «strana specie di sorveglianza, prima sotto forma di stalking telefonico da parte del fondatore di Human Rights Watch che ha chiamato i miei amici e parenti in modo da impedirmi di scrivere su Wei Jingsheng, ha dichiarato che lui solo aveva il diritto di pubblicare le lettere di Wei e più agghiacciante, a New York il difensore dei “diritti umani” era in grado di interrompere gli incontri in corso, mentre parlavo con gli editori delle lettere della prigionia» (Cunningham 2014: XII).
Il giornalista viene anche derubato del nastro dopo una proiezione dell'intervista a Wei Jingsheng presso l’ufficio a Manhattan dell’Human Rights in China. I funzionari della ONG lo invitano a cena a Little Italy, nella speranza di convincerlo a dare loro una copia della cassetta, dato che non era entusiasta di condividerla. «Quando abbiamo parcheggiato di fronte al Ferrara Café, il co-fondatore di Human Rights in China con sollecitudine mi ha suggerito di “nascondere” la mia copia dell’ambita intervista nel bagagliaio della macchina di un amico mentre abbiamo mangiato cannoli e sorseggiato cappuccini. Dopo il dessert siamo tornati alla macchina per scoprire che il baule curiosamente era stato aperto e il nastro mancava, mentre nessuna altra cosa di valore mancava». Il suo ospite cinese, un feroce “China basher" (con questo termine si indicano gli urlatori anticinesi e con quello analogo “China hater” i propagatori dell’odio anticinese), rideva «dicendo che nella mia città natale di New York si commettono un sacco di reati”. Cornuto e mazziato! Naturalmente l’Human Rights Watch è una di quelle organizzazioni “non-governative” direttamente finanziate dai governi, dal NED e, in ultima analisi, dalla CIA.
È problematico che mentre le maggiori organizzazioni imperialiste sono ben conosciute e rinnegate dalla comunità progressista, il lavoro dell’Human Rights Watch, in particolare, è ancora pienamente celebrato dalla sinistra, anche se il modus operandi dell’organizzazione è stato delegittimato da scrittori come Edward S. Herman e i suoi legami intimi con l’organizzazione chiave della manipolazione della democrazia, il NED, sono stati ampiamente riconosciuti.
Per una parte consistente delle organizzazioni non governative impegnate nei diritti umani formato export, la definizione è ovviamente un eufemismo, se non un’impostura palese. Non solo le organizzazioni sono governative, ma anche nelle mani dei servizi segreti e spesso la loro agenda non è né umanitaria né pacifica.
Bisogna stare molto attenti a queste “informazioni”. Seguire il denaro deve essere la parola d’ordine. Guardare chi li finanzia e chi si nasconde dietro di loro. Le GONGOS (western government orchestrated NGOs, ONG orchestrate dai governi occidentali), con una porta girevole verso il Dipartimento di Stato e la CIA, devono essere trattati con considerevole scetticismo. Occorre ricordarsi dei bambini nell'incubatore della prima guerra del golfo oppure, dei “Viagra Fueled Rape Gangs” di Gheddafi, per gentile concessione di Bernard Levy. Un bel po' di neri africani si trovarono a dondolare dai lampioni grazie ad Al Jazeera oppure in vendita nei mercati degli schiavi libici. Occorre ricordarsi del falso attacco del gas siriano, gentilmente offerto a favore dei bombardamenti umanitari. Bisogna ricordare i rapporti falsi di HRW su "decine di migliaia di impiccagioni" in una prigione siriana, notizie basata su pura aria fritta.  Queste gente sono tutti comprovati bugiardi e propagandisti per l'Impero. Questo è quello che fanno. Questo è ciò per cui ottengono i soldi di Soros e della CIA.
Come le “missioni civilizzatrici” che portavano il cristianesimo ai pagani offrirono in passato il pretesto per giustifi­care la conquista imperialistica di Asia e Africa, oggi la protezione dei “diritti umani” tramite le O(n)g può costituire la copertura per l’intervento militare di tipo im­perialistico in tutto il mondo. In questo campo dei “diritti umani” le ambiguità, dianzi denunciate, dell’asinistra – che reputa avventatamente le O(n)g come la sola alternativa possibile, di fronte al declino dei movi­menti di massa – portano diritto all’utilizzazione di simili organizzazioni per scopi del tutto contrari a quelli formalmente dichiarati

Secondo  il World Uyghur Congress  la Cina vorrebbe vietare i costumi tradizionali. Qui è addirittura Xi Jinping che indossa il copricapo tradizionale uiguro 

World Uyghur Congress 

Cosa è il World Uyghur Congress? In generale queste organizzazioni vengono contrabbandate per “Non Governative” ma vengono rimpinzate di fondi dai governi e in particolare dal governo americano. Il World Uyghur Congress è membro del NED.  
L’ambasciatore americano Charles Freeman recentemente ha detto: "L’America spende milioni di dollari l’anno per creare problemi nello Xinjiang”.
Ovviamente il World Uyghur Congress e l'Uyghur American Association che si sono posizionati con cura come "non separatisti" per ottenere una sponda in Occidente come voci della pacifica società civile e le aspirazioni dei diritti umani dei popoli uiguri, per cui hanno ricevuto sovvenzioni di 275.000 e  295.000 dollari rispettivamente dal National Endowment for Democracy nel 2014 (il NED classifica questa area di attività come "Xinjiang/Turkestan orientale" che, data la presunta non esistenza di un Movimento per l’Indipendenza del Turkestan Orientale ", è piuttosto "interessante”).

I “diritti umani” sostituiscono la “cospirazione comunista”

Chi non accetta la civiltà occidentale è il possibile bersaglio dell’interventismo umanitario. Lo stesso avviene ormai anche in casa neo-lib come ha suggerito la congressista americana Tulsi Gabbard. L'ex agente della CIA Ralph McGehee scrive che nei paesi che «resistono all'influenza o al controllo statunitensi, gli Stati Uniti utilizzano la “violazione dei diritti umani” come scusa per intromissioni politiche. I “diritti umani” sostituiscono la “cospirazione comunista” come giustificazione per i governi che si rovesciano» (McGehee 1999). Lo stesso vale per la “democrazia”. Oggi quando l’Impero parla di diritti umani violati in un determinato paese, a quel paese conviene mettere rapidamente mano alla contraerea. Così agisce la dittatura totalitaria internazionale (non sostenuta da alcun consenso delle istituzioni sopranazionali come l'ONU, ma basata unicamente sulla forza) esercitata dagli USA con il loro eccezionalismo che li ha portati a seminare morte, distruzione e caos in tutto il mondo. L’Impero del Kaos si dichiara democratico sebbene nessuno l’abbia eletto a governare il mondo e sebbene violi continuamente il diritto internazionale.
Il governo degli Stati Uniti ha investito fino a 56 miliardi di dollari l'anno per promuovere i cosiddetti "valori americani"; ha rovesciato 228 governi attraverso operazioni segrete e l’intervento diretto nel periodo 1973-2005, in nome della promozione della "democrazia" e della "libertà". Il risultato finale è che in 96 casi non hanno causato alcun cambiamento nella “democrazia” del paese. In altri 69 casi il paese è diventato meno democratico dopo l'intervento (Choua 2014). In uno studio di James A. Lucas il numero di persone uccise dall’ininterrotta serie di guerre, colpi di stato e altre operazioni sovversive effettuata dagli Stati Uniti dalla fine della guerra nel 1945 ad oggi, viene stimato in 20-30 milioni (Dinucci 2018).
Si favoriscono movimenti che tendono al “regime change”, ossia al cambio di sistema, colpendo “regimi autoritari corrotti” sostituendoli con regimi autoritari ancora più corrotti, ma disponibili alla privatizzazione a favore di corporation occidentali. Il tutto viene ottenuto attraverso movimenti sovversivi “non-violenti”, eterodiretti ma che producono spesso guerre civili con un alto tasso di violenza.
Le origini della seconda guerra mondiale si possono riscontrare nell’uso da parte della Germania nazista dell’intervento “umanitario” in difesa delle minoranze tedesche oppresse in Polonia, Cecoslovacchia, Lituania. Questa è la ragione per cui l’ONU proibisce l’intervento negli affari interni degli altri paesi. Dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003 i paesi non allineati hanno reiterato il rigetto del cosiddetto diritto all’intervento “umanitario” che non ha basi nella carta delle Nazioni Unite o nel diritto internazionale. Intervento che si è dimostrato profondamente inumano con i suoi milioni di morti cui è stato negato il primo dei diritti umani: la vita.
Settanta anni fa più di centomila polacchi, ebrei e comunisti furono massacrati in Galizia dall’Esercito insurrezionale ucraino. Oggi, invece di commemorare quel massacro, celebriamo i discendenti degli aguzzini, che ancora innalzano le loro bandiere fasciste, come “combattenti per la libertà” secondo la giunta ucraina, capeggiata dall’oligarca cioccolataio, arrivata al potere tramite la più classica politica del regime change. Cinquanta anni fa un milione – se non più – di indonesiani venne massacrato dagli squadroni della morte di Suharto: «Uno dei peggiori massacri di massa del ventesimo secolo» secondo la definizione dell’agente della CIA Helen Louise Hunter, ma non una parola per ricordarli perché la loro morte era nell'interesse dell'impero USA. «Un colpo di fortuna» lo definì la CIA (Cadoppi 2012b). Quanti civili cinesi sono stati massacrati in Malesia nel dopoguerra in nome della sicurezza degli Stati Uniti e dell’Impero Britannico? E quanti sono morti in Afghanistan sempre per la sicurezza americana? Gente che giustificato i massacri quotidiani a Gaza, Falluja, Mosul, Raqqa, può davvero sostenere i diritti umani ?
Per fare un altro esempio recente, i giornali occidentali hanno pubblicato con compiacimento il video di una bomba esplosa al passaggio della polizia venezuelana con tanto di esultanza da parte dei bombaroli. Naturalmente ciò che sarebbe chiamato terrorismo, se il fatto fosse stato commesso nei paesi liberali, diventa “resistenza” con tanto di richiamo ai partigiani – sebbene commesso da fascisti dichiarati – se viene compiuto contro governi “ostili”.
Il sostegno alla causa terrorista (Afganistan prima, poi Siaria e Xinjiang) è comprensibile. Molti uiguri sono, infatti, tra i “ribelli” che la NATO sostiene in Siria.
C’è anche da rilevare l’esclusione del popolo cinese dai discorsi antirazzisti che riguardano soprattutto ebrei, poi eventualmente neri e mussulmani. In pratica la narrazione antirazzista esclude i cinesi, che, tuttavia, hanno subito pogrom terribili tanto da essere chiamati “ebrei dell’Asia”.
Insomma ricapitoliamo le fake news sullo Xinjiang. Il cantautore Fausto Amodei scrisse una canzone I crauti: (Ricordo una sera a Varazze [l’ONU], che venivo giù da Savona [il CERD], No, non era Varazze, non era Savona, e non era neanche quella volta lì. Perfetto, sappiamo che non era nemmeno la McDougall, che agiva come ventriloquo di Soros in persona.
(Ho utilizzato in questo articolo molti brani presi da Ancora una primavera il libro su Tienanamen che potete scaricare in questo stesso sito)


  


1 commento:

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Debunkers dei miti sulla Cina. Avversari della teoria del China Collapse e del Social Volcano, nemici dei China Bashers.