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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

martedì 19 febbraio 2013

8.10: 2017: i sindacati cinesi contro la schiavitù degli operai italiani ?

8. La schiavitù in fabbrica…ma dove?



La Cina attuale è senza dubbio il solo regime comunista che si sia mai preoccupato della politica sociale. Il fatto si è avverato da una decina d'anni ma è diventato spettacolare.
Jean-Luc Domenach. Sinologo. Direttore di ricerca al CERI. 2008

E' singolare che Domenach sostenga che la Cina sia il solo paese comunista che si sia interessato delle politiche sociali. Ovviamente tutti i paesi comunisti sono nati per fare questo. Sicuramente non tutti alla distanza ci sono riusciti. Ma è curioso che molti comunisti occidentali sostengano l'esatto contrario ovvero che il regime cinese sia il solo che se ne strafreghi delle politica sociale. Tutti e due sbagliano ma certamente Domenach è molto più informato sulla Cina attuale.

Secondo il Rapporto sul costo internazionale della vita dell’Unione delle Banche Svizzere (UBS 2012) per comprare un Big Mac (un panino farcito) al Mc Donald un lavoratore metalmeccanico romano deve lavorare per 23 minuti mentre un lavoratore di Shanghai deve lavorarne 29 minuti. Siccome il prezzo del Big Mac costituisce uno dei modi in cui internazionalmente si stabilisce il potere d’acquisto, cioè il cosiddetto Purchasing Power Parity, allora sappiamo che nel 2012 il lavoratore di Shanghai aveva un potere d’acquisto che era circa l'80% di quello di Roma (nel 2006 era il 65,4% di quello del suo omologo romano).

Teniamo presente che gli stipendi cinesi sono tra quelli che aumentano di più nel mondo ad un ritmo del 10% netto all'anno mentre quelli italiani per via della crisi economica tendono addirittura a diminuire. Dal 2006 al 2012 gli stipendi di Shanghai sono aumentati del 62% su quelli di New York presi dall'USB come stipendio base, mentre quelli di Roma sono addirittura diminuiti. Se un lavoratore di Roma ha, poniamo, uno stipendio medio in termini di capacità d'acquisto di 1460 euro uno di Shanghai ne ha uno di 1000, questo secondo i dati dell'USB. Ma il report dell'USB ci da anche un'altro valore quello del tempo di lavoro impiegato per comprare un Big Mac. L'indice Big Mac è stato creato da "L'Economist" la rivista finanziaria britannica per misurare, come abbiamo detto prima, gli stipendi in termini di capacità d'acquisto. L'indice Big Mac è meno dettagliato di quello dell'USB però ci dice che se il lavoratore romano a parità di condizioni guadagna 1200 euro il mese allora quello di Shanghai ne guadagna 1000. I due indici che chiameremo PPP (Purchasing Power Parity) il primo e Big Mac il secondo sono i principali indici a livello mondiale. Facendo la media tra i due, in realtà non si dovrebbe perché usano metodologie diverse ma a noi servono per avere elementi orientativi, possiamo dire che mediamente se un lavoratore di Roma guadagna 1335 euro uno di Shanghai ne guadagna 1000.
Già dal report del Big Mac Index del 2009 era visibilmente l'evidente 
la vicinanza tra Roma e Shanghai in termini di capacità d'acquisto
Considerando che dall'ultimo rilevamento dell'USB è passato circa un anno in cui gli stipendi cinesi sono cresciuti fortemente e quelli italiani hanno continuato a calare in rapporto al costo della vita possiamo già pensare che lo stipendio anche ottenuto con la media suddetta tende sempre di più a ridurre la forbice. Possiamo allora stimare, se l’andamento è questo, come sarà la capacità d’acquisto futura. Se lo stipendio degli italiani rimane fermo, e non diminuisce come negli ultimi anni e se lo stipendio dei cinesi aumenta anche solo del 7% l'anno (cioè molto meno di quanto sia aumentato negli ultimi anni) otteniamo che nel 2017 il lavoratore di Shanghai guadagnerà uno stipendio che in termini di spendibilità è superiore a quello dell’equivalente romano. Se poi si realizza completamente il piano quinquennale che ha l'obbiettivo di raddoppiare gli stipendi tra il 2010 e il 2015 quale parte della strategia di riequilibrio l'economia (Global Wage 2013) allora lo stipendio di un lavoratore di Shanghai potrebbe essere più alto di quello di Roma già nel 2015. In un'intervista William Fung, CEO del colosso del trading Li & Fung, che gestisce i programmi di sourcing per la Cina e altrove in Asia per centinaia di aziende con sede a Hong Kong "predice che in Cina i salari aumenteranno di un incredibile 80% nel corso dei prossimi cinque anni." (SCDigest Editorial Staff. 2011). Questo vorrebbe dire che gli stipendi di Shanghai diventerebbero maggiori di quelli di Roma già dal 2016 anche rispetto all'indice (PPP) più favorevole per la città italiana. Noi più sobriamente prevediamo il sorpasso nel 2017. Teniamo presente che il Financial Times parla di 827 dollari al mese che a parità di costo delle vita sono ormai di poco inferiori a quelli italiani (Song Jung-a 2013). Secondo il rapporto del 2013 sui «Diritti Globali», edito in Italia da Ediesse, in Cina «il costo del lavoro è cresciuto e, per alcune categorie di operai specializzati, il salario arriva a toccare i 700 dollari al mese. Di questo passo, considerato il potere d’acquisto, il costo del lavoro cinese sui mercati internazionali si collocherà entro cinque anni al livello degli Stati Uniti e dell’Eurozona» (Pieranni 2013, pp. 108 e 110).

Città
Stipendi a parità di potere   d’acquiato PPP
Shanghai=100
Minuti di lavoro per comprare un Big Mac
Livello dei salari conteggiato sulla capacità d’acquisto di un Big Mac Shanghai=100
Media tra le colonne 2 e 4
Roma

146,7
23
120,6
133,6
Atene
142,3
30
96.6
119,1
Kuala Lampur
105,4
26
111,5
108,4
Lubiana
119,6
30
96.6
108,1
Bratislava
124,8
32
90,6
107,7
Tallinn
111,7
28
103,4
107.5
Shanghai
100
29
100
100
Praga
111,4
34
85,2
98,3
San Paolo
114,7
39
74,3
94,5
Vilnius
98,6
33
87,8
93,2
Istanbul
108,7
42
69,0
91,5
Riga
93,9
33
87.8
90.8
Buenos Aires
112,2
45
64,4
88,3
Rio de Janeiro
111 ,2
45
64,4
87,8
Varsavia
92,8
36
80,5
86.6
Bangkok
92,0
36
80,5
86,2
Bogotá
105,9
52
55,7
80,8
Sofia
79,5
36
80,5
80
Santiago del Cile
106,0
56
51,7
78,8
Mexico City
90,4
48
60,4
75,4
Budapest
80,0
49
59,1
69,5
Bucarest
82,5
57
50,8
68,1
Cairo
89,6
67
43,2
66,4
Bombai
78,6
56
 51,7
65,1
Nuova Delhi
70.7
65
44,6
57,6
Kiev
50
46
63,0
56,5
Caracas
62,8
81
35,8
49,3
Manila
54,0
73
39,7
46,8
Nairobi
57,9
84
34,5
46,2
Giacarta

45,6
62
46,7
46,1

Fonte: Unione delle Banche Svizzere 2012. (USB 2012).

Domanda: in questo caso i sindacati cinesi che contano quasi 239 milioni di iscritti cioè più di tutti gli altri al mondo, potranno lamentarsi della concorrenza sleale dell’Italia dove i lavoratori sono schiavi e vittime di sindacati filo-padronali e scarsamente rappresentativi (rappresentano per la maggior parte i pensionati) e comunque sindacalizzati in maniera molto minore dei lavoratori cinesi? Cioè sarebbe legittimo che i giornali cinesi scrivessero tutte le stupidaggini che scrivono i nostri sul lavoro in Cina oggi? Dopo le elezioni italiane del 2008 il China Daily citava come fattore critico il livello salari che sono tra i più bassi d’Europa (insomma hanno già da tempo hanno cominciato a commiserarci) (Italian election 2008). E allora diventa reale ciò che prospettava Graziosi, nel suo articolo sui nuovi diritti del lavoro nel 2008, ossia che in un futuro non troppo lontano saranno gli occidentali ad imparare dai cinesi in fatto di diritti del lavoro.

Raffronto tra un lavoratore di Shanghai e di altre città tra cui Roma

Naturalmente lo stipendio di Shanghai ,sebbene non sia il più alto tra le città cinesi non è lo stipendio medio che hanno i cinesi. Le previsioni di aumento dell'80% ad esempio riguardano gli stipendi cinesi nel loro complesso e non in specifico quelli di Shanghai. Gli stipendi medi dei cinesi spesso sono anche molto inferiori a quelli della costa orientale soprattutto se si va nella Cina profonda tra le regioni meno sviluppate. Noi prendiamo quello della principali città cinesi perché il report dell'USB è solo relativo alle principali città del mondo. Ma vediamo di istituire nel concreto un confronto tra i salari cinesi e quelli degli altri paesi.

Vediamo la prima tabella. Nella seconda colonna si raffronta lo stipendio lordo considerando 100 quello si New York mentre nella terza lo stipendio netto con la variazione tra il 2006 e il 2012. Nella quarta la variazione in percentuale sullo stipendio netto tra 2006-2012 che ci da la tendenza a calare o crescere degli stipendi,sempre relativamente a New York.

Città
Stipendio lordo 2006-2012
New York = 100
Stipendio netto
2006-2012
New York = 100
Variazione sul netto
Bogotá
10.3-22.3
13.0-22.0
69,2
Shanghai
11.5-20.9
13.1-21.6
64,9
Bangkok
8.1-14.6
10.9-17.4
59,6
Bratislava
16.6-27.7
18.7-27.3
46,5
Buenos Aires
15.4-23.6
18.0-25.4
41,1
Riga
14.4-24.2
15.3-21.4
39,8
Vilnius
15.9-21.7
15.4-21.2
37,6
Sofia
9.3-13.8
10.2-13.6
33,3
Rio de Janeiro
18.6-27.2
21.2 -27.5
29,7
Tallinn
20.5-28.0
22.1-28.3
28
Caracas
14.2-20.0
18.7- 23.4
25,1
Bombai
7.0-8.5
8.7 -9.3
20,5
Nuova Delhi
6.1 - 7.6
7.8-8.3
19,2
Varsavia
19.3-23.8
18.4-21.9
19.0
Kuala Lampur
15.7-21.5
18.8-22.0
14,5
Lubiana
31.3-36.4
28.3-32.0
11,5
Giacarta
6.3 -7.9/
8.2-9.2
11,2
Istanbul
25.0-27.9
25.9-28.2
8,9
Mexico City 
10.9-13.7
14.1-15.1
7,1
San Paolo
24.7-30.1
29.0-30.5
5,2
Manila
6.3-8.0
7.8-8.1
3,8
Bucarest
13.1-14.8
13.2-13.5
2,3
Praga
24.4-24.5
25.8-25.1
-2,7
Roma
47.0-55.1
49.7-48.2
-3,1
Kiev
9.6-10.5
11.6-11.2
-3,4
Nairobi
9.3-10.4
11.1-10.2
-8,0
Budapest
20.0-20.1
20.0-18.1
-9,5
Santiago del Cile
21.2-22.6
24.3-21.5
-11,5
Atene
42.8-41.4
48.6-40.0
-17,7
Fonte: Unione delle Banche Svizzere 2012. (USB 2012) e 2006 (UBS 2006).

Si potrebbe pensare che il lavoratore di Shanghai lavori molte più ore che quello di Roma ma non è così. Il lavoratore della metropoli cinese lavora solo il 3,5% in più di quello di Roma ma il 6,5% di ore in meno di quello di New York e il 20,7% di quello di Città del Messico. E' il lavoratore asiatico che lavora meno in assoluto e lavora il 17,5% in meno di quello di Bangkok.

Città
Ore di lavoro annuali incluse le vacanze (pagate) e escluse feste nazionali; media ponderata di 14 professioni (ad esclusione degli insegnanti di scuola primaria).
Giorni di vacanza pagati (escluse feste nazionali)
Kiev
1.850
25
Auckland
1.852
20
Chicago
1.854
12
Caracas
1.879
18
Bratislava
1.884
24
Johannesburg
1.887
15
Zurigo
1.887
24
Ginevra
1.893
20
Sofia
1.894
22
Rio de Janeiro
1.895
30
Roma
1.899
22
Budapest
1.912
23
Miami
1.939
12
Los Angeles
1.943
13
Tel Aviv
1.966
16
Shanghai
1.967
9
Pechino
1.979
9
Bogotá
1.981
15
Kuala Lumpur
1.986
15
Manama
1.989
22
Tokyo
2,012
17
Santiago del Cile
2.035
15
New York
2.062
13
Dubai
2.096
25
Lima
2.107
27
Giacarta
2.112
12
Istanbul
2.140
19
Doha
2.166
26
Taipei
2.116
11
Nairobi
2.197
22
Manila
2.246
11
Bombai
2.251
20
Delhi
2.265
14
Hong Kong
2.296
12
Seul
2.308
14
Bangkok
2.312
7
Cairo
2.331
15
Mexico City
2.375
6
Fonte: Unione delle Banche Svizzere 2012. (USB 2012) 


Non è del tutto improbabile che si lavori molto in alcune realtà periferiche e nelle piccole aziende, ma  sarebbe bastato farsi un giro nelle piccole aziende del nord Italia fino a qualche anno fa e controllare quanti facessero realmente solo 8 ore e quanto le norme di sicurezza fossero rispettate. Se si chiedeva ai piccoli artigiani quante ore facessero al giorno rispondevano come minimo 15. Naturalmente non c'era ancora la crisi.

Bibliografia
Global Wage 2013. Global Wage Report 2012/2013 
Pieranni, Simone 2013.  Il nuovo sogno cinese, manifestolibri, 2013.
Song Jung-a 2013Asian smartphone makers seek to cut costs, Financial Times, 1 ottobre 2013.
SCDigest Editorial Staff 2011. Global Supply Chain News: Will Rising Wages in China Significantly Change Outsourcing Economics? 19 Maggio 2011 
USB 2012. Prices & Earnings. UBS AG, CIO WM Research. 7 Settembre 2012. 
UBS 2006. Prices and Earnings. Report 2006.

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