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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

mercoledì 27 febbraio 2013

8.9: Una manodopera inesauribile?

8. La schiavitù in fabbrica…ma dove?


La rivoluzione industriosa della Cina si è basata anche sull'impiego di manodopera qualificata al posto di costosi macchinari. Questo ha contribuito a creare centinaia di milioni di posti di lavoro nelle fabbriche:
Si tratta di un'altra riformulazione della tesi di Sugihara sulla duratura importanza della Rivoluzione industriosa dell'Estremo Oriente. L'osservazione fatta dalla Hart che nelle imprese di mu­nicipalità e villaggio la coltivazione intensiva di piccoli appezzamenti si combina con forme di lavoro industriale o comunque non agricolo e con investimenti destinati a migliorare la qualità della forza-lavoro, non fa che confermare la validità di quella tesi. Ma altrettanto fa l'osservazione, piuttosto comune, che, anche nelle aree urbane, il principale vantaggio competitivo dei produt­tori cinesi non sta nel basso livello salariale in quanto tale, ma nell'adozione di tecniche basate sull'impiego di economico lavoro qualificato invece che su quello di costosi macchinari e di dispendiosi dirigenti. Un buon esempio ci viene dalla fabbrica di automobili Wanfeng, vicino a Shanghai, nella quale "non si vede nean­che un robot". Come in molti altri impianti cinesi, sulle linee di montaggio ci sono squadre di giovanotti, appena usciti dalle scuole tecniche cinesi in rapida espansione, al lavoro con nient'altro che trapani elettrici, chiavi inglesi e mazze di gomma. I motori e le parti della carrozzeria, che in una fabbrica occidenta­le, coreana o giapponese sarebbero trasportati automaticamente da una stazione all'altra, qui vengono trasportati a mano o con carrelli a mano. È così che Wanfeng può vendere in Medio Oriente le sue jeep di lusso "Tribute", fatte a mano, a un prezzo che va da 8000 a 10.000 dollari. L'azienda non investe in macchinari da molti milioni di dollari, e usa invece lavoratori di alto livello [la cui] paga annua­le [...] è inferiore a quella mensile di un nuovo assunto di Detroit. (Arrighi 2008, pp. 402-403).

martedì 19 febbraio 2013

8.10: 2017: i sindacati cinesi contro la schiavitù degli operai italiani ?

8. La schiavitù in fabbrica…ma dove?



La Cina attuale è senza dubbio il solo regime comunista che si sia mai preoccupato della politica sociale. Il fatto si è avverato da una decina d'anni ma è diventato spettacolare.
Jean-Luc Domenach. Sinologo. Direttore di ricerca al CERI. 2008

E' singolare che Domenach sostenga che la Cina sia il solo paese comunista che si sia interessato delle politiche sociali. Ovviamente tutti i paesi comunisti sono nati per fare questo. Sicuramente non tutti alla distanza ci sono riusciti. Ma è curioso che molti comunisti occidentali sostengano l'esatto contrario ovvero che il regime cinese sia il solo che se ne strafreghi delle politica sociale. Tutti e due sbagliano ma certamente Domenach è molto più informato sulla Cina attuale.

Secondo il Rapporto sul costo internazionale della vita dell’Unione delle Banche Svizzere (UBS 2012) per comprare un Big Mac (un panino farcito) al Mc Donald un lavoratore metalmeccanico romano deve lavorare per 23 minuti mentre un lavoratore di Shanghai deve lavorarne 29 minuti. Siccome il prezzo del Big Mac costituisce uno dei modi in cui internazionalmente si stabilisce il potere d’acquisto, cioè il cosiddetto Purchasing Power Parity, allora sappiamo che nel 2012 il lavoratore di Shanghai aveva un potere d’acquisto che era circa l'80% di quello di Roma (nel 2006 era il 65,4% di quello del suo omologo romano).

mercoledì 6 febbraio 2013

8.8: Migranti e sistema Hukou

 8. La schiavitù in fabbrica…ma dove?



I lavoratori emigrati dalle campagne sono l'esercito principale della forza lavoro dell'industria cinese. La nostra ricchezza e i nostri alti edifici sono un distillato del vostro duro lavoro e sudore. Il vostro lavoro è cosa gloriosa e dovrebbe essere rispettato dalla società, Il governo e tutte le parti della società dovrebbero trattare i giovani lavoratori emigrati come tratterebbero i propri figli.
Wen Jiabao 2010

Un giornalista indiano istituisce un paragone tra India e Cina a proposito degli slum:
Se Cina e India vengono confrontate dalla eleganza delle loro città, allora la Cina dovrebbe vincere generosamente. Mentre la Cina è intenta a creare super città, l’India sta ancora lottando con i problemi basilari dell’acqua e dell’elettricità. L'India ha impiegato due anni per costruire un cavalcavia; nello stesso tempo la Cina ha costruito migliaia di chilometri di autostrade. […] Mente la Cina è conosciuta per i grattaceli, le città indiane sono conosciute per i loro slum. Bombay, la capitale finanziaria del paese, è la sede del più grande slum dell’Asia e almeno metà degli abitanti della città risiedono nello slum.[…] Bambay, in particolare, e le città indiane in generale, sono cadenti e hanno miglia da percorrere prima di potere essere chiamate città. (Saraf 2008)
Egli ne deduce che il gioco di imitare la Cina non valga la candela. Ma è sempre una questione di proprietà e di relativismo delle scelte: "E’ abbastanza interessante notare come la Cina è stata capace di evitare il problema degli slum. Immaginate, se doveste chiedere il permesso per trasferirvi da Bombay a Delhi! Sembra incredibile, ma un simile sistema (l’Hukou) esiste in Cina! Sono pronti gli indiani a sacrificare tali fondamentali diritti per rimuovere gli slum dalle città?" (Saraf 2008).
Il Terzo plenum del PCC del novembre 2013 ha deliberato un ulteriore allentamento dell'Hukou per chi intende risiedere nelle città di media grandezza che però non porterà agli slum che rimarranno però in India. Il modello pianificato cinese rivela dunque ancora la sua superiorità.

Chi siamo

Debunkers dei miti sulla Cina. Avversari della teoria del China Collapse e del Social Volcano, nemici dei China Bashers.