8. La schiavitù in fabbrica…ma dove?
Secondo i regolamenti, tutte le aziende, comprese quelle provenienti da Hong Kong e Macao, così come le società di Taiwan, straniere e private, sono tenute ad operare sotto il "'sistema del Congresso dei Lavoratori". Il sistema prevede la gestione democratica delle imprese e stabilisce che i lavoratori hanno il diritto di eleggere, controllare e deporre il loro manager. I regolamenti immaginano e promuovono la formazione di Congressi dei Lavoratori di fabbrica e di zona. Se questi regolamenti si trasformeranno in realtà, i lavoratori di Shanghai avranno più diritti democratici sul lavoro che le loro controparti in qualsiasi paese capitalista.
Heiko Khoo 2012
In realtà, c'è nella legge cinese almeno una disposizione che va al di là delle leggi sul lavoro nei paesi sviluppati: quella che afferma che le imprese statali e collettive dovrebbe stabilire un Consiglio generale dei lavoratori e dipendenti al quale è concessa l'autorità legale - almeno sulla carta - di controllare la direzione, di partecipare al processo decisionale o di opporsi a talune decisioni.
Anita Chan 2004.
Il Partito Comunista promuove i Congressi dei Lavoratori come strumento per la partecipazione democratica dei lavoratori alla gestione delle aziende. La maggior parte delle imprese hanno adottato il sistema dei Congressi, che sono la forma basilare del management democratico attraverso il quale i lavoratori partecipano alle decisioni, alla gestione delle imprese e alla supervisione dei dirigenti. Negli ultimi anni, virtualmente tutti i direttori e manager delle grandi e medie imprese statali sono stati esaminati e il loro lavoro valutato con la partecipazione e la supervisione dei Congressi dei Lavoratori. (Political Rights s.d). In un libro bianco del Governo si può leggere: "Il governo cinese incoraggia le imprese a rafforzare continuamente le funzioni del Congressi dei Lavoratori e dei sindacati migliorando il sistema di partecipazione democratica del personale. (Labor 2002)
L’espressione a cui si è accennato “tutto il potere al popolo” si adatta molto bene al concetto di Congresso dei Lavoratori in quanto organo democratico dei lavoratori. Scrive un sindacalista indiano in visita in Cina: "Si promuove e rafforza le gestione democratica nell’industria, nelle aziende e stabilimenti dove i Congressi dei Lavoratori sono chiamati a decidere sugli impegni presi consultando i sindacati. Essi tengono anche in considerazione lo sviluppo tecnologico delle unità e pianificano l’avanzamento della produzione. Anche le imprese private sono ora coperte dal sistema Congressi dei Lavoratori così che l’impegno è di farle funzionare in modo democratico" (Pandhe 2004).
Congresso dei Lavoratori al Heilongjiang Haohua Chemical Corporation Ltd. |
Scrive una ricercatrice australiana: "Le Assemblee generali degli operai e impiegati (zhigong Daibiao Dahui [1]) sono un'altra istituzione che merita attenzione. Apparse nel 1950, sono stati riattivate poco prima delle riforme iniziano nel settore a metà degli anni 1980 e sono state utilizzati negli anni successivi dai sindacati per contrastare la crescente influenza della direzione. Anche se i lavoratori dei settori statali e collettivi possono in teoria partecipare alla cosiddetta gestione democratica della società, il tentativo di istituire tali assemblee è stato inconcludente. In molte aziende, non sono mai riunite, e sono inoltre completamente controllate dalla direzione aziendale. Esse non sono tuttavia completamente prive di utilità. Anche se deboli, queste incontri a volte impediscono alla direzione di esercitare un potere illimitato. In certi casi, il capo di una impresa statale preferirà alla fine assicurarsi la partecipazione dell'assemblea, quando le questioni sollevate sono di particolare importanza per i lavoratori. La stampa cinese, in particolare le pubblicazioni sindacali, riferiscono di casi di operai che dovendo affrontare la disoccupazione, la perdita di diritti o tentativi di corrompere funzionari per privatizzare le società, contro ogni previsione, si sono mobilitati e hanno partecipato all'assemblea dello stabilimento e a volte hanno fatto ricredere la direzione." (Chan 2004). Anita Chan è una delle poche studiose occidentali che si è interessata all'argomento sfruttando il finanziamento della Ford Foundation. La Chan ha avuto accesso alle inchieste condotte fino dagli anni '80 dai ricercatori dall'Università di Pechino con i quali ha collaborato, inoltre in quanto ricercatrice indipendente dli "è stato permesso di trascorrere due settimane nella fabbrica che ha organizzato delle elezioni sindacali del 2002 e assistere a tutti i discorsi delle centinaia di lavoratori che stavano combattendo per essere eletti al comitato di gestione." (Chan 2004). E' ovvio che sia un pochino perplessa nei confronti di questi organismi. Infatti quando si dice che il Congresso è nelle mani della direzione bisogna poi anche specificare che è lo stesso Congresso che approva nelle aziende statali la direzione e che sovente i lavoratori eletti dal Congresso sono cooptati al livello di manager. Il guaio di una certa sinistra occidentale è che sembra che il massimo di ciò che possono ottenere i lavoratori è lotta economica "per qualche dollaro in più". Certamente importante ma che non ci dice nulla su chi sono i padroni del paese. Comunque è la stessa Chan che paragona i Congressi dei Lavoratori al sistema jugoslavo di autogestione (Zhu Xiaoyang e Chan 2005). Feng Tongqing che aveva fatto parte del gruppo di ricerca a cui si riferisce la Chan nella sua ricerca "China's Experience: A Research on Enterprise Governance and Workers' Participation" da un rendiconto positivo dell'organismo come veicolo per la gestione democratica dell'azienda e per la difesa dei diritti dei lavoratori. Si tenda presente che sia Feng che la Chan ritengono che i Congressi non fossero realmente attivi nel periodo "maoista" ma lo stessero diventando recentemente (Schweickart 2002).
Intanto il sistema è oggi presente in tutte le mega imprese statali centrali. "Tutte le 159 Imprese Statali i cui profitti ammontano al 42% delle industrie nazionali, avranno il Congresso dei Lavoratori nel 2007, in accordo con le misure abbozate dalla SASAC (State-owned Assets Supervision and Administration Commission)" (Workers congress 2007). Il sistema assicura che i lavoratori delle SOE (imprese Statali) godano di diritti democratici, votino, presentino risoluzioni e supervisionino i manager. I congressi sono composti dal 60% dei lavoratori, 20% da manager superiori, 20% da tecnici. Li Xuedong il funzionario incaricato dei problemi sindacali nelle SOE centrali afferma ”I Congressi dei Lavoratori costituiscono il modo più effettivo di avere voce in capitolo nelle SOE centrali” (Workers congress 2007).
I cinesi ufficialmente affermano: "I lavoratori cinesi sono i padroni delle loro aziende. Non c'è conflitto di interessi fondamentali tra i dirigenti e gli operai. Questa realtà fa si che il sistema cinese di protezione dei diritti dei lavoratori sia diverso dal sistema del lavoro salariato. Secondo la Law Concerning the Industrial Enterprises Owned by the Whole People i lavoratori possono partecipare direttamente alla formulazione e la supervisione del regolamenti relativi al funzionamento della società, alla gestione, al lavoro, al personale, al salario, al benessere, alla sicurezza sociale, al benessere collettivo, ecc. attraverso il Congresso dei Lavoratori. In Cina sindacati svolgono un ruolo particolarmente importante nella protezione dei diritti dei lavoratori" (Wang Di 2002). Gli fa eco la Cortituzione cinese: "Tutte le persone che lavorano in imprese di proprietà statale e in collettivi economici urbane e rurali devono svolgere i loro compiti in consonanza o con il loro status di padroni del paese" (Constitution 2004, Article 42 [Work], Clause 3).
Gli stessi sindacati parlano di "Protezione dei diritti politici dei lavoratori come padroni del Paese". Infatti:
I sindacati cinesi sono impegnati a costruire attivamente a tutti i livelli il sistema dei Congressi dei Lavoratori nelle imprese e le istituzioni statali. I sindacati insistono sul fatto che le imprese dovrebbero essere trasparenti nelle loro operazioni; i lavoratori devono essere autorizzati a valutare il lavoro della dirigenza aziendale, progetti e proposte per i contratti collettivi devono essere presentati al Congresso dei Lavoratori per l'esame e l'approvazione, le spese di rappresentanza devono essere soggette a vigilanza da parte dei lavoratori; le dirigenze aziendali devono essere oneste nello svolgimento delle loro funzioni, l'attuazione dei contratti collettivi dovrebbero essere segnalata al Congresso dei Lavoratori, i lavoratori delle società di proprietà dello Stato devono essere rappresentati nel consiglio di amministrazione e del collegio delle autorità di vigilanza. Questi sforzi hanno rafforzato e migliorato l'efficienza del lavoro dei Congressi dei Lavoratori. Nel frattempo, i sindacati cinesi hanno invitato le imprese private e le istituzioni a trovare una forma di gestione democratica dei lavoratori appropriata per le proprie condizioni e hanno fatto tutto il possibile per garantire i diritti fondamentali dei lavoratori sanciti dalla legge, come il diritto di conoscenza delle decisioni, il diritto di consultazione e il diritto di sorveglianza. Allo stato attuale, il sistema del Congresso dei Lavoratori è stato stabilito in 327 mila aziende e il numero di imprese che hanno avviato il sistema di trasparenza societaria ha raggiunto le 251.000. Queste misure hanno promosso la democratizzazione, stimolato l'iniziativa dei lavoratori come padroni del proprio paese e dato nuovo impulso a un sano sviluppo delle imprese e delle istituzioni (All-China 2002).
Questo nel 2002 quando su su 250 milioni di lavoratori solo 100 milioni facevano parte dei sindacati per lo più nelle aziende statali mentre oggi ammontano a 250 milioni. (Important Role 2002). Infatti entro il settembre del 2010, 2.244.000 imprese e istituzioni erano sindacalizzate in tutto il paese e stavano praticando il sistema dei Congressi dei lavoratori e 87.000 sistemi di congressi regionali dei lavoratori dell'industria erano stato istituiti, con la copertura di 690.000 aziende e in totale di 183 milioni di lavoratori; 2.107.000 imprese e istituzioni hanno messo in atto il sistema aziendale di trasparenza, che copre 142 milioni di lavoratori.
Congresso dei Lavoratori al Nan Jiabao Milk Co.,Ltd. |
Anita Chan parla in questi modi dei Congressi: "Il sindacato convoca il Congresso per poi sorvegliare le decisioni approvate dallo stesso Congresso. Sulla carta il Congresso detiene il potere di eleggere i direttori di fabbrica e il potere di "esercitare una gestione democratica." Altri poteri (su carta) includono il diritto legale di essere informato su questioni societarie, il potere di veto sulle condizioni di lavoro, il potere di decidere sulle politiche relative al benessere dei lavoratori, in particolare la distribuzione delle abitazioni, e il potere di controllare, valutare, penalizzare, e premiare i funzionari di fabbrica. Fatti bene i conti, questi insoliti poteri devono essere forniti agli operai e impiegati in qualsiasi luogo di lavoro in tutte le relazioni del sistema industriale. Se un sindacato è in grado di sfruttare questo potere del Congresso, potrebbe agire naturalmente come un contropotere al management" (Chan 2007). Sebbene non sia detto che il Congresso debba opporsi necessariamente al management (soprattutto nelle aziende statali), basterebbe questa istituzione per far si che i rapporti di produzione tendano a diventare (ovviamente occorrerà ancora molto tempo) sempre più cooperativi e dunque socialisti e quindi diversi dal lavoro salariato.
I Congressi sono solo una delle quattro manifestazioni di gestione democratica, che si concentra sul ruolo del sindacato. Queste sono:
a. L'istituzione di un sistema di regolare consultazione sindacale per discutere le questioni relative alla gestione, al lavoro, ai salari, e al benessere dei lavoratori.
b. Partecipazione sindacale agli incontri nel Consiglio della Società e il diritto del sindacato a mettere in discussione le decisioni del consiglio relative a premi e punizioni, salari, welfare, tutela del lavoro e le assicurazioni del lavoro.
c. Il dovere del sindacato di riflettere le opinioni dei suoi membri su questioni importanti dell'azienda, quali i piani di produzione e la divisione del lavoro, la sicurezza e salute sul lavoro, e la formazione..
c. La creazione di un sistema dei Congressi dei Lavoratori per discutere di tutte le questioni relative ai diritti dei lavoratori in azienda. (Yu Shiwei 1993)
Il Congresso non è una alternativa al sindacato. L'articolo 33 della Labour Law, da ai Congressi un ruolo più concreto quando il datore di lavoro accetta di negoziare un contratto collettivo: "Il personale e i lavoratori di una impresa sono una delle parti che possono stipulare un contratto collettivo con l'impresa in materia di remunerazione del lavoro, orario di lavoro, riposo, vacanze,lsicurezza, salute sul lavoro, assicurazioni e welfare. La bozza di contratto collettivo deve essere presentata al Congresso dei Lavoratori o (in mancanza del Congresso) a tutti i lavoratori per la discussione e l'adozione". Come scrive un rappresentante della Nuova Sinistra cinese "il Consiglio dei Lavoratori e del personale amministrativo è un sistema che combina la politica e l’amministrazione, giacché ha la duplice funzione di gestione amministrativa e di rappresentanza di interessi. Da questa analisi possiamo dedurre che, nel nostro sistema, anche il sindacato ha una funzione duplice di rappresentanza di interessi e di ruolo sociale, fermo restando che il secondo è maggiormente evidente" (Feng 2006).
L'articolo 6 della Trade Union Law (TUL) conferisce al sindacato il ruolo di organizzare i lavoratori e di partecipare al processo decisionale democratico, la gestione e la supervisione. Il Congresso è il canale per tale attività. L'articolo 20 ribadisce il ruolo del Congresso di deliberare ed approvare un contratto collettivo negoziato dal sindacato. Quindi non sono i membri del sindacato ma il Congresso in quanto rappresentante dei lavoratori nel suo complesso che da l'approvazione al contratto. "Il comitato sindacale delle imprese di proprietà dello Stato è l'organo di lavoro del Congresso dei Lavoratori e degli impiegati e si prende cura del lavoro giorno per giorno del Congresso, controlla e supervisiona l'attuazione delle deliberazioni adottate dal Congresso ".
L'articolo 36 si riferisce alle imprese di proprietà collettiva Coe e avvicina i compiti del Congresso e del sindacato "Il comitato sindacale di una impresa di proprietà collettiva deve sostenere e organizzare la partecipazione dei lavoratori e dei membri dello staff nella gestione democratica e al controllo democratico, e difende i propri diritti eleggendo e eventualmente rimuovendo il personale dirigente e decidendo su importanti questioni riguardanti il funzionamento e la gestione."
Nelle aree urbane le COE sono generalmente imprese di proprietà pubblica di piccole dimensioni di proprietà dei lavoratori e soggetti alla stessa cultura politica come aziende di Stato. Le COE della campagna sono note come TVE, di cui abbiamo già parlato. La maggior parte delle imprese di borgata sono gestite dai governi della borgata e delle città, ma un gran numero di piccole unità sono state gestite da organizzazioni cooperative private dette "unioni economiche rurali".
L'articolo 7 dei Regolamenti dei CdL nelle imprese pubbliche delinea cinque diritti fondamentali. Il diritto di:
a. Prendere in considerazione e formulare proposte sui grandi temi legati alla produzione. Anche se la gestione è responsabile della redazione e l'attuazione di piani aziendali e le proposte, è legalmente obbligata a prendere in considerazione le opinioni del CdL sulle tematiche relative alla politica operativa, piani a lungo termine, relazioni annuali, la formazione del personale e l'assegnazione dei salari.
b. Esaminare ed approvare le regole aziendali, i regolamenti relativi alle rettifiche dei salari, alla tutela del lavoro, ai bonus e alle punizioni. Il CdL ha il diritto di opporsi a qualsiasi decisione della gestione in materia.
c. Considerare e decidere le questioni relative alle abitazioni dei lavoratori e al benessere generale.
d. Valutare e monitorare le prestazioni dei "quadri dirigenti", categoria che comprende la gestione della fabbrica fino al direttore della fabbrica. La valutazione include suggerimenti sui livelli retributivi della gestione e la promozione o il licenziamento dei dirigenti.
Il diritto di eleggere il capo fabbrica. Mentre la decisione finale che deriva dalla votazione deve essere approvata dai competenti servizi degli enti locali, questo diritto assieme a quello di licenziare il manager fornisce al CdL un potere con notevoli potenzialità .
L'articolo 12 stabilisce che i rappresentanti del personale e dei lavoratori devono essere scelti, tramite elezione diretta da parte dei lavoratori, tecnici, quadri dirigenti e altri settori del personale e dei lavoratori della fabbrica. In generale, il personale amministrativo non deve superare più di un quinto del numero complessivo dei rappresentanti. Giovani lavoratori e donne sono rappresentati in proporzione al loro numero nell'azienda.
L'articolo 4 della Labor Contract Law del 2007 prevede:
I datori di lavoro devono stabilire e un perfetto statuto del lavoro in modo da garantire che i lavoratori possano godere dei diritti e degli obblighi del lavoro. Dove i datori di lavoro vogliano modificare tali statuti o comunque introdurre significativi elementi in relazione diretta con i reali benefici di lavoratori, come la retribuzione, l'orario di lavoro, di riposo e di vacanza, la sicurezza sul lavoro e l'assistenza sanitaria, l'assicurazione sociale e il welfare, la formazione professionale, la disciplina del lavoro o le quote gestione, il progetto del medesimo deve essere discusso dal Congresso dei Lavoratori o comunque da tutti i lavoratori, che devono portare avanti proposte e opinioni. I suddetti statuti e le questioni rilevanti sono determinati dopo consultazione paritarie tra datori di lavoro e sindacati o rappresentanti dei lavoratori.
Secondo gli attivisti di Hong Kong sponsorizzati all'internazionale dei sindacati gialli "i CdL sono innegabilmente un concetto dall'economia di comando (economia socialista tradizionale) che è stato praticamente adattato alla 'economia socialista di mercato'. Nonostante le ammaccature ideologiche inevitabili, il loro status giuridico fornisce un forum in cui i lavoratori si riuniscono nel posto di lavoro per discutere di questioni relative ai diritti del lavoro. In questo contesto, il punto non sono tanto le debolezze insite nella stessa istituzione, ma la capacità per i singoli lavoratori di fare uso di esso e forgiare una massa critica collettiva che può tradursi per lo meno in una voce collettiva" (Staff and Workers s.d).
Parlando dei Congressi dei Lavoratori il sindacato affermava: "Queste misure spingono verso la democrazia di base, sostengono l’iniziativa dei lavoratori come padroni del loro proprio paese e danno un fresco impeto ad un salutare sviluppo delle imprese e delle istituzioni". (Trade Unions 2002).
Tramite i Congressi ci avvisa un sindacalista cinese molte
delle conquiste della legge del lavoro, soprattutto nelle aziende statali, erano già attive prima della legge entrata in vigore nel 2008 e i Congressi dei Lavoratori trattavano anche su problemi quali i salari,
l’orario di lavoro, la sicurezza sociale e l’assistenza sanitaria assieme al
congedo di maternità e alle pause di allattamento delle madri (Wood 2003).
Una delegazione sindacale indiana in visita a la fabbrica di sigarette Beshiny ci da alcuni spunti di riflessione. Il direttore della fabbrica e il presidente del sindacato sono donne; i posti di lavoro dal 1984 sono calati da 4000 a 2000 anche se alcuni posti tagliati sono stati in seguito di nuovo assunti. mentre la produzione è aumentata da 200 a 500 cartoni al giorno. Il 48% degli addetti sono donne. E la stessa proporzione è nel management della azienda. Ogni lavoratore viene provvisto di una casa e si incoraggia l’acquisto attraverso un fondo a cui contribuiscono lavoratori e management. Per mezzo yuan (5 centesimi di Euro) si può mangiare nell’azienda. Ogni lavoratore è titolare di una pensione di anzianità. I lavoratori partecipano alla direzione dell’azienda e ogni decisione politica è presa consultando il sindacato. Il collaboratori tedeschi danno assistenza finanziaria e tecnica ma l’intero management è nelle mani dei cinesi. Tutte le leggi del lavoro sono applicate. I sindacalisti cinesi spiegano poi come il sindacato ha un importante ruolo nell’azienda (Pandhe 2004)
Scrive il sindacalista indiano: "Per promuovere e rafforzare la gestione democratica nell'industria le fabbriche e gli stabilimenti hanno il Congresso dei Lavoratori per decidere le politiche di gestione dell'impresa, in consultazione con le organizzazioni sindacali. Essi valutano anche lo sviluppo tecnologico e la pianificazione del gruppo nel portare avanti la produzione. Anche le aziende non pubbliche sono ora coperte dal sistema congressuale lavoratori in modo che le imprese siano gestite in modo democratico (Pandhe 2004).
Per evidenziare i poteri dei Congressi la Chan fa alcuni esempi. Il primo riguarda un'azienda pubblica dove "... il congresso è stati convocato nella metà degli anni '90 per determinare come più di 300 nuovi appartamenti di proprietà della Società venissero venduti a dirigenti e lavoratori. Il Congresso ha dato ai lavoratori una forte opportunità per difendere dal punto di vista della giustizia i loro interessi. Dopo un lungo dibattito da parte del Congresso e incontri in tutte gli stabilimenti della Società, il Congresso ha stabilito che gli appartamenti più grandi dovevano andare ai veterani dell'azienda, chi erano in gran parte operai, con una percentuale di deduzione del 2 per cento sul prezzo per ogni anno che hanno lavorato nell'impresa. Loro, piuttosto che i manager hanno ricevuto la priorità [...] in un caso ben pubblicizzato nella città di Zhengzhou, i lavoratori di una fabbrica di carta hanno usato il Congresso per rivendicare la proprietà della fabbrica che era stata privatizzata dal management e dal governo locale. Hanno occupato della fabbrica, e la lotta durò per più di un anno fino a prevalere. Dato questo precedente, i lavoratori di una ventina di altre imprese della città hanno impiegato lo stesso metodo per riottenere i diritti di proprietà.
In un altro caso, nel 1998, un gruppo di tassisti di Pechino hanno formato il proprio sindacato e Congresso eletti democraticamente per sostituire quelli nominati dal management, in un momento in cui la compagnia di taxi, era interamente posseduta dalla città e cercava di eliminare i taxi di proprietà privata. Il leader del gruppo aveva "dato una copia del diritto del lavoro e del regolamento proprietà collettiva da un compagno del sindacato locale". Solo allora ci si è resi conto che il più alto livello delle decisioni che devono essere prese resta legalmente nelle mani del Congresso: "Anche il manager deve essere eletto dal Consiglio. Così siamo noi i veri padroni. Il "Quotidiano dei lavoratori", giornale ufficiale delll'ACFTU, ha pubblicamente sostenuto la loro compagnia" (Chan 2007).
A Shanghai sono state introdotte le "Opinioni guida" basate su "valutazioni democratiche" (Minzhu pingyi) attualmente svolte dai Congressi dei Lavoratori in alcune imprese. In particolare, se un manager in una data impresa riceve un sostegno di meno del 60 per cento in una votazione a scrutinio segreto nel corso di un tale "valutazione", allora il congresso può raccomandare che si dimetta. Un articolo del Workers Daily, afferma che Shanghai ha attualmente Congressi dei Lavoratori in 7.479 imprese statali, di cui 6.088 ovvero l'81,4 per cento stanno portando avanti "valutazioni democratiche" (Elfstrom 2008).
I Congressi dei lavoratori potrebbero diventare un modo per armonizzare progressivamente i rapporti di produzione con lo sviluppo delle forze produttive, infatti, ricordava Stalin che a causa di differenti tipi di proprietà nel socialismo, della circolazione delle merci, della legge del valore ecc ci si sbaglia quando si afferma: "... che nel socialismo non esiste nessuna contraddizione fra i rapporti di produzione e le forze produttive. Certo, i nostri attuali rapporti di produzione vivono una fase in cui corrispondono pienamente allo sviluppo delle forze produttive e le fanno progredire a passi da gigante. Però sarebbe sbagliato accontentarsi di questo e pensare che non esiste nessuna contraddizione tra le nostre forze produttive e i rapporti di produzione. Le contraddizioni esistono senza dubbio ed esisteranno, poiché lo sviluppo dei rapporti di produzione ritarda e ritarderà rispetto allo sviluppo delle forze produttive. In presenza di una giusta politica degli organismi dirigenti queste contraddizioni non si possono trasformare in antagonismo, né si può arrivare ad un conflitto fra i rapporti di produzione e le forze produttive. Sarebbe diverso se dovessimo fare una politica sbagliata, come quella proposta dal compagno Jaroshenko. In questo caso il conflitto sarà inevitabile ed i nostri rapporti di produzione possono diventare un freno assai serio per l’ulteriore sviluppo delle forze produttive" (Stalin 1952).
Come scrive il teorico dell'Economic Democracy David Schweickart:
La teoria implica che la Cina dovrebbe incoraggiare lo sviluppo della democrazia sul posto di lavoro. La Cina è particolarmente adatta a farlo, dal momento che a) una democrazia sul luogo di lavoro è ideologicamente in accordo con i valori socialisti proclamati dal Partito Comunista cinese, e b) i Congressi dei Lavoratori e delle assemblee dei lavoratori sono già in vigore in molte imprese. Inoltre, se correttamente applicato, dalla democrazia sul posto di lavoro ci si può aspettare un miglioramento le prestazioni aziendali. Considerazioni morali e materiali, non sono in conflitto (Schweickart 2006)
ma è lo stesso Schweickart che mette in guardia da quello che chiama Managerial Buyouts, ovvero la tentazione dei manager di sabotare la proprietà dei lavoratore- in modo da poter diventare gli unici proprietari (Schweickart 2002). Ci sono stati casi in cui i lavoratori si sono visti restituire tramite il Congresso dei Lavoratori i diritti di proprietà dell'azienda, evitando la privatizzazione. E' stato il caso della ZZP, a cui abbaimo già accennato, anche se alla fine hanno dovuto ricorrere al parziale intervento del capitale privato per decisione dello stesso Congresso formando di fatto un'azienda mista (Philion, Chi Hua 2007).
Il miglior testimonial dei Congressi dei Lavoratori è. cosa assolutamente oscura per la sinistra occidentale , come sempre la pratica. I Congressi sono presenti in tutte le aziende statali mentre a volte mancano in quelle private e dove comunque hanno meno potere. L'international Labor Organization lamenta che ci sia un gap tra i salari nel settore privato e nelle aziende statali. In fatti i saalri più alti sono nei settori di proprietà statale dove "i lavoratori ricevono stipendi molto alti". Non amiamo questa definizione se non rapportata a qualcosa. infatti l'ILO la rapporta correttamente al settore privato cinese mentre coloro che parlano di salari bassissimi (la sinistra occidentale) non dice mai rispetto a cosa. Nel 2010 a titolo di esempio in termini di capacità d'acquisto lo stipendio medio nel settore privato era di 400 dollari mentre nel pubblico di 710 (Global Wage 2013).
Il miglior testimonial dei Congressi dei Lavoratori è. cosa assolutamente oscura per la sinistra occidentale , come sempre la pratica. I Congressi sono presenti in tutte le aziende statali mentre a volte mancano in quelle private e dove comunque hanno meno potere. L'international Labor Organization lamenta che ci sia un gap tra i salari nel settore privato e nelle aziende statali. In fatti i saalri più alti sono nei settori di proprietà statale dove "i lavoratori ricevono stipendi molto alti". Non amiamo questa definizione se non rapportata a qualcosa. infatti l'ILO la rapporta correttamente al settore privato cinese mentre coloro che parlano di salari bassissimi (la sinistra occidentale) non dice mai rispetto a cosa. Nel 2010 a titolo di esempio in termini di capacità d'acquisto lo stipendio medio nel settore privato era di 400 dollari mentre nel pubblico di 710 (Global Wage 2013).
Un'altra espressione della democrazia di base: le elezioni dirette
Alcuni giornali hanno dato recentemente la notizia sulle elezioni dirette dei rappresentanti sindacali di base. Sentiamo Cocco per Il manifesto: "Il 19 aprile, membri della commissione politica del Partito comunista (Pcc), il segretario del partito nel Guangdong, Wang Yang e il presidente della municipalità di Shenzhen Wang Rong, dopo aver incontrato il sindacato aziendale della Ricoh, con una dichiarazione congiunta avevano espresso l’intenzione di promuovere l’esperienza sindacale di quell’azienda, dove i lavoratori, attraverso un procedimento «democratico», avevano scelto i rappresentanti sindacali. -Mentre alla Omron- I 14 candidati che si sono presentati sono, tranne uno, tutti operai della catena di montaggio e – sottolineano le autorità locali – sono stati votati su schede rigorosamente anonime." (Cocco 2012)
Queste elezioni non sono propriamente una cosa nuova. La norma prima delle elezioni dirette era che per cosa le imprese nominassero i candidati, poi i comitati provinciali del Partito dessero la propria opinione raccomandando i candidati che dovevano essere votati e finalmente i lavoratori eleggessero i dirigenti sindacali. Nel 1982 una piccola impresa di circa 110 lavoratori decise di eleggere direttamente il presidente del Sindacato. Parecchi si candidarono e l’elezione avvenne con voto segreto. Più che una reale spinta dal basso i dirigenti sindacali accolsero questa innovazione come un graduale trend verso elezioni dirette. La Shekou Industrial Zone nel Guangdong ha sperimentato per prima le elezioni dirette nel 1986 per la posizione di presidente del sindacato vice-presidente e membri del comitato sindacale a livello di impresa. Su questa base venne proposto già nel 1988 dalla ACFTU centrale l’elezione diretta da parte della base dei dirigenti sindacali. L’idea delle elezioni dirette si è gradualmente estesa ad altre provincie e città, principalmente nelle parti più sviluppate della Cina come la provincia di Zhejiang, Shanghai e Shandong. (Trade Unions 2002). I membri di base eleggono il comitato che poi elegge il presidente e il vicepresidente che devono essere approvate dai livelli superiori del Sindacato. Secondo il vice-presidente del Sindacato del Guangdong Sun Yang Hong "...le elezioni democratiche sono chiaramente specificate nella Trade Union Law e nella China Trade Union Constitution. Eleggere ed essere eletti sono diritti di base dei membri”. Negli anni ’90 le elezioni si
sviluppano nelle maggior sviluppate provincie come Zhejiang, Shandong,
Guangdong e Fujian. Poi, nel 1999 nella Yuhang Zone a Hangzhou City, provincia dello Zhejiang, inizia un esperimento con elezioni dirette. Nel settembre del 2003, 341 dei 900
sezioni sindacali nella Yuhang Zone e il 70 % delle grandi o medie imprese
private hanno indetto elezioni dirette per scegliere i dirigenti di base. Anita Chan è ottimista riguardo al futuro di delle elezioni dirette dato che le leggi cinesi "contengono disposizioni che consentono il funzionamento democratico delle organizzazioni sindacali all'interno delle imprese. Parlare di democrazia interna in un contesto in cui il controllo del Partito-Stato nomina i dirigenti sindacali può sembrare paradossale. Ma mentre questi ultimi quindici anni, la popolazione rurale è coinvolta nelle elezioni competitive per i capi villaggio, tenere elezioni diventa più comune in Cina [...] Come mostrato da una serie di studi sulle elezioni di villaggio, la forma, la natura e l'esito di queste elezioni variano notevolmente da un luogo all'altro, ma quali che siano i difetti, il consenso generale tra ricercatori è che hanno un impatto positivo, spesso dando agli agricoltori la possibilità di esprimersi sul modo in cui vengono gestite le comunità locale. Così, l'introduzione di elezioni sindacali in Cina, siano veramente democratiche o no, può gradualmente portare ad una rappresentazione più diretta dei lavoratori e di diventare un mezzo di controllo della direzione e proteggere i loro diritti." (Chan 2004).
Scrive il Financial Times da sempre sostenitore della democrazia operaia purché avvenga ad una distanza di sicurezza di almeno 10 mila chilometri:I candidati alle prime elezioni libere al sindacato della fabbrica sono in procinto di pronunciare i loro discorsi elettorali. Molti dei candidati auto-nominati sono timidi. Alcuni sono così impressionatii dall'occasione che non possono completare i loro discorsi. Alcuni leggono testi preparati. I più coraggiosi parlano senza appunti. Pochi coraggiosi criticano i non eletti, i funzionari sindacali uscenti che hanno fatto poco per proteggere i diritti dei lavoratori e migliorare le loro condizioni. Il pubblico, in maggior parte costituito di giovani lavoratrici provenienti da zone rurali, ascolta attentamente. Quando le schede del voto segreto sono state contate nel cortile della fabbrica, i candidati che si sono espressi per gli interessi dei lavoratori emergono con forza rappresentati da 19 femmine e 12 maschi vincitori. Il presidente in carica, che è sostenuto da funzionari locali del sindacato statale, non è stato votato. Questo esperimento di democrazia dei lavoratori in fabbrica, nella provincia del Fujian è stato fatto in una fabbrica di proprietà taiwanese due mesi fa, insieme ad una elezione simile l'anno scorso presso un produttore di scarpe Reebok nei dintorni. (Maitland 2002)
Queste elezioni sono addirittura monitorate da organizzazioni estere come l'Hong Kong Christian Industrial Committee, un'organizzazione non propriamente favorevole ai comunisti. Tra le prime multinazionali che hanno avuto libere elezioni interne la Reebok i cui risultati sono stati studiati da Jonathan Unger, direttore del Contemporary China Centre all'Australian National University (ANU) e dalla moglie nita Chan nota specialista di problematiche cinesi del lavoro.
Nel luglio del 2002 nella Yuhang Industrial Zone è stato stabilito un sistema anonimo di valutazione per i presidenti di base dei sindacati. I membri delle assemblee possono valutare, criticare e eventualmente rimuovere questi presidenti. Negli anni ’90 solo il 10,6 %di coloro che risposero ad una inchiesta su lavoratori e sindacati si sarebbe rivolto al sindacato per risolvere una disputa. Facendo nascere una leadership più dinamica si è riusciti ad aumentare il prestigio dei sindacati tra i lavoratori.
Nel luglio del 2002 nella Yuhang Industrial Zone è stato stabilito un sistema anonimo di valutazione per i presidenti di base dei sindacati. I membri delle assemblee possono valutare, criticare e eventualmente rimuovere questi presidenti. Negli anni ’90 solo il 10,6 %di coloro che risposero ad una inchiesta su lavoratori e sindacati si sarebbe rivolto al sindacato per risolvere una disputa. Facendo nascere una leadership più dinamica si è riusciti ad aumentare il prestigio dei sindacati tra i lavoratori.
Gli esperimenti fatti ebbero un tale successo che Sindacato e Partito del Yuhang fecero un documento comune per sollecitare ovunque le elezioni sostenendo che erano la risposta giusta in una economia aperta e globalizzata. I sindacati direttamente eletti sono meglio equipaggiati per trattare con la controparte soprattutto con il capitale straniero e offrono un modello alternativo di sindacato. Nel 2004 il 70% delle imprese della zona di Yuhang aveva sindacati liberamente eletti. Il sindacato nazionale ha riconosciuto che i dirigenti liberamente eletti danno coesione e legittimità ai sindacati.
Le leadershiop provinciali si sono trovate d’accordo per le elezioni libere per tre fondamentali ragioni:
Primo, le elezioni dirette nei sindacati sono viste come espressione del desiderio di democratizzazione del sindacato e dargli una dimensione di massa, una direzione è promossa dalla dirigenza centrale del sindacato fino alla base e che può essere appropriata tatticamente come una giutificazione per sperimentazioni locali. Secondo, il processo di elezioni dirette sono incentivanti per i sindacalisti di base. La terza ragione per promuovere elezioni dirette è relativa ai rapporti tra Sindacato e Partito. Un alto dirigente del Sindacato del Guandong sottolineava che “molta gente nel sindacato dice “il sindacato si mantiene tranquillo sotto il grande albero”, ossia che godendo della protezione del Partito, non è una organizzazione indipendente". Se i sindacati lavorano in modo indipendente la loro riforma potrà partire dal basso. Le elezioni sindacali dentro le aziende, sono perciò un modo per promuovere un ruolo più indipendente per i sindacati.
Le leadershiop provinciali si sono trovate d’accordo per le elezioni libere per tre fondamentali ragioni:
Congresso dei Lavoratori al Xishuangbanna Tropical Botanical Garden (XTBG) of Chinese Academy of Sciences (CAS) |
Il presidente del Sindacato nelle
imprese statali ha lo stesso trattamento economico in termini di salario e
benfits (automobile, grande appartamento) del vice segretario di Partito e del
vice direttore dell’azienda dove però spesso i dirigenti sindacali e del
Partito sono anche quadri di alto livello e non di rado molto competenti. Il
rischio di elezioni democratiche è che il posto venga occupato da gente
inesperta che non ha le attitudini e le capacità per contribuire alla direzione
dell’impresa.
Nelle aziende con più di 10.000
lavoratori è difficoltoso stipare la gente nello stesso locale e i lavoratori
possono nominare qualcuno come candidato, ma il voto sarà riportato in modo indiretto
all’assemblea rappresentativa dei lavoratori. E’ la nomination aperta dei
candidati simile alla “sea elections” nei villaggi, che poi danno a queste
elezioni il loro carattere e qualità democratiche. Interessante la ricerca sul campo fatta da Jude Howell attraverso varie interviste. La Mafeng Enterprise Group nella provincia dell’Anhui ha 100.000 lavoratori inclusi 30.000 pensionati. La maggior parte delle officine di questo gruppo non hanno meno di 1000 dipendenti ed era ritenuto impossibile l'elezione diretta del presidente del sindacato. Così il più comune sistema era che il comitato di Partito della compagnia nominasse i candidati e i lavoratori scegliessero tra essi. Un sistema che era la versione annacquata dell'elezione diretta. Per saltare il problema della dimensione si introdusse l’elezione diretta sul posto di lavoro e ciò fu fatto dopo avere visitato una azienda vicina che aveva introdotto questo sistema
Il comitato sindacale di una fabbrica di vestiti ha tre
membri, responsabili rispettivamente per lo sport, problemi di vita quotidiana,
cultura e comitato femminile, gli ultimi due compiti sono affidati a donne. La fabbrica aveva approssimativamente 2.500 dipendenti di cui 1.000
del sindacato. La fabbrica era divisa in 5 corsie elettorali basate su parecchi
laboratori che abbracciano da 56
a oltre 500 lavoratori ciascuna. Ciascuna corsia elettorale nomina i candidati, 24 dei quali diventeranno rappresentati per corsia. Nella corsia elettorale del vicepresidente del
sindacato c’erano oltre 500 lavoratori e 40 si sono presentati come candidati.
Questi candidati parlano con i lavoratori e rispondono alle domande. I 120 membri
rappresentanti poi hanno eletto i 20 membri del comitato sindacale.
Nell’ultimo round di elezioni, circa metà dell’assemblea dei rappresentanti
erano candidati. Il nuovo comitato sindacale vota a sua volta per il presidente
e il vice presidente tra le autocandidature del comitato. In tutte le elezioni
le persone che ottengono la maggioranza dei voti vengono elette.
Per esempio in una
fabbrica di elettronica di Shenzhen, dove sono state tenute tre tornate
elettorali, i membri del comitato elettorale sono cambiati ogni volta,
nonostante che il presidente del sindacato, un migrante, abbia mantenuto la sua posizione. In
questo caso i membri del comitato non sono stati
rieletti a causa del fallimento nel mantenere le promesse che avevano fatto nei
loro discorsi agli operai. Le elezioni perciò funzionano come un importante
meccanismo di responsabilità e ricambio di dirigenza.
Secondo una corrispondenza giornalistica il nuovo capo eletto
di un sindacato di base in una compagnia di motori elettrici nel Guangzhou aveva
negoziato un accordo per la
protezione dei diritti delle donne che non erano tutelati adeguatamente nelle leggi cittadine, nè in quelle provinciali, nè in quelle nazionali, cioè l’azienda avrebbe coperto i costi degli esami medici pre-natali.
In un altro caso il sindacato ha negoziato la riduzione dell ’orario
lavorativo dei lavoratori da 5,5 a 5 giorni. In una azienda di
abbigliamento, il nuovo presidente eletto ha concordato la costruzione di
un’area sportiva e organizzato eventi sportivi per i lavoratori. Egli aveva anche cambiato il sistema secondo cui i lavoratori, diversamente dai quadri e dai manager, dovevano pagare i pasti, anche se non li consumavano. (Howell 2006)
Nella Nantai Enterprise Group di
Shenzhen, per esempio la maggior parte degli undici membri del comitato
sindacale sono operai. Similmente in una azienda elettrica, il presidente del sindacato al tempo dell’intervista della Howell era un
lavoratore migrante. Per esempio, secondo un resoconto giornalistico, in una impresa di Shekou
il general manager si presentò alle elezioni come presidente e guadagnò la
maggior parte dei voti. Il sindacato inizialmente cancellò il risultato.
Comunque, come l’ex-presidente del sindacato di Shekou spiegò, lo status del
candidato che sia lavoratore o quadro, non è rilevante, se si è conquistata la maggioranza dei voti in una elezione diretta. Il risultato era che paradossalmente il general manager divenne il presidente del sindacato.
In alcuni imprese private i proprietari tentano di far eleggere i propri parenti o manager da essi controllati e nelle grandi imprese erano imposti dal management. Alcuni dirigenti di Partito, quadri di governo, e pure qualche quadro dell’ACFTU hanno dubbi sulla desiderabilità di elezioni dirette per varie ragioni. Alcuni hanno paura che le elezioni forniranno un canale per trasmettere il malcontento nel caso di discontinuità dello sviluppo economico, e sulle conseguenti condizioni di occupazione dei lavoratori che costringerebbero l'azienda a non licenziare rischiando il fallimento. Altri considerano la “qualità” dei lavoratori troppo bassa, di conseguenza sceglieranno leader incompetenti. Questa è un'obbiezione non secondaria se si considera che gli eletti possono assumere posizioni dirigenti soprattutto nelle aziende do proprietà statale o collettiva. Un'altra obbiezione è che le elezioni dirette non sono possibili in grandi imprese, ma come abbiamo visto si può ovviare a questo inconveninte.
Molte della aziende straniere in Cina, specialmente quelle su piccola scala provenienti da Hong Kong/Macao o dalla Corea del Sud, le quali hanno manifestato alcune delle peggiori forme di abuso resistono all’idea di avere i sindacati. Andare verso elezioni dirette è perciò uno modo per allargare il processo interno alla riforma del partito diretta a rafforzarne la responsabilità, onestà e rappresentatività del Partito e dei quadri di governo. Le elezioni competitive, con più candidati, si sono diffuse negli ultimi 20 anni dai villaggi ai comuni, ai comitati di quartiere e comunità. Per i sostenitori delle elezioni dirette dei sindacati, perciò, esse possono tracciare la legittimità sia del vasto processo di riforma interna del partito e che della istituzionalizzazione delle elezioni competitive in Cina. (Howell 2006).
Conferenza sul lavoro con la partecipazione del Congresso dei Lavoratori alla ChemChina |
Ren Jianxin, il General Manager, parlando a nome del management di ChemChina, ha riferito sui lavori dell'anno passato, ai vari partecipanti con una sintesi completa del lavoro della società nel 2012 e del buon approccio al 2013. Egli ha detto di essere più sicuro circa il futuro della società. Ren Jianming, il vice-GM e il presidente del sindacato della società, ha fornito maggiori dettagli sulla relazione del 2012 e le modalità di lavoro per il 2013 in relazione al sindacato. Il Comitato di Valutazione di tutela del lavoro, il Comitato di Vigilanza e di ispezione hanno riferito vari suggerimenti che i lavoratori avevano fatto sulle leggi sul lavoro, la sicurezza sul lavoro e la tutela del lavoro. Vari dipartimenti hanno risposto alle circa 55 mozioni e progetti che i lavoratori hanno presentato. Ci sono state discussioni sulle relazioni, e una risoluzione finale per la sessione è stata approvata. Alla conferenza di lavoro hanno partecipato i rappresentanti del Congresso dei Lavoratori come mezzo per mostrare il rispetto di ChemChina per loro e per il loro diritto di capire e partecipare a grandi eventi legati alle riforme e allo sviluppo di ChemChina. I rappresentanti del Congresso hanno detto che avrebbero seguito lo spirito della conferenza per migliorare nel loro lavoro e impegnarsi di più nel realizzare tutte le attività previste dalla conferenza, contribuendo ad un sano sviluppo della ChemChina. (Chemical Corp 2013).
Note
[1]Il termine zhigong daibiao Dahui viene generalmente tradotto come Congressi dei rappresentanti dei lavoratori e degli impiegati (dello staff). Noi sintetizziamo in Congresso dei Lavoratori.
Bibliografia
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