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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

domenica 20 gennaio 2013

8.3: Il caso Wal-Mart

8. La schiavitù in fabbrica…ma dove?

Pensate quello che volete su i sindacati cinesi, ma hanno 131.000.000 membri. Questo è un sacco di gente come te e me che vogliono le stesse cose che vogliamo noi: salari vivibili, la correttezza sul posto di lavoro, condizioni di lavoro sicure e salubri  e una voce collettiva che faccia i conti col loro datore di lavoro. I nemici della Cina non solo ci dividono da quei 131 milioni di alleati in Cina, ma promuovono anche gli stereotipi razzisti e divisioni nella classe operaia americana. I lavoratori asiatico-americani sono diventati una forza significativa nel lavoro statunitense, dedicando la loro abilità, il duro lavoro e l'esperienza per la nostra causa comune. 
(Marshall 2003)


L’americana Wal-Mart è un fuorilegge, famosa per il suo atteggiamento anti-sindacale. Aveva chiuso addirittura i suoi super-market in Canada per non avere i sindacati. E' la più grande catena di distribuzione al mondo e il più grande datore di lavoro privato del mondo. E' finanziariamente maggiore della Svizzera e impiega più di otto volte il numero di soldati dispiegati da Bush per l'invasione dell'Iraq. Di fronte ad aziende straniere che vietano la sindacalizzazione dei lavoratori cinesi, l'ACFTU ha intrapreso un'azione legale aggressiva nei confronti del gigante della distribuzione nordamericana Wal-Mart che è costretto a soccombere per la prima volta in tutto il mondo e accettare le attività di sezioni sindacali in 34 centri commerciali dove lavorano 20.000 dipendenti. Un vice presidente dell'Anp, Cheng Siwei, ha avvertito seriamente nel 2004 la Wal-Mart : "Devono rispettare le nostre leggi, altrimenti ne subiranno le conseguenze". La Federazione dei Sindacati Cinesi ha lanciato una campagna per riconoscimento il sindacato in azienda alla Wall-Mart incontrando un muro di gomma. La corporation americana ha rifiutato sostenendo che il sindacato non è “un canale effettivo” per risolvere le dispute sul lavoro. Il risultato è stato che la Wal-Mart ha oggi il sindacato in azienda con cui ha firmato un accordo per l’aumento degli stipendi. Ha persino sottoscritto un contratto collettivo con i dipendenti di uno dei suoi circa cento negozi, quello di Shenyang con aumenti dell’8% dello stipendio. Ma il sindacato è quello cinese mentre imperterrita l'azienda continua a non avere il sindacato americano e addirittura è uscita dal mercato tedesco per problemi con il sindacato (Ardù 2006) (RSINEWS 2008). Sembra che uno dei libri più venduti nei negozi Wall-Mart in Usa sia quello di sul “lavoro forzato” e la negazione dei diritti dei lavoratori in Cina. Ma rileva un sindacalista americano: "La recente notizia di incursioni dell'INS (Immigration and Naturalization Service) sui lavoratori delle pulizie dei negozi Wal-Mart privi di documenti hanno rivelato la pratica illegale comune della società di non pagare gli straordinari di per i lavoratori immigrati costretti a lunghe ore di fatica in condizioni brutali (e hanno messo) in luce la natura criminale dei rapporti aziendali di Wal-Mart con lavoro. E come tutti nel mondo del lavoro sanno, questa è solo la superficie delle tante pratiche anti-sindacali illegali di Wal-Mart. Ma Wal-Mart non è solo un criminale negli Stati Uniti è anche colpevole di infrangere il diritto del lavoro in Cina. In Cina, i sindacati sono protetti dalla legge. Il Diritto del lavoro cinese impone che se qualsiasi lavoratori richiede il sindacato, l'azienda deve riconoscere il sindacato e accetta di negoziare un contratto di lavoro (Marshall 2003). Occorre dire che una organizzazione come “Veritè” che pone la libertà di formare liberi sindacati come uno delle premesse di un equo rapporto di lavoro, accusa poi alcuni paesi in via di sviluppo di non rispettare di fatto ciò che accettano di diritto. E’ anche il caso di molte aziende americane.

Nel 2003 il Congresso dell'Acftu ha deliberato di istituire il sindacato alla Wal-Mart e si è cominciato a discutere pubblicamente dellla sindacalizzazione dei lavoratori delle multinazionali straniere. Nel mese di agosto 2003, uno dei vicepresidenti del ACFTU ha citato in un discorso riportato dai media gli stranieri, che le corporation non dovevano interferire negli affari del sindacato cinese. I comitati sindacali eletti sono comparsi presso tra i subappaltatori della multinazionale Reebok.

La ACFTU si è concentrata contro la Wal-Mart a causa della sua reputazione antisindacale."Per l'ACFTU questo significa non solo rafforzare i sindacati, ma anche, data la natura speculatrice delle multinazionali capitaliste, adottare le forme di lotta di classe del sindacalismo. Questa strategia continua a svilupparsi. L'ACFTU nota già che dopo la vittoria di Wal-Mart, nuovi sindacati sono stati stabiliti in circa 300 altre società straniere. Ora la strategia della Federazione è quello di colpire le imprese straniere che ritiene siano più anti-sindacale. In cima alla loro lista c'è Kodak, la Dell e la taiwanese Foxconn Electronics. Hanno in programma di raddoppiare il numero di sezioni sindacali in aziende di proprietà straniera entro la fine dell'anno". (Marshall 2006). Dopo la vittoria alla Wal-Mart infatti il sindacato si è installato immediatamente in altre 300 compagnie. Prendendo di mira le maggiori aziende con chiaro comportamento antisindacale come appunto Kodak, Dell e Foxconn Electronics di Taiwan. Entro il 2006 è stata di raddoppiata la presenza sindacale nelle multinazionali (Marshall 2006).
Un articolo attirò l'attenzione dei leader dell'ACFTU nei giornali cinesi di Business. I giornali si chiedevano: 'chi è il più potente dei due la Wal-Mart o l'ACFTU?'. Finalmente nel 2006, i capi sindacali e organizzatori in una grande riunione hanno deliberato il percorso della sindacalizzazione. In Cina la legge sui sindacati afferma che c'è un diritto legale se ci sono 25 lavoratori di avviare un comitato locale del sindacato nell'impresa. L'ACFTU a livello nazionale e locale ha organizzato incontri per sindacalizzare Wal-Mart. Nel 2005, ancora una volta la richiesta è stata fatta per ogni organizzazione sindacale regionale della città e per i quadri sindacali locali delle filiali di parlare con il management locale della Wal-Mart e chiedere loro di permettere ai loro lavoratori di unirsi al sindacato. Ciò è stato fatto, ma sono stati nuovamente respinti. A Nanchino il Consiglio sindacale è stato respinto 28 volte (White 2007 ).

I lavoratori votano per formare il sindacato alla Wal-Mart a Kunming, 
In Cina gli affari non possono bloccare il sindacato.
Alla Wal-Mart gli sforzi degli attivisti sono culminati in elezioni democratiche dei comitati sindacali e dei presidenti dei sindacati da parte di lavoratori che hanno voluto prendersi il rischio di farsi avanti come candidati. Queste elezioni spesso avevano luogo nelle prime ore del mattino senza che Wall-Mart ne fosse a conoscenza. Quando sindacati sono sorti uno dopo l’altro nel giro di due settimane. La Wal-Mart essendo stata presa in contropiede si è rifiutata di riconoscerli.
Articoli della stampa cinese descrivevano la costruzione delle sezioni sindacali e chiaramente mostravano che questo consentiva alla Wal-Mart di intervenire per manipolare le operazioni nelle sezioni del sindacato, La corporation americana avrebbe addirittura cercato di coinvolgere le neonate sezioni del Partito e le sezioni distrettuali del sindacato nelle sue manovre contro il sindacato di base. 
Un giovane di 29 anni, lavoratore nel reparto carni è stato eletto leader e presidente e sono arrivati i primi iscrizioni. I loro nomi sono stati tenuti segreti a livello locale, in modo da non dare informazioni al management. Con i primi 30 iscritti, la sensazione è che fossa un evento storico. C'è stata una festa con il canto del Internazionale. Sono stati distribuiti foto e discorsi del giovane presidente Ke Yunlong. Egli ha dichiarato che era "il risultato più significativo della nostra vita".(White 2007). Guo Wencai, un funzionario dell'ACFTU), ha avvertito la gestione di Wal-Mar che la punizione dei sindacalisti sarebbe costata cara all'azienda come anche l'opposizione alla sindacalizzazione che ha aggiunto: "Questo è solo l'inizio. Il nostro obiettivo è quello di diffondere i sindacati ad ogni centro Wal-Mart in Cina" (Tucker 2006).
La Cina oggi ha più di 100 magazzini Wal-Mart con più di 33.000 lavoratori, e tutti hanno sezioni sindacali. Entro l'ottobre 2006, l'ACFTU aveva reclutato 6.000 membri in Wal-Mart. I comitati sindacali in alcuni negozi hanno portato all'aumentato dei salari e sono riusciti ad aumentare i salari dei lavoratori a tempo parziale. Il periodo di prova per i lavoratori part-time è stato abolito. Il sindacato assiste i lavoratori nelle dispute e dei contratti collettivi sono stati firmati. Wal-Mart dice ora, "stiamo rispettando la legge che consente ai lavoratori di aderire, ma i sindacati cinesi sono diversi dai sindacati in Occidente, l'Acftu ha messo in chiaro che il suo obiettivo è quello di lavorare con i datori di lavoro, non promuove il conflitto". 
Scrive Panorama:
Dopo un anno di trattative, la catena di grandi magazzini americana Wal-Mart ha accettato di stipulare un contratto collettivo con i lavoratori impiegati nell’outlet di Shenyang, capoluogo della provincia cinese di Liaoning. Si tratta del primo degli almeno cento negozi che il gigante ha aperto in Cina negli ultimi anni in cui verranno garantiti uno stipendio minimo e aumento progressivo dello stesso, quantificabile in un +8% sia per il 2008 che per il 2009, una sorta di previdenza sociale oltre che ferie e straordinari retribuiti. La richiesta dalla sede di Shenyand del sindacato di Wal-Mart é stata presentata il 28 maggio 2007, e le contrattazione con i dirigenti americani sono iniziate il 4 luglio successivo. Va specificato che Wal-Mart ha creato il primo sindacato in Cina nel luglio 2006, quando i suoi punti vendita sul territorio cinese non erano più di sessanta. Le autorità locali hanno naturalmente apprezzato la “sincerità e la responsabilità dimostrata da Wal-Mart”, che con la firma del contratto collettivo ha dimostrato la propria disponibilità a rispettare tutte le disposizioni della legge cinese sul lavoro e sui contratti collettivi. La giurisprudenza cinese riconosce infatti il diritto di istituire rappresentanze sindacali, a patto che queste ultime facciano capo anche al sindacato di Stato ACTFU (All-China Federation of Trade Unions) , a tutte le aziende che contano almeno 25 impiegati, allo scopo di salvaguardare i diritti economici, politici e culturali degli stessi e di migliorare i rapporti tra operai e datori di lavoro (Astarita 2008)
L'ACFTU insiste aggrappandosi al principio di fare affidamento sui lavoratori per formare sindacati e che si tratta di un grande cambiamento dalle precedenti pratiche di organizzazione. L'ACFTU ha affermato che questa esperienza avrebbe guidato l'organizzazione in tutte le imprese straniere non sindacalizzate, con un obiettivo del 70 per cento sindacalizzazione entro la fine del 2007. ".(White 2007). L'obiettivo sembra sia stato rispettato e oggi i traguardi sono ancora più ambiziosi , si parla del 90% entro il 2013.

Un caso tipico il sindacato di Nanchang Bayi:
Il sindacato di Nanchang Bayi fu messo in piedi clandestinamente il 14 agosto del 2006. Il presidente, Gao Hatao, è stato eletto dal voto popolare. Egli ha lottato contro la direzione della Wal-Mart passo dopo passo.. E’ significativo che egli abbia studiato legge mentre si manteneva da sè lavorando alla Wal-Mart part-time. Nel 2005 supera l’esame di avvocato e decide di rimanere alla Wal-mart a tempo pieno. La sua conoscenza legale diventa  l’arma  principale di lotta contro la Wal-Mart (…) la Wal-mart ha tentato un trucco dopo l’altro per controllare Gao. Un tentativo di mettere il sindacato cittadino dalla loro parte, e poi creare in cosiddetto comitato sindacale di lavoratori capeggiato da un manager per passare sopra ai sindacati nel posto di lavoro dei tre magazzini Wal-Mart nella città. Gao ha rifiutato di mettersi d’accordo e ha cercato l’appoggio del Sindacato Nazionale a Pechino, che ha sostenuto Gao annullando la decisione del sindacato locale….(China Labor 2008).
Anche quando i lavoratori cinesi possano essere scettici verso il sindacato ufficiale “non si fa menzione del desiderio di mettere in piedi un sindacato indipendente. Quando il sindacato da spazio alla lotta contro la direzione attraverso le strutture legali e istituzionali esistenti e emerge una  impegnata e competente leadership  i lavoratori vogliono radunarsi attorno ad essa”. (China Labor 2008).

La cerimonia di inaugurazione è iniziata alle sette e trenta senza che nessuno del management vi partecipasse. Al contrario, l’inaugurazione del sindacato in una impresa statale diventa normalmente una impresa solenne, con la partecipazione della dirigenza aziendale e anche di dirigenti locali del governo e del Partito. (Zeng 2006). Uno dei sindacalisti ha detto che "è come se lavorassimo clandestinamente". Asia Times ricordava ai lavoratori che Wal-Mart è notoriamente antisindacale e nessun negozio in USA ha un sindacato ed è risaputo che chiude i negozi piuttosto che accettare i sindacati. Essi non sapevano se sarebbero stati repressi dalla compagnia. Sebbene la legge del lavoro stabilisce che il 2% degli stipendi vada ai sindacati per le loro attività la mancanza di fondi è il maggior ostacolo nelle aziende private non sindacalizzate. 

Il presidente della Wal-Mart Asia, Joe Hatfield ha fatto buon viso a cattiva sorte citando, vedi te, la linea del Partito Comunista, per una società armoniosa senza per altro rinunciare a mettere i bastoni tra le ruote del Sindacato. (Zeng 2006). Secondo Guo Wencai: “I sindacati non si battono semplicemente per gli interessi economici dei lavoratori ma anche per quelli politici, culturali e democratici.” (Zeng 2006).

Ci dice un sindacalista americano: "Io sento l’ansimare di coloro che pensano che i sindacati cinesi non sono dei veri sindacati. … io non voglio mettere in discussione il sindacato nelle aziende pubbliche o in quelle capitalistiche, eccetto dire: con il tremendo influsso del capitale americano e straniero capeggiato da aziende brutalmente anti-sindacali come la Wal-Mart, il sindacato cinese sta ripensando se stesso. I lavoratori cinesi e il loro sindacato hanno pienamente capito i cambiamenti che devono fare per proteggere l’occupazione e le condizioni di lavoro dai predatori stranieri come la Wal-Mart. Essi stanno abbracciando un tipo di lotta di classe più dura di quella praticata nei paesi capitalisti." (Marshall 2003).

La Chan scrive:
E 'solo negli ultimi due anni che la ACFTU ha cominciato a criticare apertamente nei mezzi di comunicazione una società straniera perché si rifiutava di obbedire alla legge. Wal-Mart, la più grande catena di distribuzione al mondo, è stata attaccata per il suo ripetuto rifiuto di stabilire la rappresentanza sindacale ufficiale nei suoi stabilimenti cinesi. Successivamente, altre aziende come Motorola, Kodak, Samsung sono state menzionate, ma Wal-Mart è rimasta nel mirino dell'ACFTU, che ha dichiarato che il grande distributore dovrebbe essere perseguito se non rispetta la legge cinese. Da allora, una serie di articoli sono stati pubblicati, alcuni accusano Wal-Mart per il suo uso della manodopera cinese. I media cinesi hanno pubblicato la relazione di una ONG americana, il Comitato Nazionale del Lavoro, sullo sfruttamento del lavoro nelle fabbriche che producono giocattoli per Wal-Mart. Nel novembre del 2004, Wal-Mart ha ceduto alle pressioni dell'ACFTU e ha accettato la creazione di rappresentanze sindacale in tutti gli stabilimenti cinesi. Questa è la prima volta che Wal-Mart ha fatto concessioni a un sindacato, in questo caso, a causa del sostegno del governo cinese all'ACFTU. La retromarcia della Wal-Mart ha creato un pesante precedente e le altre società straniere sono state avvertite che esse dovranno in futuro accetterare - e finanzare - una rappresentanza dell'ACFTU. (Chan 2004)
La posizione offensiva dell'ACFTU contro Wal-Mart è una nuova strategia che sembra aver funzionato, con il sostegno discreto dello stato. L'effetto positivo di questa prima vittoria non solo può estendersi in tutta la Cina, ma avrà anche probabili ripercussioni in tutto il mondo. Dopo tutto, l'ACFTU ha avuto successo con le più grandi società non-sindacalizzate in tutto il mondo. Il più grande sindacato statunitense, la Service Employee International Union (SEIU), che rappresenta i lavoratori della vendita al dettaglio, ha aperto all'ACFTU per promuovere insieme la sindacalizzazione in tutti i punti vendita Wal-Mart (Chan 2004).

In USA dove si reclama la libertà sindacale in Cina la United Food and Commercial Workers ha speso solo il 2% del suo badget per la sindacalizzazione della Wal-Mart non ottenendo per altro nulla: l’unico gruppo di dipendenti della Wal-Mart si è sindacalizzato nel febbraio del 2000 sono dieci macellai di Jacksonville in Texas, che votarono 7 a 3 per sindacalizzare la loro minuscola unità. Due settimane più tardi la Wal-Mart ha bruscamente eliminato il loro lavoro assegnamdolo ad altri reparti. Andy Stern presidente della Service Employees International Union ha mandato all’AFL-CIO un ultimatum per investire in modo serio nella sindacalizzaione della Wal-Mart pena l’abbandono dell’organizzazione (Owen 2000).

Dopo la vittoria in "Wal-Mart", le autorità e la Acftu hanno lanciato una campagna verso le fabbriche e laboratori che lavorano per "Wal-Mart". Nel 2004 la direzione delle fabbriche "He Yi" e "Shu Qing", nella provincia di Guangdong ha autorizzato il lavoro sindacale, la firma di contratti collettivi, le ore di lavoro limitate a 8 ore al giorno e la settimana di 5 giorni, i salari non inferiori al minimo legale e che le aziende versino i contributi sociali. Dopo uno sciopero nel mese di ottobre 2004 dei 3000 lavoratori della fabbrica di Shenzen la società di Hong Kong "Computince", costretti a fare gli straordinari e pagati al di sotto del salario minimo, il ministero dell'occupazione ha condotto un'indagine e ha multato la società di 1.900.000 yuan. Le ore di lavoro straordinario sono state soppresse i salari e sono passati a 630 yuan, superando di 10 yuan il salario minimo. Un portavoce del ministero ha dichiarato: "Abbiamo voluto dare un esempio. Ci aspettiamo che le altre società capiscano la lezione. In futuro ogni volta che un datore di lavoro non rispetta la legislazione del lavoro lo multeremo" (Egido 2008).

Da ricordare che l’azione fatta contro McDonald’s, Kentucky Fried Chicken (KFC) e Pizza-Hut ovvero nientemeno che contro la triade della ristorazione mordi e fuggi ha costretto queste aziende a pagare gli studenti part-time in modo adeguato, rispettando i minimi salariali. Le multinazionali della ristorazione erano state denunciate dal sindacato a Guangzhou perchè pagavano stipendi inferiori a quelli consetiti (Chung 2007). Questa situazione ha destato scandalo in Cina tanto che: "il Quotidiano del Popolo ha pubblicato un articolo il cui titolo esortava a “far risuonare ancor più forte la voce del sindacato” (Franceschini 2007). Visti i risultati in termini di aumenti salariali ottenuti in Cina noi dovremmo essere gli ultimi a trovare da ridire sul comportamento dei sindacati cinesi.

Da notare che siano in presenza del Sindacato più forte del mondo ed anche il più discriminato. L’International Labour Organization non lo ha mai accettato nel Consiglio direttivo opponendogli il sindacato indiano INTUC che ha sì e no il 2% degli effettivi di quello cinese. Ebbene il Sindacato cinese si è permesso di convocare “Forum Internazionale sulla Globalizzazione Economica e i Sindacati 2005” a Shanghai alla presenza dei più combattivi sindacati, principalmente dei paesi emergenti. In questo forum mancavano i sindacati italiani, infatti abbiamo detto i sindacati più combattivi. Un sindacalista indiano notava che questa mossa da parte dell’ILP di discriminare i sindacati cinesi è rivelatrice: "Anche quest’anno l’INTUC è stato eletto nell’organismo direttivo mentre l’ACFTU è stato sconfitto. Una mossa astuta, se noi compariamo l’oscillazione tra il salario reale dei lavoratori cinesi e quello dei lavoratori indiani, abbiamo un quadro stupefacente. Il salario reale dei lavoratori indiani, tra il 1990 ed il 1999, è calato del 31% mentre il salario reale dei lavoratori cinesi nello stesso periodo è raddoppiato. Ma questo non è stato un diretto conseguimento delle potenze occidentali; la scelta di portare l’ICFTU nell’organismo direttivo dell’Organizzazione Internazionale dei Lavoratori è dei sindacati che seguono una politica padronale. L’ACFTU della Cina non ha i requisiti per l’accesso" (Dakshi 2005). Occorre dire che le iscrizioni al sindacato sono in calo in tutto il mondo, tranne in Cina, e che gli stipendi dei lavoratori cinesi hanno avuto aumenti record mentre in molti paesi stanno perdendo capacità d’acquisto. Uno di questi è proprio l’Italia.

Secondo uno dei più forti sindacati americani l'ILWU: '"Nel caso della Cina, abbiamo bisogno di conoscenze maggiormente indipendenti per concludere che negare normali relazioni commerciali con questo paese sia il modo corretto per migliorare le condizioni dei lavoratori in Cina e per migliorare i rapporti tra i lavoratori dei nostri due Paesi. "Sottolineando che la "retorica anti-Cina non è utile per l'obiettivo della promozione dei diritti umani," la risoluzione ha criticato i " pronunciamenti con tinte razziste contro la Cina", che la risoluzione sostiene siano stati fatti a una manifestazione sul lavoro. Queste parole "sono indifendibili e causa di angoscia tra le persone di origine cinese», ha detto l'ILWU (Alarcon 2003) che ha definito il divieto di commercio con Cuba "mal consigliato e disumano," Il sindacato ha adottato una risoluzione che continuato nella richiesta di lunga data di porre fine immediata mente all'embargo degli Stati Uniti e per piene relazioni diplomatiche e commerciali con Cuba (Alarcon 2003)
Change to Win fondata nel 2005 unisce 7 sindacati americani ossia l’International Brotherhood of Teamsters, Laborers’ International Union of North America, la Service Employees International Union, Unite Here, l'United Brotherhood of Carpenters and Joiners of America, l'United Farm Workers of America, e l'United Food and Commercial Workers International Union. Anna Burger, presidente del nuovo movimento ha effettuato una storica visita Cina nel 2007 (Global Soldidarity 2007).
Ecco cosa scrive la Griswold del Workers World:
In Cina ci sono almeno 10 volte i lavoratori sindacalizzati degli Stati Uniti. I sindacati cinesi hanno stabilito relazioni con più di 400 sindacati in oltre 130 paesi. Perchè AFL-CIO non è una di loro?(…) Per esempio Motorola ha aperto fabbriche in Cina. I suoi lavoratori in USA non sono organizzati, ma in Cina sono membri dell’ACFTU. Sarebbe di aiuto ai lavoratori della Motorola in USA che il movimento del lavoro prosegua una strategia congiunta con i sindacati cinesi per assicurarsi che ogni dipendente della Motola sia organizzato e usufruisca dei salari e dei benefici? Il sito web dell’ACFTU dice che “I sindacati delle aziende straniere fanno qualunque cosa per proteggere i lavoratori attivamente coordinano le relazioni del lavoro, aiutano lo sviluppo delle imprese e cercano benefici per i lavoratori. Comunque i sindacati hanno di fronte un sacco di difficoltà ad organizzare i lavoratori delle aziende straniere. Alcune compagnie multinazionali sfidano le leggi nazionali e rifiutano di permettere i sindacati nelle loro imprese usando vari pretesti. La loro sfida è sembrata un pubblico oltraggio in Cina. (…) E’ tempo di costruire una reale solidarietà e rigettare l’ipocrita “solidarietà” che concedono i sindacati USA per essere usati come copertura per operazioni tipo CIA. Già c’è una tendenza tra i sindacati progressisti a rifiutare il finanziamento da gruppi governativi quali il National Endowment for Democracy, il quale ha promosso il golpe contro il governo eletto dal popolo del Venezuela (Griswold 2005).
Secondo alcuni studiosi “Gli USA si dovrebbero osteggiare l’entrata della Cina nel WTO a causa degli abusi dei diritti umani e politici che però sono un'ipocrisia. La Cina non dovrebbe essere ostacolata per alcuni degli abusi dei diritti umani che però ci sono anche negli USA, come il diffuso uso del lavoro dei detenuti. Secondo gli studiosi non c’è consenso internazionale alla campagna anticinese che viene considerata unilatearale e non internazionalista. Proprio facendo riferimento al razzismo sfrenato della campagna della AFL-CIO Zwelinzima Vavi segretaria generale del Congresso dei Sindacati del Sudafrica, ha notato l’ipocrisia della campagna. Vavi ha osservato che il governo e il movimento sindacale cinese, a differenza di altri governi hanno appoggiato la lotta di liberazione contro l’aparthied in Sudafrica" (Neidenberg 2000).

Media annuale della crescita dei salari in Asia 2006-2011.
Senza l'aumento degli stipendi cinesi nel 2008, 2009, 2011 i salari sarebbero diminuiti.
La copertura da parte dei media occidentali presumibilmente pluralisti e liberali, tra cui la Reuters e la BBC, della lotta tra Wal-Mart è interessante. Essi sono interessati ad avere un sindacato combattivo in Cina e nessun sindacato nel loro paese. Tutti suggeriscono che la ACFTU è uno strumento del Stato cinese che non agisce per migliorare la retribuzione e le condizioni dei lavoratori che dice di rappresentare. USA Today ha affermato: "I funzionari sindacali cinesi sono in gran parte diretti dalla politica ufficiale e raramente incoraggiano i lavoratori a scioperare. Il governo si oppone a gruppi di lavoro al di fuori del suo controllo. " La CNN sostiene che l'ACFTU è "controllata dallo stato" e ha anche insinuato che il sindacato cinese sia responsabile per i salari bassi: "L'appartenenza al sindacato non significa necessariamente più elevati standard di lavoro in Cina, che è stata a lungo criticata per la produzione di merci a basso costo a scapito di salari e condizioni di lavoro eque" (Tucker 2006). Se ciò fosse vero risulterebbe strana la resistenza opposta dalla Wal-Mart alla presenza del sindacato in azienda. E' senza dubbio vero che il sindacato sia legato al PCC ma è altrettanto vero che le maggiori conquiste del movimento sindacale in Occidente sono state ottenute con i partiti di sinistra al governo, ad esempio in Gran Bretagna con i laburisti al potere, sebbene essi abbiano un indubbio legame con le Trade Unions. Già al tempo in cui venivano fatti questi commenti era già chiaro che i sindacati cinesi avessero ottenuto i maggiori successi degli altri paesi emergenti. Tra il 1990 e il 1999, i salari medi reali (vale a dire, dopo la contabilizzazione per l'inflazione) dei lavoratori in India sono diminuiti del 31%, nello stesso periodo, la media dei salari reali in Cina è raddoppiata. La stessa BBC, che non è seconda a nessuno nella campagna contro i sindacati cinesi, riportava nel novembre del 2005 che gli stipendi medi in Cina erano molto più alti rispetto India. Anche se gli stipendi per dirigenti e personale altamente qualificato sono aumentati rapidamente in India, gli addetti alla produzione in Cina guadagnavano in media 300 € all'anno più dell'India. Uno studio sulla città di Suzhou riportava che l'aumento retribuzione media dei lavoratori nel corso di tre anni, dal 2001 al 2003 era del 7,73% all'anno (Tucker 2006). Questo per limitarci a ciò che era già noto al tempo della vittoria sulla Wal-Mart.

Parlando a un convegno sulla nuova legge cinese del lavoro Carlos Polenus della Confederazione Sindacale Internazionale (CSI), ha detto che la sua organizzazione dovrebbe correggere l'atteggiamento nei confronti del sindacato cinese. Bisogna eliminare il modo di pensare ereditato dalla guerra fredda e non si può considerare più la Cina come qualcosa di omogeneo e indistinto e occorre avere contatti con le forze di sinistra dell’ACFTU che con i suoi 170 milioni di membri è il più forte sindacato della CSI (Kennes 2007). D’altra porte come ha detto un sindacalista cinese ad un convegno in USA. "Se noi possiamo sindacalizzare la WalMart a Pechino allora questo sarà un modo per mostrare il sostegno per il movimento americano del lavoro. Questo potrebbe dire “Se sì a Pechino perché non qui” (Wood 2003).

Bibliografia

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Ardù, Barbara 2006. Wal Mart cresce in Cina e sorpassa Carrefour. Repubblica. 18 ottobre 2006
Astarita, Claudia 2008. Wal Mart firma un contratto collettivo con i propri operai.in Cina. Panorama,17-07-2008
Chan, Anita 2004. La condition ouvrière en Chine : les signes d’une évolution, Perspectives chinoises, n°86, 2004. 
China Labor 2008. China Labor News Translations, The Emergence of Real Trade Unionism in Wal-Mart Stores.   4 maggio 2008, 
Chung, Olivia 2007. China's part-time McWorkers exploited. Asia Times Online. 
Dakshi, Ardhendu 2005. Incontro dei Sindacati in Cina, Appello all’azione contro l’egemonia occidentale. People’s Democracy, Vol. XXIX N° 44, 30 Ottobre 2005
Egido, Jose Antonio 2006. La clase obrera industrial china a comienzos del siglo XXI. Rebelión, , 24 dicembre 2006.
Franceschini, Ivan 2007. Perché i sindacati cinesi non possono “alzare la voce”?
Global Soldidarity. 2007. Workers in U.S. and China: Promoting Global Prosperity through Global Solidarity 
Griswold, Deirdre 2005. China: 134 million potential union allies, 22 luglio 2005 Workers World, http://www.workers.org/2005/world/china-0728/
Kennes, Mark 2007. Tensions entre ouvriers chinois et multinationales Débat, Syndicats et droit du travail en chine. 11-07-2007 
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Marshall, Scott 2003. Wal-Mart: outlaw at home and in China, 15 novembre 2003, People's Weekly World Newspaper
Neidenberg, Milt 2000. AFL-CIO y proyecto de ley sobre relaciones comerciales con China. 
Owen, Mary 2000. Longshore union to send delegation to China. Workers World 2000 
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Wong, Kent and Bernard, Elaine 2001. Rethinking the China Campaign – A Critique of the American Labor Movement’s Stance. China Rights Forum, Spring 2001,
Wood, Roberta 2003. China unions take on organizing challenge. People's Weekly World Newspaper, 6, dicembre 2003. 
Zeng, Candy 2006. China's unions emboldened by Wal-Mart success Asia Times Online, 24 Agosto 2006.

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