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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

martedì 4 marzo 2014

6.3.7: Disugualianze regionali (2): la riscossa dell'Ovest

6. L'imminente crollo della Cina
6.3 Disugualianze
Chongqing come Chicago. Base del Go West

Scrive il China Daily nel 2012: “Mentre gran parte l'attenzione internazionale è concentrata sul rallentamento della crescita in Cina e il rischio di un cosidetto “atterraggio duro”, ampie zone del paese, soprattutto le zone centrali e occidentali, godono di tassi di crescita senza precedenti”. Il giornale fa l'esempio dello Guizhou, tra le provincie più povere della Cina ,che nel 2011 ha avuto un tasso di crescita del 17,1 per cento contro una media nazionale del 7,6. Ormai sta venendo avanti una Cina a due velocità in cui le provincie più arretrate superano nella crescita quelle più avanzate.

Secondo Zhang Zhi, direttore del Zhongtian Urban Development Group: "Il ritmo di crescita si è accelerato negli ultimi anni. Prima, il Guizhou era relativamente arretrato dal momento che è situato molto all’interno della Cina e in condizioni sfavorevoli per lo sviluppo. Ora, nuove infrastrutture, in particolare le tangenziali e autostrade, hanno gettato una solida base per una futura espansione. Ci sono ora un sacco di investimenti esteri, e un sacco di aziende locali sono pronte a collaborare con aziende estere per il loro know-how e la tecnologia avanzata"(Moody e Hu 2012).
Liu Qian, vice direttore del China Forecasting Service all’Economist Intelligence Unit a Pechino, dice che la crescita più rapida si deve, in parte, alle molte aziende che si trasferiscono lì. "Con l'aumento dei salari nelle province costiere, molte aziende manifatturiere sono alla ricerca di luoghi alternativi e sono stati attratte particolarmente da alcune delle province interne. Non solo ci sono salari più bassi ma molte hanno università piuttosto buone, Un ulteriore vantaggio per province come l'Hunan, l’Henan e lo Anhui, per esempio, è che non sono molto lontano dalla costa. Quindi, con il miglioramento delle infrastrutture, è relativamente più facile spedire le merci all’estero" (Moody e Hu 2012).

Changsha, capoluogo della provincia dell'Hunan, ha una crescita in doppia cifra e ha in programma di investire 829 miliardi di yuan in un aeroporto, in strade e altri progetti di infrastrutture, La scala degli investimenti dovuta anche al piano di stimolo lanciato dal governo centrale è pari al 150% del PIL della città. In programma c'è un hub per linea ferroviaria ad alta velocità Pechino-Hong Kong a 313 km/h. Completati il collegato a Shenzhen, con un tempo di percorrenza di tre ore, e a Pechino. Il tempo di viaggio per la capitale sarà di appena sei ore. Queste infrastrutture rendono più agevoli gli investimenti per l'export da parte delle aziende estere perchè connettono in poche ore questa zona con i porti.


Un rapporto del Boston Consulting Group, “Big Prizes in Small Places, China’s Rapidly Multiplying Pockets of Growth”", mette in evidenza il potenziale economico delle regioni interne della Cina. Esso prevede che il numero di classe media con capacità di consumo proveniente dalle città di terzo livello, che predominano in queste aree, sarà più che triplicata dai 27 milioni di famiglie nel 2010 ai 92 milioni nel 2020.
Località del Guizhou

Se negli ultimi anni le regioni tradizionalmente povere hanno superato nello sviluppo quelle ricche, il cambio in realtà si avvertiva già negli anni ’90. Scrive Chow:
Sin dalla riforma economica iniziata nel 1978, la disparità tra regioni è aumentata, ma il tasso di aumento ha subito un rallentamento a partire dalla metà degli anni Novanta. Questa constatazione si basa su una analisi dei dati relativi ai consumi procapite di 31 province e municipalità nel corso del tempo. Le municipalità sono Pechino, Shanghai, Tinjin e Chongqing (aggiunta nel 1999 per significare il suo importante ruolo nello sviluppo occidentale). Una unità di misura dello squilibrio regionale è lo scostamento standard del logaritmo dei consumi pro capite tra le province. Questo scostamento standard è aumentato di mezzo punto percentuale per anno tra il 1981 e il 1998, ma il tasso di aumento si è ridotto a 0,2 punti percentuali negli ultimi cinque anni di questo periodo. Un fatto importante riguardo alla disparità nei consumi e nel reddito di persone che vivono in differenti regioni della Cina è che anche le province più povere hanno sperimentato un significativo aumento dello standard di vita. La provincia che avuto il miglioramento più lento tra il 1981 e il 1998 è Guizhou. I suoi consumi procapite sono aumentati in media del 3,6 per cento durante questo periodo. Si tratta di un buon record se messo a confronto con molte altre economie in via di sviluppo" (Chow 2007).
Quindi la regione che si era sviluppata di meno, il Guizhou, aveva un aumento record nei confronti degli altri paesi in via di sviluppo.

Wang Jian, il massimo teorico dello sviluppo sulle fasce costiere ha promosso l’andata all’Ovest dove tra l’altro c’è anche abbondanza di terre e si può capire quanto sia importante salvaguardare la terra fertile per il Paese. “Pare che la Cina stia pensando alla creazione di nuove città lungo il fiume Yangtze, e forse anche lungo i canali che presto attraverseranno il paese portando acqua dal sud al nord della Cina col gigantesco progetto di deviazione delle acque dal sud al nord. Questa operazione favorirà l’ovest; per esempio, il Governo potrebbe provare a spostare popolazione e industrie nel Qinghai, un provincia grande quanto l’Europa dell’ovest con solo cinque milioni di abitanti; ma vi sono molti problemi associati a questo tipo di spostamento su larga scala, non ultime le sensibilità politiche (Sisci 2006).

Di queste ultime torneremo a parlare, ma ormai lo sviluppo dell’Ovest sta nei numeri e non è solo un pio desiderio: "Senza dubbio, portare ricchezza, sviluppo, produzione e città nelle regioni dell’ovest è una delle maggiori sfide a lungo termine della Cina. Il buon esito del progetto creerebbe una specie di “Costa Ovest” della Cina, una sponda per lo sviluppo del commercio con gli Stati dell’Asia Centrale che potrebbe concorrere alla stabilità e al benessere di quella regione, dove il fondamentalismo islamico può altrimenti diventare dominante" (Sisci 2006).

D’altra parte abbandonare l’est per investire all’ovest non è così semplice i problemi principali sono sono i trasporti e le competenze necessarie per poter competere agevolmente: "Ma non è così semplice abbandonare le fasce costiere della Cina: hanno un'efficienza competitiva fatta di molti ingredienti. Tom Nelson che gestisce gli approvvigionamenti dei marchi North Face e Nautica punta l'indice sui tempi di trasporto: grazie agli scali portacontainer di Shanghai e Shenzhen, i vestiti made in China arrivano nei grandi magazzini americani in 20 giorni; dal Bangladesh ce ne mettono 45. Anche la qualità della manodopera ha il suo peso. Willy Lin, produttore della bianchieria intima Milos, non è certo di poter trasferire la sua fabbrica a sei ore di distanza nell'entroterra cinese: "Ho bisogno di mani accurate e precise, non sono sicuro che dei contadini possano maneggiare i miei macchinari" (Rampini 2008). 

Altri paesi in via di sviluppo però contendono all’ovest cinese gli investimenti stranieri: "Le compagnie straniere hanno annunciato l’anno scorso che essi intendono investire 11,6 miliardi di dollari nella Cina centrale e occidentale, un percentuale sopra del 30% rispetto agli 8,9% bilioni del 2003, secondo la FDI Intelligence di Belfast, un provider di dati per gli investimenti diretti esteri. Anche se i concorrenti diretti nel campo sono i vietnamiti che hanno visto aumentare nello tesso periodo la quota del 375% e l’India del 174% " (Hamlin 2007).

Nel 2007 si è vista l’impennata delle esportazioni dalle regioni confinanti con Russia, Khazakhstan, Kyrgyzstan e Tajikistan, che ha modificato sensibilmente l’intera struttura del commercio estero cinese. Infatti, a fronte di una media nazionale di crescita delle esportazioni pari al 25,7%, la provincia dello Heilongjiang è cresciuta del 46,3%, il che significa in termini assoluti oltre 11,5 miliardi di dollari. Ancora più marcato è stato il balzo in avanti delle esportazioni della Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang, con un incremento del 61,7% pari a 10,2 miliardi di dollari. La Regione Autonoma della Mongolia Interna ha aumentato le sue esportazioni del 36,1% per un ammontare di 2,7 miliardi di dollari, mentre la provincia dello Jilin del 27,6%, ovvero 3,3 miliardi di dollari. A subire un impennata nella commesse dalla RPC sono soprattutto macchinari e strumentazione, ma anche acciaio, laminati e materiali da costruzione, cemento incluso.
Confrontiamo questi dati con il totale esportato da queste zone nel 2000 (valori in miliardi di dollari):
Provincia
2000
2007
Provincia dello Heilongjiang                                      
2,4
11,5
Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang                    
1,2
10,2
Regione Autonoma della Mongolia Interna                  
1,1
2,7
Provincia dello Jilin                                                  
1,5
3,3
Allo stesso tempo nel 2007 queste quattro zone hanno contribuito a un po’ più del 2% delle esportazioni cinesi e hanno attirato meno del 2% degli investimenti stranieri. Questo dato va raffrontato alla loro quota sul totale della popolazione e soprattutto sul PIL nazionale che è considerevolmente maggiore: circa l’8%.
Lo sviluppo di queste zone è stato più “endogeno” che “esogeno”. In altre parole, se queste zone producono 1’8% del PIL nazionale ma solo il 2% dell'export, ciò significa che la rimanenza è assorbita dalla domanda nazionale. Resterebbe da esaminare quanto di questo 6% resti nelle zone di produzione e quanto affluisca nelle province più ricche (visto che stiamo parlando di un Paese grande quanto l’Europa e il concetto di “domanda interna” va anch’esso letto contestualmente). Per queste zone in via di sviluppo si riconferma di fatto il modello delle province costiere “prima maniera”, ovvero una produzione essenzialmente quantitativa più che qualitativa, di modo da accumulare più capitale nel minor tempo possibile per ulteriori re-investimenti (Salickij; Fisjukov 2008). Ciò però non esclude investimenti in tecnologie avanzate come abbiamo visto a proposito della "Nuova Silicon Valley".

Comunque l’obbiettivo della Cina non è più la produzione per l’estero ma innalzare il livello delle regioni rurali e dell’Ovest: "In definitiva, l’obbiettivo della Cina non è di fornire riserve di lavoro senza fine per servire le nazioni straniere, ma sollevare le regioni rurali rimanenti dalla povertà e innalzare lo standard di vita nelle città che si espandono rapidamente. L’effetto dell’onda economica delle prospere città di Shanghai, Pechino, Canton e Shanezhen sta ora dinamizzando una nuova generazione di centri urbani. Il grappolo High-Tech di Dongguan e Wuhan e i grandi centri in crescita come Hangzhou, Tianjin, Chongqing e Qingdao, da Kunming e Nanning  che sono le porte d’entrata per il sudest della dell’Asia. Recentemente, la relativa crescita degli investimenti immobiliari non è avvenuta nel primo livello delle città costiere ma nel secondo e terzo livello delle città interne, da Urumqi nel nordovest a Chengdu nel sudovest" (Steinbock 2008).


Il ruolo che prima avevano l’Europa e gli Usa nel consumare prodotti a poco prezzo sarà occupato dalle ricche città costiere per cui l’Ovest e le campagne diventeranno quello che la Cina fu per i paesi occidentali: "In confronto alle città statunitensi ed europee, le metropoli della Cina del 21° secolo sono enormi, con popolazioni attorno a 8-12.000.000 di abitanti - come Qingdao e Chengdu, - fino a Chongqing, con quasi 24 milioni di abitanti. In passato, i consumatori americani sostenevano l’economia mondiale. In futuro, i centri urbani della Cina - e, col tempo, dell’India - guideranno la crescita globale" (Steinbock 2008).
Indice di sviluppo umano delle regioni cinesi nel 1982 con i "mondi" di appartenenza











Indice di sviluppo umano delle regioni cinesi nel 2003 con i "mondi" di appartenenza
La Cina è il paese più popoloso del mondo ed era anche uno dei più poveri. Eppure nel secolo scorso, soprattutto a partire dal 1978 con la riforma e l'apertura all'esterno, non solo ha creato un miracolo economico ma ha anche fatto grandi progressi nello sviluppo umano. In questo campo i risultati raggiunti sono sorprendenti, ci dice l'economista Hu Angang (Angang 2006), ma ci sono ancora notevoli disparità regionali.

Aumento dell'Indice  di Sviluppo Umano in Cina. Come si vede questo indice è aumentato sostanzialmente dopo l'adozione delle riforme
In Occidente viene raccontata la storia di una Cina solo intenta al puro sviluppo economico. In realtà il modello di sviluppo economico ha fatto sì che pur avendo un reddito pro capite molto inferiore a quello dei paesi sviluppati, i cinesi hanno raggiunto un livello abbastanza alto sviluppo umano. L'aumento del livello di sviluppo umano è attribuibile alla costante crescita dei livelli di sviluppo umano nelle varie regioni. Lo sviluppo regionale della Cina è stato molto irregolare dal punto di vista economico dalla riforma in poi, ma molto regolare dal punto di vista dello sviluppo umano.


L'UNDP, l'organismo dell'ONU, che determina gli indici di sviluppo umano, dividi l'indice ISU in quattro mondi. L'obiettivo del mgoverno cinese è quello di una società  benestante: quando il PIL procapite della Cina raggiungerà il livello medio mondiale, l'Indice di Sviluppo Umano (HDI) dovrebbe raggiungere un alto livello e circa il 70% delle persone entraeranno nel "primo mondo", il 20% nel "secondo mondo "e nessuno dovrebbe essere più nel "terzo mondo ".


Nel periodo 1982-2003, le disparità regionali nello sviluppo economico della Cina hanno sperimentato un processo di restringimento e poi di ampliamento, mentre le disparità regionali in materia di salute e istruzione diminuivano in misura diversa come la disparità di dell'ISU. Le tabelle descrivono il processo di progressivo passaggio delle province allo stadio successivo.




Come si vede il processo si sviluppa più come una scalata ai gradini più alti dell'ISU che un processo di aumento delle disegualianze.










Lo studio di Angang termina nel 2003. Da allra la tendenza è continuata verso la riduzione delle disparità nel ISU.

Bibliografia
Angang, Hu 2006. Evolution of Regional Pattern and Disparities of China’s Human Development (1982-2003), Center for China Studies, Tsinghua University, 26-27Agosto 2006.
Chow, Gregory 2007. Conoscere La Cina. Armando Editore..
Hamlin, Kevin 2007. Chinese Manufacturers Shun Low-Wage Inland for Vietnam, India. Bloomberg. 11 Maggio 2008.
Moody, Andrew; Hu Haiyantwo 2012Speed China. Inland regions keep the growth juggeernaut rolling as coastal regions feel the heat, China Daily European Weekley, 24-30, Agosto 2012
Rampini, Federico 2008. Gli operai del Guangdong alzano la testa, La repubblica, 28 febbraio 2008
Salickij, Aleksandr; Fisjukov, Vladimir 2008. La Cina Nel 2007-2008: Bilanci,problemi, Prospettive. Resistenze.04-09-2008
Steinbock, Dan 2008. The next stage in China's growth, China Daily.15 Agosto 2008.




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