3. False Report
Il False Report nei confronti dei nemici non è una casualità legata all'incidente di Tiananmen. E' invece una costante che abbiamo visto applicata per la pagliacciata chiamata gentilmente "Rivoluzione dei Gelsomini".
Motociclista Han assalito dai tibetani
Pacifici manifestanti tibetani armati di spada e catene |
Uomo di etnia Zang Zu che porta il pugnale
tradizionale, il Tsep-sa, appeso alla cintura.
(Texade. 2012).
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La Cina non rispetta le tradizioni ed usanze dei popoli? Gli appartenenti all’etnia Zang Zu possano liberamente girare armati perché il porto d'arma fa parte del loro costume, inteso sia in senso lato, sia in senso stretto. Forse il nome “Zang Zu” non dice niente. Meglio, allora, chiamarli col nome con il quale sono meglio conosciuti in occidente: tibetani. Resta difficile comprendere il perché di una situazione dove il presunto oppressore conceda al presunto oppresso la libertà di girare armato, se non spiegandosela in modo antitetico rispetto alla convinzione comune sul fatto che quella cinese in Tibet sia una un’occupazione tirannica. (Texade. 2012).
Il Tsep-sa in azione durante
i disordini di Lhasa del 14 Marzo 2008.
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Un giovane tibetano che ancora impugna il proprio pugnale
dopo aver tentato di aggredire un passante. (Texade. 2012).
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Cosa è successo a Lhasa nelle giornate del marzo 2008? La tentazione a vedere nei monaci dei “liberali” sfaccendati trasformati in feroci black bloc è davvero forte. Questi "liberali" invidiosi del successo dei comunisti cinesi, mettono a ferro e a fuco Lhasa. Vedremo come la versione occidentale sia stata pesantemente sbugiardata dai netizen cinesi.
Negozi cinesi, sedi governative, mezzi dei pompieri auto della polizia e persino scuole dati alle fiamma dai separatisti |
Secondo la sinologa Elisabeth Martens le cose stanno così:
Le manifestazioni di violenza erano organizzate. I tibetani portavano dei sacchi riempiti con pietre, coltelli e bottiglie molotov. I morti causati da questo dramma sono tutti cinesi. I danni materiali, la distruzione di negozi, l’incendio di di veicoli, erano chiaramente rivolti contro i cinesi. I manifestanti si la sono presa egualmente con scuole primarie, ospedali e hotel.
Una ambulanza scambiata per un carro armato
Di modo che gli occidentali presenti sul posto. Per la maggior parte turisti, si domandavano quando la polizia sarebbe intervenuta. Raggiunta dall’esercito cinese, essa è intervenuta a seguito di due giorni di violenza. Le autorità cinesi temevano la reazione dei paesi occidentali?(…)paesi che in realtà non aspettavano che questo intervento per parlare di “repressione selvaggia da parte dell’esercito cinese e di caccia ai manifestanti” (Martens 2008).
Ancora una TV tedesca che scambia i poliziotti nepalesi per cinesi |
Per la verità i media occidentali hanno immediatamente parlato repressione cinese a prescindere. Il primo giorno dei disordini veniva mandato in onda, nei notiziari occidentali, un filmato distribuito dalla TV cinese in cui si vedevano pacifici monaci tibetani armati di machete e sciabole aggredire la polizia, tirare pietre, saccheggiare negozi, dare alle fiamme edifici e linciare passanti.
I commenti delle Tv erano tutti indirizzati alla repressione cinese. Il secondo giorno comparì anche un video amatoriale di un turista australiano in cui invece si vedevano pacifici monaci tibetani aggredire la polizia, saccheggiare negozi, dare alle fiamme edifici e linciare passanti. Il commento era: “abbiamo un documento unico che mostra la repressione cinese”! Ma di poliziotti cinesi alla carica nemmeno l’ombra.
Ancora una volta poliziotti nepalesi scambiati per cinesi |
Intanto si sono presentate le ambulanze che soccorrevano i feriti per carri armati, ma di questo abbiamo già parlato diffusamente. Si sono censurate le immagini sulle 5 ragazze bruciate vive. Poi si è presentata la repressione delle manifestazioni violentemente anticinesi in Tibet e in India come se fossero opera dei cinesi contando sulla ignoranza della gente che appena vede un volto vagamente asiatico pensa alla Cina (sebbene ci sia una differenza notevole tra gli scuri volti degli indo-nepalesi ed i cinesi).
In realtà si tratta dellla polizia indiana |
Si poteva notare che giornalisti, politici o anche gente comune che discuteva nei forum che uno degli argomenti forti contro la Cina è che la repressione cinese l’avevano fatta vedere in TV. Qui non si vuole dire che non ci possa essere stata la repressione cinese, che, anzi, sembrerebbe del tutto legittima visto ciò che è successo, il problema è che i video mostravano tutt’altro. Dopo di questo si è andato avanti in Tv e sui giornali per giorni a mostrare tibetani violenti randellati da poliziotti indiani e nepalesi che venivano fatti passare immancabilmente per cinesi. Ma intanto cosa è avveniva realmente?
Il parlamento europeo ha espresso solidarietà con il Tibet. L'unico problema che ancora una volta la foto proviene dal Nepal |
James Miles, dell’Economist è il solo giornalista accreditato nella capitale tibetana Lhasa. Per Miles le manifestazioni era tutto meno che pacifiche. Venerdì, nel pomeriggio, piccoli gruppi di giovani tibetani armati di sciabole, di bottiglie molotov e bastoni si sono diretti verso i negozi degli Hui, li hanno saccheggiati e incendiati. Gli Hui sono un gruppo mussulmano minoritario che abita nella regione già da secoli.
I pacifici monaci tibetani aggrediscono la polizia che non risponde alla violenza |
La sommossa aveva natura etnica, razzista. La polizia cinese, in un primo tempo non è nemrneno intervenuta. Durante tutto il pomeriggio di venerdì, Miles non ha visto un solo poliziotto armato. Solo il sabato a mezzogiorno sono comparsi i primi agenti armati.
La CNN taglia la foto originale per nascondere i tibetani che attaccano il camion. Poi in seguito ha riproposto l'originale |
Un altro testimone è un turista danese. La testimonianza è ripresa dal giornale Politiken. Dice il testimone che “monaci e ragazzi di 15-16 anni hanno assalito i magazzini cinesi, sfondando porte e finestre e appiccando il fuoco e picchiando i cinesi che si trovavano davanti. Ho assistito ad aggressioni molto brutali. Ho visto come due cinesi sono stati trascinati via e ho potuto rendermi conto che sono stati picchiati a morte. All’inizio la polizia è stata molto prudente. I monaci ed i giovani infuriati erano scatenati. Gli scontri con la polizia, i militari ed i mezzi dell’esercito sui quali vi erano delle armi ci sono stati solo quando i manifestanti si sono avvicinati al Palazzo d’inverno. Tutto intorno a noi era stato dato alle fiamme, ivi comprese le macchine della polizia, quelle dei pompieri e i negozi e i magazzini cinesi. La situazione era assolutamente fuori controllo. Gli attacchi ai magazzini cinesi sono proseguiti senza tregua…”. Un turista spagnolo: “Picchiavano la gente con pietre, coltelli da macellaio e machete…”
Secondo il Berliner Morgenpost si vede un tibetano catturato dalla polizia. In realtà è un Han salvato dal linciaggio |
Un altro turista spagnolo Juan Carlos Alonso : “I giovani volevano distruggere tutto quello che di cinese trovavano sul loro cammino, avevano coltelli, pietre, machete, coltelli da macellaio. Molti cinesi scappavano per salvarsi la vita. Io ho visto almeno 35 cinesi feriti. Ho visto anche i manifestanti strappare una ragazza dalla sua casa e picchiarla con pietre. Lei gridava: “Aiuto…” (Franssen 2008).
Dunque da queste brevi testimonianze casuali ritroviamo subito quello che chiunque non avesse i paraocchi aveva visto nei filmati. Ossia il pogrom anticinese o meglio contro tutte le etnie storiche del Tibet.
Si dovrebbero boicottare le olimpiadi in Cina? Sotto il titolo la polizia Nepalese alle prese con manifestanti tibetani |
Ancora il Bild che vuole boicottare le Olimpiadi perchè i monaci tibetani sono stati caricati con canne di Bambù dalla polizia nepalese, quando hanno tentato di invadere l'ambasciata cinese |
Nelle interviste della Tv cinese compariva anche un negoziante nepalese. I nepalesi sono ricordati da Harrer nel suo libro sul Tibet prerivoluzionario insieme agli editti del Dalai Lama contro i matrimoni misti con mussulmani. Proprio questo ci fa riflettere: non sono solo i mussulmani Hui a essere presi di mira ma tutta la minoranza mussulmana autoctona dei Kachee (di lingua tibetana) che derivano il loro nome dal Kashmir da cui effettivamente immigrarono nel 12° secolo. Ebbene la Moschea di Lhasa costruita dai Kachee è stata data alle fiamme. Essi hanno costituito una florida comunità a Lhasa, sebbene discriminati ai tempi del lamaismo imperante e vanno distinti dai mussulmani Hui che parlano mandarino ma che comunque hanno sempre risieduto vicino tibetani nelle province contigue al Tibet. Tra l’altro fu un Hui, Zhang Chengzhi a creare il termine Guardia Rossa che definiva i sostenitori della Rivoluzione Culturale mentre un altro hui Shi Zhongxin è attualmente sindaco dell’importante città Harbin. Questo va detto prima che i difensori dei diritti umani attacchino con il mantra delle discriminazioni anti-islamiche, che però gli stessi non vedono nella legislazione tibetana pre-rivoluzionaria e nemmeno, non sia mai detto, nei pogromisti di Lhasa.
Nella prima versione si parla di governo cinese e di Lhasa mentre si vede chiaramente che si tratta della polizia nepalese |
Marcia indietro del Washington Post dopo la denuncia dei netizen cinesi |
L'ultima versione. Finalmente si parla della polizia nepalese |
A testimonianza della proverbiale pacifismo dei monaci buddisti sono state ritrovate addirittura armi da fuoco: "Quelle armi erano state messe in diversi posti del monastero e alcune si trovavano dove i monaci tengono le scritture", ha spiegato alla tv, Lan Bo, un poliziotto."Si tratta di armi semi-automatiche che sono state modificate", ha aggiunto (Armi nascoste 2008).
Amo il Tibet ma odio il Dalai Lama. La T-shirt più amata dagli studenti cinesi |
Questa foto Reuters mostra agenti di polizia in Nepal, che non è parte della Cina.
Nel furore della battaglia se ne è sviluppata una parallela nel blog dell’unico giornalista appena obbiettivo Francesco Sisci, della Stampa, il quale afferma:
…scrivo che coloro che sono attaccati sono hui e han (per la verità non c'è alcuna differenza etnica tra Hui e Han se non la fede religiosa). (…) Invece c'è gente che tifa per lo scontro e la rivolta tibetana senza pensare che dietro ci sono molti cinesi i quali si sentono sempre più rappresentati dal governo, in misura quasi proporzionale agli attacchi contro i loro connazionali in Tibet. Lei Verni [1] vuole la morte eroica di alcuni milioni di tibetani o vuole la guerra contro 1,4 miliardi di cinesi, o cosa? Perché un punto è chiaro: giusto o sbagliato che sia i cinesi non si faranno linciare o pestare più (se mai lo hanno fatto)(…)i cinesi dei blog saranno disinformati ma questo è quello che pensano. Infatti i negozi degli han bruciati da parte dei tibetani a Lhasa rischiano di suscitare un odio razziale che potrebbe aprire a sua volta le porte dell'inferno. Questa credo la vera minaccia latente: come si rinchiudono le porte di questo inferno?(…)I monaci possono avere tutte le ragioni del mondo per fare quello che fanno. Non era questo il punto. Il punto era di fatto che non sono pacifici. Poi io non sono pacifista e possono avere ragione o torto. Ma dobbiamo forse imparare a distinguere i fatti dalle valutazioni, se no non capiamo più niente, o no? (Sisci 2008).
Tra le varie vittime del pogrom anti-Han
quattro ragazze morte tra le fiamme
Sisci cerca di resistere come può all’assalto all’arma bianca dei radicali:
Il Tibet del Dalai Lama era uno stato teocratico e lei Andrea lo sostiene, ma non sostiene, credo di capire, il vecchio stato Pontificio. Mi sembra che lo stato Pontificio fosse più liberale dello stato teocratico del Dalai Lama. O no? La teocrazia del Dalai Lama era migliore di quella del Papa-re? Oppure alcuni Radicali hanno abbandonato la laicità dello stato e vogliono il ritorno del Papa-re a Roma? Queste sono domande scandalose, lo ammetto, ma le sembrano illeggittime? Dov'è la differenza, perdoni ancora l'ignoranza, io non la vedo con chiarezza (Sisci 2008)..
La chicca però è quella della rete canadese CTV che durante l'intervista all'ambasciatore cinese mette in onda immagini della polizia nepalese (scambiata per quella cinese) che carica i dimostranti tibetani per dimostrare che l'ambasciatore mentre e dimostra solo quanto siano ignoranti i giornalisti occidentali.
Questo video su Youtube è stato visionato da 734.000 persone
nel giro di pochi giorni diventando un caso.
Il video è stato seguito da 23.400 post.
Cosa che non ci sorprende dato che spesso la religione è un pretesto l’azione politica, anche quella violenta e il buddismo non è un’eccezione.
Neo-nazi alla veglia per il Tibet |
Bibliografia
Armi nascoste 2008, Armi nascoste dai tibetani, Pechino 14 aprile, Reuters
Bertani Carlo 2008. Un'altra puntata del Great Game. 26
marzo. http://www.disinformazione.it/tibet2.htm#_ftnref2
ESWN 2008. The Editor Does The Job. 08/22/2008. http://www.zonaeuropa.com/200808c.brief.htm
ESWN 2008. The Editor Does The Job. 08/22/2008. http://www.zonaeuropa.com/200808c.brief.htm
Franssen Peter 2008. Cosa è successo veramente a Lhasa? Giornalisti e turisti raccontano un’altra storia, http://nuke.ossin.org/SearchResults/Cosa%C3%A9successoaLhasa/tabid/833/Default.aspx
Lhasa violence 2008. Seventeen people were sentenced on Tuesday to jail terms ranging from three years to life in connection with the Lhasa violence on March 14, a Lhasa court said, Xinhua, Lhasa, 29Aprile 2008.
Texade 2012. Tre uomini fanno una tugre. Reportage di Controinformazione Storica. TexadeBooks Edizioni.15.03.2012 http://texadebooks.altervista.org/default.htm
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